Questa sera Consiglio Comunale di Buscate, leggo con raccapriccio : n. 11: mozione presentata dal Comune di Castano a sostegno dei Marò. In consiglio comunale a Buscate parlano dei Marò ! Non dei senza casa che vivono in strada, o dei senza cibo per fare accoglienza e usare l'area feste per fare dei pasti per i poveri, aiutati da qualche Supermercato. No ! Parlano dei Marò, attori di una vicenda con dei morti e dove gli unici armati erano loro.
Andrà a finire che la colpa è dei due pescatori.
Quanto ci sono costati fino adesso i Marò ?
Cosa succede a Castano ? Vuoi vedere che ho ragione io, che c'è del Fascismo strisciante fra le pieghe della popolazione ?
Ecco spiegato il fatto della manganellatura e del vergognoso aperitivo di festa. Come Castanese provo vergogna.
martedì 30 settembre 2014
lunedì 29 settembre 2014
Ambiente in festa
Ambiente in festa
A Buscate non la solita festa dei consumatori, di birra vino e altre cose, ma dell'Ambiente, nobilitata dalla presenza di Domenico Finiguerra, conferenziere
dalla parlata sintetica ma esaustiva che porge il suo credo in maniera garbata e convincente, ascoltarlo è un piacere. La Giuliana ha presentato il Parco delle brughiere, per salvare il poco che è rimasto del nostro habitat, la Nora, handicappata dalla infelice collocazione della scena, disturbata dai bambini che poco lontano giocavano, se l'è cavata. Prima assoluta in una festa presentazione di un film sulla migrazione dei nostri paesani per paesi lontani, non me ne intendo ma a me è piaciuto tantissimo.
La festa era organizzata da "5Agosto91" in fratellanza con "Salviamo il paesaggio di Inveruno, 5Agosto la parte tecnica e culturale, Salviamo il Paesaggio la cucina. Ebbene devo dire da osservatore neutrale che Salviamo i Paesaggio non è esente da critiche : di tutti gli invitati alla conferenza informativa di Domenico Finiguerra dal titolo "8 metri al secondo" riferito al consumo di territorio, di tutte le Amminisrazioni invitate, cioè le 11 del Castanese, c'era presente solo quella di Buscate paese ospitante, il "salviamo il paesaggio; non ha fatto presente la mancanza della propria Amministrazione con qualche parola di riprovazione, secondo fatto riprovevole : una nostra socia, impegnata secondo le regole di ingaggio, in cucina, presentatasi al mattino con Cappello grembiule e guanti è stata bellamente ignorata dagli altri compreso Luigi il cuoco. In cucina, velo dice uno che ha molta pratica avendo fatto di queste feste un numero considerevole, in cucina c'era molta, troppa, gente, tutti senza nessuna norma igienica, una cosa veramente riprovevole. Lo dico per tutte due le Associazioni : per chi vuole cambiare il mondo è una partenza col piede sbagliato. Per finire una piccola critica :
il prezzo del mangiare era esorbitante, e il rapporto prezzo-offerta-pranzo era fuori da ogni abitudine festaiola.
Come al solito avrò perso qualche amicizia per dire la verità. Amen.
sabato 27 settembre 2014
Liste PD, NcD, FI.
Elezioni provinciali a Genova, città in cui il 28 settembre si andrà a votare per eleggere il nuovo ente locale. Un agglomerato di 67 comuni che vanno da Cogoleto, a Moneglia fino a Levante. Includendo ovviamente il capoluogo, che da solo conta demograficamente quasi i quattro quinti dell’intera popolazione. La lista favorita per la vittoria “Costituente per la città Metropolitana” – i calcoli del Pd le accreditano da 14 a 16 consiglieri su 18 totali – è guidata dal sindaco di Genova, Marco Doria, il quale secondo la nuova legge assumerà la carica di sindaco. La previsione del voto si fonda sull”alleanza fra Pd, Forza Italia, NcD, Sel e Lista Doria !!!!!!!!!!
mercoledì 24 settembre 2014
LEGGE TRUFFA
Dal governo legge truffa : evasori fiscali esclusi dal reato !
La nuova norma anticipata dai quotidiani. Punibile solo chi reinveste in attività economiche i profitti di reati con pena massima di almeno 5 anni. Pronto anche il nuovo falso in bilancio, ma alleggerito per le società non quotate. Sparita la norma sulle intercettazioni anti-corrotti.
Neanche la DC era arrivata a tanto ! Questo PD è il peggior partito al Governo da quando è stato fatta la Democrazia.
Rubano e fanno le leggi che non li condannano.
Ripristinare la leggi medioevali : se rubi ti vengono tolte tutte le tue proprietà. E VAI IN PRIGIONE !!!!
La nuova norma anticipata dai quotidiani. Punibile solo chi reinveste in attività economiche i profitti di reati con pena massima di almeno 5 anni. Pronto anche il nuovo falso in bilancio, ma alleggerito per le società non quotate. Sparita la norma sulle intercettazioni anti-corrotti.
Neanche la DC era arrivata a tanto ! Questo PD è il peggior partito al Governo da quando è stato fatta la Democrazia.
Rubano e fanno le leggi che non li condannano.
Ripristinare la leggi medioevali : se rubi ti vengono tolte tutte le tue proprietà. E VAI IN PRIGIONE !!!!
RACCONTO DEL MERCOLEDI. la dona del busch.
La dona del busch
Entrand
in del busch
la
sera sgrafignada
e
un cicin de sang
cun
el su el brilava
La
g'aveva la sutana
un
po' smagiada
e
un gulfin de lana
culur
marmelada
I
gamb senza calzett
con
la pel abrunzada
i
pee cun i calcagn
bianc
de bugada
Una
burseta de pell
tuta
strasciada
i
spall un po' curv
la
testa dispetenada
Pasand
in mezz al busch
el
su la smagiava
de
ciar de scur de giald
la
culurava
In
mes ai erb fra i brocch
la
caminava
sensa
giras in dree
cun
la testa piegada
e
dopu un po' sem rivà
la
se fermada
a
ghemm de fala in pé
ghe
l'erba bagnada
Quan
go vist i occ
lé
sta una masada
occ
frecc e catii
d'una
disperada
martedì 23 settembre 2014
Il Ciarlatano e il Demente senile
Napolitano in cartella clinica.
Politiche nuove e coraggiose per la crescita e l’occupazione". Giorgio Napolitano torna a parlare della necessità delle riforme strutturali, in un momento in cui il dibattito è focalizzato sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il Capo dello Stato usa parole che sembrano una scelta di campo nella polemica tra Renzi, sinistra Pd e Cgil: ”Dobbiamo rinnovare decisamente istituzioni, strutture sociali, comportamenti collettivi. Non possiamo più restare prigionieri di conservatorismi, corporativismi e ingiustizie”
Che ne sai te dello statuto del Lavoratori ? Napolitano non ti vergogni alla tua età volere dirigere l'Italia ? Sei peggio di Berlusconi.
Il Ciarlatano di Firenze gonfia le penne a sentire le tue parole, parole dettate da demenza senile.
Politiche nuove e coraggiose per la crescita e l’occupazione". Giorgio Napolitano torna a parlare della necessità delle riforme strutturali, in un momento in cui il dibattito è focalizzato sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il Capo dello Stato usa parole che sembrano una scelta di campo nella polemica tra Renzi, sinistra Pd e Cgil: ”Dobbiamo rinnovare decisamente istituzioni, strutture sociali, comportamenti collettivi. Non possiamo più restare prigionieri di conservatorismi, corporativismi e ingiustizie”
Che ne sai te dello statuto del Lavoratori ? Napolitano non ti vergogni alla tua età volere dirigere l'Italia ? Sei peggio di Berlusconi.
Il Ciarlatano di Firenze gonfia le penne a sentire le tue parole, parole dettate da demenza senile.
lunedì 22 settembre 2014
MINIERA
Con questa canzone faceva grande Avanspettacolo, e mi faceva venire in mente lo Smeraldo di Porta Volta.
Grazie Carlin.
Allor che in ogni bettola Messicana
cantano tutti al suono di un avaiana
vien da lontano un canto così accorato
è un minatore bruno laggiù emigrato
la sua canzone sembra di un esiliato
Cielo di stelle cielo color del mar
tu sei lo stesso cielo del mio casolar
portami in sogno verso la casa mia
portami un cuor che soffre di nostalgia
Nella miniera è tutto un baglior di fiamme
piangono bimbi spose sorelle e mamme
a un tratto un minatore dal volto bruno
disse agli accorsi se titubante è ognuno
io solo andrò laggiù che non ho nessuno
E nella notte un grido solleva i cuor
Mamme son salvi tornano i minator
manca soltanto quello dal volto bruno
ma per salvare lui non c'è nessuno
Va l'emigrante ognor con la sua chimera
e lascia la sua vita nella miniera
Lui la faceva in LA minore per poi andare in maggiore nella strofa.
venerdì 19 settembre 2014
tempu fermu
Una piasa piina da genti
ga parlea nisun
un silensi cuma in di sogn
tuti guardean ul munumentu
un Can infilsà su l'asta
ul Can da la curti
'l buiea pù
la stala l'ea sparì
la curti l'ea un tempu pasà
'n da l'erba dul munumentu
g'ea do Bis drisi in pe ca sa
intresea
sa sintia no un rumur
ul ciel sensa Usii
forsi l'ea sira
un tempu da mesu
sensa culur sensa rumur
e sa sintia un fregiu vigni giò
da voltu
e la genti incanta a guardà
poeu in fundu a la piasa
se cuminciaa a sintì la musica
e la genti la cumincià a balaa
ul Can infilsà le vignoeu gio e 'l
se infilaa in mesu ai gambi da la genti
l''erba la sa impini' da fiur e da
l'asta ga vignia foeura l acqua
e ghé vignu fora ul So.
mercoledì 17 settembre 2014
RACCONTO DEL MERCOLEDI. L'Aquilone:
L' Aquilone
Un
giorno uno disse di fare un'aquilone, altri compagni
si
unirono a lui e cominciarono a parlarne e decisero di farlo.
Decisero di farlo come si usava tanti anni fa,con i legnetti delle
“persiane”, il filo di refe, la carta velina.
Decisero
di fare un grande aquilone formato da tanti piccoli pezzi. Decisero
di farlo Rosso. E incominciarono a
costruirlo. Cominciò a venire gente a vederlo e dissero: non si fa
più così l'Aquilone, adesso si fanno con altre forme, slanciati non
quadri e con altri materiali non di legno come questo, e poi vanno
abbelliti con delle code di molti colori. E i compagni dicevano loro:
abbiamo deciso di farlo così senza fronzoli e di un solo colore. E
la gente diceva: non può volare e a nessuno piacerà. Piace a noi,
rispondevano i compagni, e continuavano a costruirlo. Quando fu
finito risultò di un rosso che non a tutti piaceva, qualche
compagno fu urtato da questa gradazione di colore e andò a fare
altri Aquiloni con colori meno violenti.
Sebbene
brutto e goffo,senza code e disegni, fatto con materiale pesante
l'Aquilone cominciò a volare. Piccoli voli di mezz'ora, e la gente
che lo vedeva dopo qualche minuto scuoteva la testa e se ne andava.
Ma i compagni credevano nel loro Aquilone e lavoravano sempre nella
sua costruzione, per loro non era mai finito. Vennero altri compagni
e dissero siamo venuti ad aiutarvi. E volevano rifarlo più bello,
sempre rosso, ma con i nastri e le code e materiale moderno come
tutti li costruivano adesso. Va bene così, dissero i compagni,vola.
E l'Aquilone volava e si alzava sempre di più. I primi compagni
dicevano: fatene uno anche voi,uno di quelli belli con,le code di
molti colori. Noi continuiamo con questo.
Poi
ci fu la festa degli Aquiloni e anche all'Aquilone Rosso fu permesso
di partecipare. Per questa occasione fu
attaccata all'Aquilone una bellissima coda. L'Aquilone volò
alto nel cielo e adesso la gente lo guardava,e guardava i bellissimi
Aquiloni colorati caduti per terra.
Alcuni
volavano più alti del Rosso,la coda attaccata all'ultimo momento lo
faceva andare un po storto.
Ora
sono arrivati altri compagni bravissimi a costruire e far volare gli
Aquiloni. I primi compagni sanno però che fino a quando crederanno
nel loro Aquilone, l'Aquilone volerà.
martedì 16 settembre 2014
la prima stela
Quandu
che 'n ciel la prima stela
ai
grii 'n la sces ga fea l'ugin
mi
feu cuma 'l saltamartin
e
pian pianin andeu a caa
Pian
pianin 'n da straela
fora
dul buscu vignu scur scur
cun
la fasina dul runcas
versu
'l paes versu la tur
In
du 'l me buscu la sira
dopu
'na giurnà da laurà
capiu
che la roua la gira
me
vignia vouia da cantà
Cun
i uselin ca cantava
'l
so versu sensa stunà
alua
il mund 'l cambiava
cul
cor 'n pas s' andea a cà
domenica 14 settembre 2014
Risotu al Safrancu
Ul Risotu gialdu ca se sempar usa da noeun
Una scigula bona o du Scalogn
fai imbiundì apena, ansi prima da imbiundì
meti den mes bicer d'acqua e fala pasì
un boeucer da ris a testa
cal sia un decim d'un liter par fa festa
un dado ogni bicer
da met insema ai scigul pa fai bee
par ogni ris du de brod sa sa voeur l'unda un po pusé
fa suga 'l ris ben ben
sensa fal tacà rugandu ben
'l ga da ves al'unda fina la fin
quindes minut a in asé
una brancaa da furmag e un cicin da buter adré
'na bustina da Safranc semper cun l'unda
atenti fina la fin fa no baraunda.
Una butiglia a testa
l'è se da fa festa.
Barbera anca sa l'é giun 'l da no a la testa
Una scigula bona o du Scalogn
fai imbiundì apena, ansi prima da imbiundì
meti den mes bicer d'acqua e fala pasì
un boeucer da ris a testa
cal sia un decim d'un liter par fa festa
un dado ogni bicer
da met insema ai scigul pa fai bee
par ogni ris du de brod sa sa voeur l'unda un po pusé
fa suga 'l ris ben ben
sensa fal tacà rugandu ben
'l ga da ves al'unda fina la fin
quindes minut a in asé
una brancaa da furmag e un cicin da buter adré
'na bustina da Safranc semper cun l'unda
atenti fina la fin fa no baraunda.
Una butiglia a testa
l'è se da fa festa.
Barbera anca sa l'é giun 'l da no a la testa
mercoledì 10 settembre 2014
RACCONTO DEL MERCOLEDI. prima di.
Guardando
dalle finestre a Est si vedevano dei
prati,
una estensione di prati che arrivava fino al bosco dove finiva il
fossato e dove c'era il Riservin,posto di riparo con un grande locale
e
il camino, bosco che si vedeva in lontananza prima delle case di
Arconate. Dei viottoli li percorrevano e portavano a orticelli
nascosti al riparo da occhi indiscreti.
La
via finiva alla fontanella, lo scarico della SACPA,una rongia di
maleodorante acqua marrone,girava a destra per scaricare sul terreno
del Campaccio. Le zanzare per metro cubo erano di sicuro da Record
mondiale. Questo era dove abitavo io nel 1968, guardando dalla mie
finestre.
Un
viottolo portava dove adesso c'è la Chierichetti erano tutte
vigne, sul viottolo c'erano dei piccoli orticelli
che neanche si vedevano nascosti fra il Mais negli
orticelli c'era un po di tutto perfino Angurie e Meloni e fiori
per il cimitero. A stare attenti si vedevano anche i piccoli animali.
Vicino all'acqua della rongetta le Rane, se ne vedevano tante nella
stagione, e due biscie marrone e verdi, che vivevano da Dio in tutto
quel ben di Dio. Mi ci ero affezionato alla due bisce tanto che
neanche scappavano quando le andavo a trovare
e si facevano vedere tranquillamente.
Gli
avevo dato un nome: Ona e Ina perchè una era più grossa. Era
un piccolo Paradiso Terrestre. Nella rongetta un pò d'acqua correva
sempre, ogni tanto era piena ogni tanto era bassa un po' d'acqua
c'era sempre e c'erano girini e le sanguisughe,lunghe 8\10
centimetri lo spessore di una sigaretta ,quando mangiavano si
gonfiavano a dismisura,venivano usate per diminuire la pressione a
chi la aveva alta ma se andavi nell'acqua si attaccavano subito alle
gambe. E c'erano dei piccolissimi pescetti trasparenti che venivano
dal canale. Sull'acqua degli insetti che scattavano avanti indietro
correndo sull'acqua come su un vetro. Le bisce avevano da mangiare !
Io non ci portavo da mangiare si arrangiavano loro ! In un orticello
c'era anche una pianta di Zizurliti con i rami che venivano fuori sul
viottolo e quando maturavano sul finire di Agosto li coglievo per la
legge non scritta che un ramo che sporge sulla pubblica via è di
tutti, sapevano di poco ma c'era il gusto delle cose passate e mentre
li mangiavo ognuno mi portava un ricordo, in un orticello perfino un
cespuglio di Runcas, forse per il consumo familiare degli
stuzzicadenti,ma era bello vederlo. Sul finire del viottolo avevano
cominciato a scavare dei grandi buchi, sulla sinistra, lontano, il
cimitero.
Fare
il viottolo era bello, ti portava via un paio d'ore visitare gli
orticelli e andare a trovare le biscie. Ti riempiva il cuore, credevo
che era per l'amicizia con le biscie molto stravagante, ma invece
no, era il mondo che era bello, che riempiva il cuore. Comunque :
dove sono andate le Biscie ? E le Rane? Dove trovo i Zizurliti ? Io
abito ancora là ma dalle finestre ad Est non vedo più i prati ma
abitazioni a non finire con gli orti dove non ci sono i Zizurliti ma
Kiwi
che non sono uguali ma un'altra roba, e non si possono rubare.
Quel
piccolo mondo si sarà spostato più in là,forse c'è ancora,ma non
ci sono io. Per me il mondo delle biscie non c'è più, e anche per
voi non c'è più. Se sono sparite non ritorneranno più ! Il mondo è finito.
martedì 9 settembre 2014
La gent cativa
Di Sandro Mereghetti
Le forsi una surpresa
SANDRO MEREGHETTI
Le forsi una surpresa
se
un ateo al và in gesa ?
Al
squadren e al risquadren
in
fin di cunt...le forsi un lader?
Per
l'omen.. al ga reson
credem,
le una delusion
padum
no ves tucc devot
ma
che rasa de marmot
I
curius ghin dapertutt
mi
ga disi col da struus
in
due meten bécc voren fa center
main
pusé i volt che la fan denter
Fai
tasé... come se fa
ta
poe minga dam da traa
sta
lì no tropp pensagh sura
“ ma
che vagan in malura”
SANDRO MEREGHETTI
di
Abbiategrasso
mercoledì 3 settembre 2014
RACCONTO DEL MERCOLEDI'
MARIO
Eravamo
un bel gruppo,amalgamati da interessi condivisi, si andava qualche
volta in montagna e,per allenarsi alla montagna,una volta
alla settimana si andava a Busto a piedi,per allenamento. D'inverno
per prepararsi a quando veniva primavera,si faceva la strada dei
boschi,al buio,uno seguiva l'altro vicino vicino, con gli scarponi
per la montagna da ammorbidire,e durante la strada si cantavano le
canzoni del Rifugio e
quelle nuove che venivano dall'America,di Joan Baez dagli
arpeggi nuovi e sconvolgenti.
Eravamo
un bel gruppo,ragazzi e ragazze molto amici.
Una volta
eravamo andati a un raduno organizzato da “MatoGrosso”,a Firenze
,una sfilata interminabile e infinita con un Cardinale (vestito di
rosso) Americano,di un Abbé Francese fondatore
di un villaggio molto “in” e di molti Preti vestiti in modo
normale e di tutto non capendo niente perché eravamo lontani.
La Giuditta era dal mattino che gli scappava la pipi e non c'era
posto dove farla;quando finalmente il Corteo ci ha liberati
e abbiamo trovato un Bar non riusciva più a farla e noi a dirle
che doveva farla se no poteva finire all'ospedale,e allora noi a
farla bere e dal gran bere gli venne il singhiozzo che non si fermava
più,per fortuna a Virginio venne in mente che suo nonno diceva
che per far passare il singhiozzo bisognava starnutire e c'era un
carrettino che vendeva i panini e che aveva il pepe e la facemmo
starnutire e il singhiozzo passò.
Eravamo
un bel gruppo. Si parlava di tutto,di cose di cui non ricordo una
parola perchè non c'è niente da ricordare solo che si stava bene in
compagnia,era bello.
Una
domenica mattina andammo in un'”Opera Pia” di Biella.
Ci
andammo per 5 domeniche di fila,dalle sei del mattino alle sei di
sera,fino alla fine di Aprile, quando cominciammo la nostra attività
“alpinistica”: Valsesia, Monte Bianco,Gran Paradiso,i camini
della Gnifetti. Andavamo per dare un giorno di riposo alle
Suore del Cottolengo. Il primo giorno ci divisero per coppie e fu
sempre così,capitai con Virginio e fu coppia fissa ogni domenica
Ci
assegnarono una stanzone con quaranta letti,per fortuna c'era il Mario
che ci diceva cosa fare e come fare. Alla sei del mattino erano
ancora quasi tutti a letto: li facevamo alzare, la maggioranza era
capace di vestirsi da sola,alcuni no, Mario ci indicava
dove erano i vestiti, tre o quattro bisognava lavarli perchè
avevano fatto tutto nel letto,il letto si prendeva tutto in una brancata
e si metteva in un apposito contenitore;si portavano tutti in mensa a
fare colazione con delle tazzine di caffelatte arrivate pronte dalla
cucina,poi in bagno con una fila lunghissima di water,gli si faceva
lavare i denti,alcuni non riuscivano e allora era un'operazione che
dovevamo fare noi, a uno,sempre quello,non si riusciva ad aprirgli la
bocca ed allora ci pensava il Mario,poi in due turni perchè i water
erano 20, facevano la cacca,i primi waters avevano un cuscino di
pelle sul muro all'altezza della testa ed erano per quelli che
oscillavano la testa
avanti indietro avanti indietro continuamente,a quasi tutti bisognava
pulire il culo. Intanto era mezzogiorno e si tornava in mensa per il
pranzo;molti dovevano essere imboccati ,e per quelli che
oscillavano la testa avanti indietro avanti indietro non era facile,poi
in bagno a lavare i denti e poi nel parco curando che non si
facessero male,con il Mario che ci dirigeva tutti.
Il tempo
di fumare ed era ora di cena.
La
giornata finì,operazioni lunghissime e faticose e sgradevoli misero
assieme una giornata che passò in un attimo. Ci trovammo tutti
vicini al cancello di uscita,ognuno con la sua esperienza.
Il Mario ci aveva accompagnato con il suo comportamento solenne e tanto caro,almeno per noi che ci aveva aiutato tutto il giorno,se non c'era lui dopo mezz'ora scappavamo via.
Il Mario ci aveva accompagnato con il suo comportamento solenne e tanto caro,almeno per noi che ci aveva aiutato tutto il giorno,se non c'era lui dopo mezz'ora scappavamo via.
Ciao
Mario,gli dissi prima di uscire,ci vediamo domenica. Ci
conto-rispose-senti- mi disse sottovoce- puoi farmi un favore?
Portami
una scatola di matite. Colorate.
Matite?
Senz'altro,ce le hai bisogno te.....o sono per qualcuno?
No,no
sono per me. Devo disegnare.
La
domenica dopo andammo ancora a Biella,sempre alle sei,per far
respirare le Suore,e portai una scatola di pastelli colorati per il Mario.
i migliori che trovai. La giornata fu eguale alla prima,come le
altre che seguirono,sempre con il Mario che ci faceva vedere come
fare,per fortuna che c'era lui! Di diverso ci fu un mingherlino in
carrozzina che passandogli vicino mi prese il braccio con una mano e
non riuscivo a staccarmene, con una mano! Mingherlino! Io aitante,
con la fama di duro ero imprigionato da uno che pesava si e no
sessanta kg.
Mi liberò
il Mario che con facilità staccò la mano del piccoletto.
Come al
solito venne sera in un attimo,quando ci accompagnò al
cancello il Mario mi chiese un'altra cosa: una gomma per
cancellare. Stupido a non averci pensato -dissi- poi me li fai vedere
i disegni,una volta anche a me piaceva disegnare,d'accordo?
Al Mario
brillarono gli occhi:ne faccio uno proprio per te -mi disse.
Mentre
tornavo mi sentivo appagato,scaldato dalla amicizia con il Mario
e dalla promessa di disegno per me.
Alla
domenica dopo aspettai con impazienza la fine dalla giornata,il Mario
sempre serio nei suoi compiti e nei rapporti con
noi,dirigeva come al solito la nostra attività con la solita
diligenza.
E venne
sera. Al cancello,durante i saluti il Mario mi consegnò
i suoi
disegni,erano due,due fogli di risma ,quando li aprii il Mario era
sparito:due pagine di scarabocchi senza senso che neanche un bambino
dell'asilo. Magari erano dei capolavori....prendi
Pollock....Dovevo parlare con lui,farmi spiegare il senso...
La
domenica dopo Mario non c'era,non sentimmo troppo la sua
mancanza,oramai si era fatta la mano,ma io che volevo parlare della
sua “pittura” sentivo la mancanza. Alla sera quando salutammo le
Suore chiesi del Mario e la Suora mi disse che era malato, è rimasto
a casa? Chiesi. La sua casa è qua. Mi rispose.
Non l'ho
visto-dissi- Quando Mario è malato non può stare fra la
gente,viene rinchiuso. Ma cosa mi dice sorella,sta parlando di Mario
quello che ci ha fatto vedere come si fa ? Sto parlando del Mario
si,-disse- il più malato di tutti.
I due
disegni li ho portati a casa ma adesso non li trovo più,ogni tanto li
cerco e mi illudo di trovarli e continuo a fare passare le mie
carte.
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