MARIO
Eravamo
un bel gruppo,amalgamati da interessi condivisi, si andava qualche
volta in montagna e,per allenarsi alla montagna,una volta
alla settimana si andava a Busto a piedi,per allenamento. D'inverno
per prepararsi a quando veniva primavera,si faceva la strada dei
boschi,al buio,uno seguiva l'altro vicino vicino, con gli scarponi
per la montagna da ammorbidire,e durante la strada si cantavano le
canzoni del Rifugio e
quelle nuove che venivano dall'America,di Joan Baez dagli
arpeggi nuovi e sconvolgenti.
Eravamo
un bel gruppo,ragazzi e ragazze molto amici.
Una volta
eravamo andati a un raduno organizzato da “MatoGrosso”,a Firenze
,una sfilata interminabile e infinita con un Cardinale (vestito di
rosso) Americano,di un Abbé Francese fondatore
di un villaggio molto “in” e di molti Preti vestiti in modo
normale e di tutto non capendo niente perché eravamo lontani.
La Giuditta era dal mattino che gli scappava la pipi e non c'era
posto dove farla;quando finalmente il Corteo ci ha liberati
e abbiamo trovato un Bar non riusciva più a farla e noi a dirle
che doveva farla se no poteva finire all'ospedale,e allora noi a
farla bere e dal gran bere gli venne il singhiozzo che non si fermava
più,per fortuna a Virginio venne in mente che suo nonno diceva
che per far passare il singhiozzo bisognava starnutire e c'era un
carrettino che vendeva i panini e che aveva il pepe e la facemmo
starnutire e il singhiozzo passò.
Eravamo
un bel gruppo. Si parlava di tutto,di cose di cui non ricordo una
parola perchè non c'è niente da ricordare solo che si stava bene in
compagnia,era bello.
Una
domenica mattina andammo in un'”Opera Pia” di Biella.
Ci
andammo per 5 domeniche di fila,dalle sei del mattino alle sei di
sera,fino alla fine di Aprile, quando cominciammo la nostra attività
“alpinistica”: Valsesia, Monte Bianco,Gran Paradiso,i camini
della Gnifetti. Andavamo per dare un giorno di riposo alle
Suore del Cottolengo. Il primo giorno ci divisero per coppie e fu
sempre così,capitai con Virginio e fu coppia fissa ogni domenica
Ci
assegnarono una stanzone con quaranta letti,per fortuna c'era il Mario
che ci diceva cosa fare e come fare. Alla sei del mattino erano
ancora quasi tutti a letto: li facevamo alzare, la maggioranza era
capace di vestirsi da sola,alcuni no, Mario ci indicava
dove erano i vestiti, tre o quattro bisognava lavarli perchè
avevano fatto tutto nel letto,il letto si prendeva tutto in una brancata
e si metteva in un apposito contenitore;si portavano tutti in mensa a
fare colazione con delle tazzine di caffelatte arrivate pronte dalla
cucina,poi in bagno con una fila lunghissima di water,gli si faceva
lavare i denti,alcuni non riuscivano e allora era un'operazione che
dovevamo fare noi, a uno,sempre quello,non si riusciva ad aprirgli la
bocca ed allora ci pensava il Mario,poi in due turni perchè i water
erano 20, facevano la cacca,i primi waters avevano un cuscino di
pelle sul muro all'altezza della testa ed erano per quelli che
oscillavano la testa
avanti indietro avanti indietro continuamente,a quasi tutti bisognava
pulire il culo. Intanto era mezzogiorno e si tornava in mensa per il
pranzo;molti dovevano essere imboccati ,e per quelli che
oscillavano la testa avanti indietro avanti indietro non era facile,poi
in bagno a lavare i denti e poi nel parco curando che non si
facessero male,con il Mario che ci dirigeva tutti.
Il tempo
di fumare ed era ora di cena.
La
giornata finì,operazioni lunghissime e faticose e sgradevoli misero
assieme una giornata che passò in un attimo. Ci trovammo tutti
vicini al cancello di uscita,ognuno con la sua esperienza.
Il Mario ci aveva accompagnato con il suo comportamento solenne e tanto caro,almeno per noi che ci aveva aiutato tutto il giorno,se non c'era lui dopo mezz'ora scappavamo via.
Il Mario ci aveva accompagnato con il suo comportamento solenne e tanto caro,almeno per noi che ci aveva aiutato tutto il giorno,se non c'era lui dopo mezz'ora scappavamo via.
Ciao
Mario,gli dissi prima di uscire,ci vediamo domenica. Ci
conto-rispose-senti- mi disse sottovoce- puoi farmi un favore?
Portami
una scatola di matite. Colorate.
Matite?
Senz'altro,ce le hai bisogno te.....o sono per qualcuno?
No,no
sono per me. Devo disegnare.
La
domenica dopo andammo ancora a Biella,sempre alle sei,per far
respirare le Suore,e portai una scatola di pastelli colorati per il Mario.
i migliori che trovai. La giornata fu eguale alla prima,come le
altre che seguirono,sempre con il Mario che ci faceva vedere come
fare,per fortuna che c'era lui! Di diverso ci fu un mingherlino in
carrozzina che passandogli vicino mi prese il braccio con una mano e
non riuscivo a staccarmene, con una mano! Mingherlino! Io aitante,
con la fama di duro ero imprigionato da uno che pesava si e no
sessanta kg.
Mi liberò
il Mario che con facilità staccò la mano del piccoletto.
Come al
solito venne sera in un attimo,quando ci accompagnò al
cancello il Mario mi chiese un'altra cosa: una gomma per
cancellare. Stupido a non averci pensato -dissi- poi me li fai vedere
i disegni,una volta anche a me piaceva disegnare,d'accordo?
Al Mario
brillarono gli occhi:ne faccio uno proprio per te -mi disse.
Mentre
tornavo mi sentivo appagato,scaldato dalla amicizia con il Mario
e dalla promessa di disegno per me.
Alla
domenica dopo aspettai con impazienza la fine dalla giornata,il Mario
sempre serio nei suoi compiti e nei rapporti con
noi,dirigeva come al solito la nostra attività con la solita
diligenza.
E venne
sera. Al cancello,durante i saluti il Mario mi consegnò
i suoi
disegni,erano due,due fogli di risma ,quando li aprii il Mario era
sparito:due pagine di scarabocchi senza senso che neanche un bambino
dell'asilo. Magari erano dei capolavori....prendi
Pollock....Dovevo parlare con lui,farmi spiegare il senso...
La
domenica dopo Mario non c'era,non sentimmo troppo la sua
mancanza,oramai si era fatta la mano,ma io che volevo parlare della
sua “pittura” sentivo la mancanza. Alla sera quando salutammo le
Suore chiesi del Mario e la Suora mi disse che era malato, è rimasto
a casa? Chiesi. La sua casa è qua. Mi rispose.
Non l'ho
visto-dissi- Quando Mario è malato non può stare fra la
gente,viene rinchiuso. Ma cosa mi dice sorella,sta parlando di Mario
quello che ci ha fatto vedere come si fa ? Sto parlando del Mario
si,-disse- il più malato di tutti.
I due
disegni li ho portati a casa ma adesso non li trovo più,ogni tanto li
cerco e mi illudo di trovarli e continuo a fare passare le mie
carte.
fantastico Mario
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