mercoledì 31 dicembre 2014

Racconto del mercoledì LA BRUGHIERA

                                                                      



Mio padre era tornato dalla Cirenaica con la silicosi, che allora era irreversibile, è rimasto qua ancora due anni, nel '51 è morto. Nei due anni che è rimasto qua, mi portava con se in Brughiera a fare le scope, scopini scopette. Erano tre tipi di scopa,con tre tipi di brugo. E andava a venderle in giro. La conoscevo la Brughiera, conoscevo i tipi di brugo,gli animaletti che ci vivevano, i fiori, le erbe. Io preferivo andare al Marinone e cercare i gamberi, quelli grigi che a farli cuocere diventano rossi, o i Temoli, pesci Persici, ma anche le Tinche da fare in umido pescate con le mani nelle lanche, ma per fare soldi , i soldi ci volevano per le medicine, si andava in brughiera. Dov'è andata la brughiera ? Quella dove andavo io non c'è più distrutta dall'Arnetta che, come Attila dove passa lei non cresce più un filo d'erba. Io la sento la mancanza della Brughiera, dei miei anni giovani,delle scope scopini scopette. Gli anni si sa non ritornano,vorrei ma non si può.

Ma anche la Brughiera non torna. Se si lasciava nel suo brodo come era adesso? Sarebbe stata splendida ! Con le radurine di erba fine,con i fiori,ogni stagione fiori diversi, con i frutti, piccoli ma buoni. E le farfalle,ma tante proprio tante. Quanto costa una Brughiera ?

Una Brughiera non costa niente perchè non ha prezzo. Ci sono cose che non si possono comperare. Quanto costa un Arcobaleno ? E un cielo stellato ? Ecco la Brughiera è un cielo stellato.


martedì 30 dicembre 2014

capudann


                                                                   


Da me zia 'n dul 52

a gheu vint'ann

sota a ghea 'na usteria ca la vindea i bigliti da la Curiera

par l'ultam da l'ann l'ea pin da genti pà festegià

do tusaneti ma sean tacà e sutean ridi

bei par l'età ma ridean tropu

riesiu nò a parlà seu no se dì

a mesanoci man basà tucc e do insema

pareu vun ca l'ea rivaa primm

e ma seu ecità

e dopu in leciu riesiu no a durmì

lunedì 29 dicembre 2014

al sabu



                                                             


Al sabu sa fea 'l bagnn

l'acqua da a calderéta e d'un pàdalotu gross

buii 'n su la stùa

den in 'ndu sidel dul carbùn risciaquà

sidel in man sa fea tuta la ringhera fin in fundu

pà ciapà la scala ca la 'ndea giò in mesu a la curti

sa traversea la curti pà 'ndà in da la prima stala dopu ul purtun

lì feu 'l bagnn

un mastel voeui miteu den l'acqua e la slungheu cun una sidela da fregia

'u deu den in pee ma insaunau e ma sciaquau in un atìm

voeuieu ul sidel in tera e

esendu prima una stala l'acqua la 'n dea via dul scaricu in mesu

sa l'ea nò invernu

n'à canotiera e culzuniti corti

e in deu in caa a vistis

giovedì 25 dicembre 2014

I CULUR


 

                                                            

i'na sira isci d'Autun

ca 'l vegn scur prestu

i culur sbusan anca ul scur

vignù scur ta par da videi anmò

i culur d'Autun inn den 'nda l'aria

poeu l'invernu i a masa

però van a durmì nisun i a ferma

den la buscaglia ca la tegnn i ultam culur

a ghé i culur de un oltr'ann

la baraca in mesu al buscu la ga denn

i culur da la sucietà da l'ambienti

culur vigi

'l culur dul fen dul frumentu dul praa da l'acqua dul Tisin

ul biancu da la nee

di castegn di pomm

ul russ di Zizurliti di papavar

di fiurdalis

in baraca ghe tutt i culur dul mundu

den tuci in una baraca da lamera in mesu al buscu.

martedì 23 dicembre 2014

Racconto del mercoledì Natale 43



                                                                          
Mi dovevo alzare. Faceva molto freddo ma mi dovevo alzare per pisciare. Per fare in fretta pensai tutti i movimenti da fare,dove erano i vestiti e le scarpe il berretto e la sciarpa. Mi alzai con fatica, velocemente mi vestii senza legare le scarpe, passai fra il tavolo e l'armadio,che tutte le volte che si doveva aprire si doveva spostare il tavolo contro la stufa,tanto non era mai accesa. Passai tra il lavabo e la petenueus, aprii la porta e uscii nella nebbia. Dopo la porta c'era subito la scala che andava giù ripida e arrivava fra i mucchi di neve.

Eravamo in un locale di mio zio in fondo al cortile sopra la stalla vuota perchè

di animali non ce n'erano più.

Pisciai sulla neve, nel buco giallo della volta precedente. Era bello pisciare sulla neve. Tornai infreddolito su in casa,. Fra i mobili accatastati si vedeva in fondo la finestrella con i fiori di ghiaccio.

La mamma mi aveva preparato una scodella di caffè latte e, visto che era Natale ci aveva messo un cucchiaio di zucchero. Cercai di mangiare piano,come è buona regola quando è poco per farlo durare di più, ma presto finì.

Mi svestii velocemente e entrai nel lettone,dove c'era la mia sorellina di 4 anni che dormiva profondamente, al caldo, e mi accucciai contro.

lunedì 22 dicembre 2014

bun Natal


                                                                                


In qui dì  chi

la puertà la da fastidi

na bela taulada cui parenti

sa poeu nò ruinala cun i penser bruti

da che mundu l'è mundu 'l sa pasa cui parenti

bruti o bei

'na voeulta a un puaretu tuci i cà a ian verti

nò dumà a Natal ma tuci i dii

un bucer da bragioeu e 'na supa da pan giald la truea ogni dì

bun Natal bun Natal

'na ca cul fuoegu 'n dul camin la truea sempar

bun Natal bun Natal

da porti verti ga ne poeù

tuci difendan la so puertà

ogni puaretu al sa difendi da quel ca vegnn da dree

bun Natal bun Natal

an vansaa ul diritu da piangi

e ca piangi ben me loeur a ghe nisun

domenica 21 dicembre 2014

Niguarda

                                                                                                                                                      

l'omm cul caretin 'l vusea gelati

quel cun l'urganin al ghea 'na Scimia liga me 'n can

e 'l fea giraa la manuvela

nun 'n sul Seves giugheum 'n sui spundi cume i Pirati da Mompracem

cul coldu 'n deum suta l'entrada

'n dua curea 'n po' d'aria

me Mama sul curidur la ma dea acqua e limun

la purtinara la vusea sa feum bacan

'n dua te sé Niguarda


 

sabato 20 dicembre 2014

Brava Bettinelli


                                                                        

Sara  Bettinelli,  Sindaco  PD  di Inveruno, stimolata  da una  forte  associazione ambientalista  come  "Salviamo  il Paesaggio" ha  fatto una variante  del PGT  cancellando le porcherie  della  giunta precedente. Castano  Primo, giunta di centro sinistra come Inveruno ma  senza associazioni  ambientaliste,  se  ne guarda  bene e manderà  avanti  un  PGT con un Ambito  di  100  villette. E altre  porcherie.  Alla faccia  del Patto  dei  Sindaci.
Il  pianeta  è malato e loro  si divertono alle varie  feste  esibendo la  facia  da  brau  fioeu.

venerdì 19 dicembre 2014

invernu


                                                               
 
qui matin d'invernu

prima da vignì ciar

ca ta piseii la stua

intantu ca scaldea l'acqua pa 'l café

insapuneu la facia e feu la barba

intantu l'acqua da la caldereta l'ea colda

un cugià da Miscela Leone e vun da Olandes

e 'l prufum l'impinia la caa

un cicin de lat e du cugia da sucher

e 'l mundu 'l migliurea

i fiur da giasc su i vedar diventean menu catii

e 'n da a la latrina menu fastidius

mercoledì 17 dicembre 2014

castei de sabia

                                                                      
                                                         

custruì

fa un quicoss dumà par ti

quel ca te voeuri

'na faturia un mulin cun un puntasel su 'l turenti un presepi

che bel

mi pensi ca scrii

sia custruì

ma a in custrusiun cume i castei

de sabia in riva al mar scri pe 'l gustu da custruì

parola per parola di inutil robi

ca serven a nienti

ca piasan a nìsun piasan duma a ti

e cuma i castei de sabia sa podan nò purtà via te le fa lì

e per purtal via te da purtà via anca 'l mar

BRIGHENTI

                                                     




Bigun aveva lasciato la gestione dell Albergo due Spade e si era trasferito al S.Anna,località Tornavento. Poi

aveva addocchiato un localino isolato dopo la cava e lo aveva comperato e ne aveva fatto un posto dignitoso e accogliente. Lo aveva chiamato “La Pulce”. Dall'altra parte della strada c'era un....posto dove allevavano cavalli,con una pista circolare di 500 metrì dove trottavano sempre dei cavalli,un capannoncino vicino dove costruivano Sulky. Tutto gestito dal Sergio. Noi al martedì,come al solito,si andava da Bigun,stessa sera del Sergio che veniva con i suoi operai del Sulky e gli stallieri. Si faceva bisboccia assieme, Ogni tanto dicevo al Sergio: dammi un cavallo sicuro che vado a fare una giocata a S.Siro.

Una sera il Sergio mi disse: se vuoi giocare il cavallo sicuro te lo do. Lo vuoi? Certo che lo voglio,dimmi.

Ho preso un cavallo che doveva essere soppresso per una gamba malandata,l'ho curato e adesso ho in mano un cavallo fortissimo. Domenica lo faccio correre,vince sicuro. Mi batte il record italiano del miglio, su una pista come questa che è un campo di mais. Vince sicuro

Si chiama Fiesse.

Forte come Tornese? No! Non scherziamo: Tornese è un fuoriclasse,Fiesse è fortissimo. Ma con Tornese perde.

Comunque domenica vince.

Alla domenica io e Terry mettemmo assieme 10.000 lire

e giocammo Fiesse,che davano a trenta.

Vincemmo trecentomila lire, al martedì Sergio ci stava aspettando con tutti i suoi stallieri a operai,una ventina.

Avete giocato? Si. Ovazione da parte di tutti. Quanto avete giocato? 10.000. Coosaa! Dovevate vendere la casa! 10.000 ! Siete dei miserabili.

Dopo avere mangiato, e bevuto tutti assieme,il conto della “Pulce” superava la vincita.

martedì 16 dicembre 2014

amur cumoeun

                                                                    

i  fioeu  ca  sa  basan e  sa  na  fregan  da la  genti  ca  pasa
e  ca la guarda  scandalisaa
la lur  disapruvasiun  la  fa  aumentà
la  belesa  da  quel  c'a in dree  faa

lunedì 15 dicembre 2014

vita straca


                                                                  

la  vita a l'é 'na  culana
ogni dì  'na  grana
ogni  dì 'na lacrima
ogni  dì  un penser  brutu un penser  bel  da infilà
quan la  cullana l'é  finì la  sa  buta  via

domenica 14 dicembre 2014

prévert


                                                             

tri  sufranei pisà  vun par  vun  in la  noci
vun pà videti  tuta la facia
vun pà  videti  i  oeugi
vun pa  videti  la  buca
e  tutu ul  scur pà ricurdas
intant  ca  ta  stringei in  di brascc




JAQUES  PREVERT

venerdì 12 dicembre 2014

cantilena da natal


                                                            

ghe  riva ul  tempu  da imparà
che ognun  ga  da  veghi  la  so  caa
'n  dua cun la  famiia   riparà
sa  podi  no  vivi 'n su la  straa
ul  Bambinetu  nasù  a  natal
in du'na stala la  riparaa
a  tutu 'l  mundu  la  insegnaa
ul  dirutu  d'una  caa
'n la  noci  santa  dul natal
cul  coeur sul  lì cun lur  a  brindà
cun 'na  butiglieta  da  mineral

mercoledì 10 dicembre 2014

Racconto del mercoledì IL POSTO DI LAVORO






Avevo finito le Medie alla grande,con un punteggio alto,tutti mi dicevano che dovevo fare l'Università. Ma la mia famiglia non era in grado di sostenere 5\6 anni le spese e il mancato stipendio. Il mio Papa e la Mamma erano in pensione e non erano in grado di sostenere, con le loro pensioni la mamma prendeva il minimo, due figli: io e il mio fratello più piccolo di due anni. Dovevo lavorare,per forza ! A convincermi fu un'amica della mamma che aveva un figlio che lavorava nella sicurezza di un Supermercato. Mi procurò un colloquio con un dirigente del personale e la cosa fu abbastanza facile,dopo avere guardato il curriculum, mi fece delle domande generiche e mi disse che ero assunto,per adesso tre mesi rinnovabili di volta in volta,se andavo bene non era da escludere una assunzione a tempo pieno. Il lavoro era abbastanza semplice dalle telecamere di sorveglianza si individuavano le persone da seguire, si seguivano e se si impossessavano di qualcosa, dopo le casse, si invitavano nell'ufficio dove si contestava loro il reato invitandole a mostrare quello che avevano in tasca. Di solito,anzi sempre, erano persone anziane. Gli si contestava la cosa, gli si facevano pagare il costo della derrata presa

inavvertitamente” e si rilasciavano. Di norma tre o quattro al giorno. Un Lavoro come un'altro, molto brutto certo,ma bisognava accontentarsi. Non c'era divisa,potevo andare vestito come volevo e gli orari erano buoni,si capitava ogni tanto che si lavorava alla domenica,ma la sera era sempre libera. Era brutto come lavoro perchè di solito erano anziani che non rubavano,prendevano qualcosa... Lo stipendio era di 800€ e mia mamma me lo lasciava,ma lo spendevo tutto,quando uscivo con una ragazza ci volevano e come. Anzi, alla fine del mese ero senza soldi e l'ultima settimana facevo fatica a prendere le sigarette. E mia mamma era convinta che stessi mettendo via i soldi per sposarmi! Solamente il fatto che non avevo la divisa era una spesa in più, perchè mi piaceva stare in ordine,non robe firmate ma dignitose.

Il mio Responsabile era una brava persona,pressapoco della mia età andavamo d'accordo. Un giorno pizzicammo una signora vestita con proprietà ma con vestiti che si vedeva che erano molto usati. Dopo la cassa la avvicinai- signora,sono della sicurezza,posso controllare il suo scontrino?- diventò pallida-Eccolo qua- lo controllai diligentemente- ma,non vedo i funghi,non ha mica preso anche dei funghi?- -Funghi? Noo.- -Può venire un attimo in ufficio? Ci vorranno due minuti, la prego.- La accompagnai nel nostro ufficio. -Signora,non facciamola lunga...lei ha preso anche dei funghi, vede..ci sono le tele camere,vediamo tutto. E gli indicai le telecamere su in alto.-Ma...- -Signora,lo ammetta, che è tutto finito.- -Come,tutto finito-

-Finito,tutto finito, lei tira fuori i funghi e la storia è finita.- Lentamente tirò fuori un pacchettino di funghi secchi. Una confezione di 30 gr. e me la mise in mano. Adesso lei paga la confezione e tutto è finito. -Non posso pagarla.- -Come ?- -Non posso pagarla. Avevo 20 € e ho calcolato tutto prezzo per prezzo per stare dentro i 20€,come vede sono 18.57, i funghi non ci stanno,non posso pagare.- Era presente il mio Responsabile che intervenne: Signora, non lo faccia più! Può andare. Io intervenni ma..e i funghi? Riportali sullo scaffale. Povera donna. Mentre se ne andava con il passo un po' traballante,nella sua camicetta lisa di cachemire celeste ed il collo blù, mi venne da pensare con che cosa era venuta,a piedi,in bicicletta,si era fatta portare...

Era un sabato,domani era domenica ed ero invitato a casa della mia morosa,dovevo portare qualcosa. Guardai la confezione di funghi da riportare allo scaffale e feci un pensierino, la lasciai sulla scrivania pensando la riporto dopo. Alla fine del turno la confezione non l'avevo ancora riportata per mancanza di tempo. Finito il turno timbrai e presi la confezione di funghi da portare allo scaffale ma mentre ci andavo cambiai idea e uscii dal Supermercato,domani domenica invitato a pranzo,non sarei andato a mani vuote.

martedì 9 dicembre 2014

LA PAURA



                                                                          

Più  della metà  degli abitanti  del pianeta   sono donne, come  si fa  a  non avere  paura.

lunedì 8 dicembre 2014

Tisin

                                                                    
in certi punti la par ferma

ma la và

la va suta ai niscioeur

ai runcas in dua ghé i Trutei

in mesu ai erbi a furmà i lanchi par i Tenchi

'n su i cascadei a fa giugà i Cavedan

e la và

la sa ferma mai l'é sempar noeuva

eterna

non a moeurum l'acqua l'é eterna

setà in su la spunda a spicià ca pasa ul mortu

quan cal pasa

ul mortu te se ti

l'acqua l'é la vita

ti te se 'na scoria dul tempu pasà

LA STORIA chi la scriv ?

                                                                       
nas in Italia a lé come perdi ul trenu

te ghe l'impresiun da ves foeura di gioeughi

i prublemi vegnan risolti foeura da l'Italia

a Boston, Quala Lumpur, Brasilia,

semm una pruincia

oltar tempi inveci qui dul Presidiu

a quel sensu d'aventura da cuntentessa da irespunsabilità

da la vita dul Presidiu al seum nò      seum dree a scriv la storia

un cuivun l'ea scritu 'na storia ca la  piasea

dumà a lur e nun om scritu 'na storia pusé bela

na storia diferenti cun un “ lieto fine “ la storia

la sa scrii nò cui parol ma cun la vita

un para da libar i'an già scritu

an scrivaran anmò vuna diversa da l'altra

la vera storia la cur    sa poeu no  scrivala



Nella  foto  storica  si  vedono, con La  Russa, Franco   Servello, Cristiana  Muscardini, Borsani, Emanuele  Torreggiani e, di spalle, Virginio (Mario )  Crespi,  Marchiori,  Nava,  Giancarlo  Crespi.
Per  gentile  concessione: Fabrizio  Jelmini.


sabato 6 dicembre 2014

MIRA IL TUO POPOLO


                                                                        


Quan ghea la Prucesiun a la sira

dopu 'l coldu da la giurnaa

i porti trunfanti fa cui ram da laur intresaa

ligaa a ram da Saras intresaa

volt asee da fa pasaa la Madona

e ul prufum da Rosa

e i tusaneti ca butean i petal da la Rosa

a vervi la Prucesuiun da la Madona

vistì  da celesti la Madona

da biancu i tusaneti sità danansi in mesu a cesti tucc da Rosa

l'ea precedu da 'l Praostu cul bastun dul cumandu

in mesu ai priti visti da cerigu

cun vun danansi a fa 'ndà ul Taribal

dinansi a tuci la Scoeura

tucc cui barbis visti da biancu e russ ca la virvea

la prucesiun dul mes da Mag la Madona

in dul silensi dul paes un cantu 'l sa valsea

MIRA IL TUO POPOLO O BELLA SIGNORA

CHE PIEN DI GIUBILO OGGI TI  ONORA

cantà dalle Pie donne che a metà

della procesiun fean la culona sunora

subitu dopu la Madona

ga vignea ul Sindigu cun la fasa e ul Marescial in divisa

e un groeupu da genti visti da la festa

subitu dopu la Banda da l'Uratori cun i Bass e la grancassa

poeu ga vignea le Figlie di Maria

in do fil vuna da chi vuna da là da la straa

cul vel e un muculotu in man cun la Suora

in mesu a diì ul rusari cun la vus forta e ciara

e tuci rispundean cume una vus sula

sempar in fil al bordu da la straa

ga vignea i donn cul mocul in man e 'n mesu na Suora

cuma un can pastur la 'n dea inansi e indré in mesu a la straa

poeu i Asili e i Uratori maschil e feminil ma nu insema

poeu sensa Suor né can pastur la genti ca ucupea

tuta la straa

i omm con in brascia i fioeu pisciniti cume al funeral a ucupean tuta la straa

e tuci caminean su l petal butaa giò dinansi a la Madona

da genti a vidé ga nea poca

ul Paes l'ea dree a la prucesiun da la Madona




venerdì 5 dicembre 2014

L'aquilun


                                                                   

Un di ò vistu vulaa un aquilun

vistu pasaa un fioeu sciur che so Pà al ghea un birucin

cun un omm cal purtea 'na roba strana

fai da carta rusa e verda

lunga pusé d'una bicicleta e larga mé 'n ombrela

ga somm andrà adree mi e 'l Bigela

finii la stra asfaltaa sin fermaa

e l'omm 'l guardea 'n dua tirea ul ventu dai foeui dul Saras

e 'l fea segn cui brasc in dua ìl duea cur

'l fiooeu la ciapà in man un fil e la cuminciaa a cur 'n su 'l praa

l'omm la sulevaa ul robu russ e verdu e 'l se mitù a vulaa

ul fioeu 'l se fermaa in mesu al praa

cul fil in man e l aquilun 'l se valsea

e 'n dea sempar pusé voltu

e 'l vulea vulea cuntra ventu

mai hu vistu vulà sensa Al

sensa mutur sensa elica sensa trucu

mercoledì 3 dicembre 2014

L' INTERNAZIONALE


                                                                  

Urla  il  vento  fischia  la  bufera
scarpe   rotte  eppur  bisogna  andar
a  conquistare  la  nostra  Primavera
ove  sorge il  sol  dell'avvenir

Racconto del mercoledì BEA


Mi arrivò in ambulatorio come la madonna: alta eterea,elegantissima, bellissima, un'apparizione.

Ha un appuntamento ? Le chiesi. No. Aspetto,se no mi dia un'appuntamento. Fra mezz'ora ho un buco,se aspetta... da dove viene ? Da Milano. Con cosa è qua,in treno ?

No, sono venuta in taxi. In taxi ? E andare a casa come fa? In taxi, è giù che mi aspetta. Andai sul balcone a guardare giù,un taxi era fermo sul posteggio riservato ai disabili.

Tornai dentro scuotendo la testa. Venga venga.

Tolga i collant e si metta sul lettino. Io sono venuta...lei non mi deve dire niente,io la guardo e le dico cosa è che non va. Ma... la zittii subito, è parte della terapia non fare parlare e dire che disturbi ha la persona per aquisire fiducia e partire con il piede giusto.

Aveva dei bei piedi,lunghi e magri con dita diritte,senza ombra di calli e pellicine. Evidentemente faceva la manicure ai piedi.

Non aveva nessun disturbo,i piedi dicevano che non aveva niente di niente. Lei non ha niente ! Non mi fa parlare ! Non ho malattie,mi sta venendo la cellullite e non posso avere la cellulite non posso, sarei finita. Meglio una malattia. Passai al tu: non fare la bambina di cellulite non si muore mica, ne conosco di gente con la cellulite, convivono e vivono felici e contenti. Non fanno il mestiere che faccio io, io faccio la modella e con la cellulite non si può fare la modella. Mi faccia vedere...guardai

e sulle natiche si vedeva, a premere in fuori,un po' di buccia d'arancia.

Non devi più tornare da me,io non posso fare niente, ti do una dieta che non sarai capace di fare. Io non posso farci niente, tu la puoi fare andare via e se non sarai capace sarà colpa tua. Lei non mi conosce, sono dura come il ferro e le diete le ho già fatte tutte,io vivo a dieta. Va be... la dieta è questa: mangi tre volte al giorno quello che vuoi ma una cosa sola, quel pasto deve essere di una cosa sola, perchè due si combinano e vanno in cellulite. E' una dieta da ridere,ho fatto certe diete io...

Non è una dieta da ridere mangiare una cosa sola è difficile per esempio vuoi mangiare una pastasciutta ? Deve essere solo pasta bollita in acqua senza sale, quella è “una cosa sola”. Una fetta di salame ? No perche sono diverse cose. Il pane non va bene: è composto da diverse cose farina di cereale ,lievito zucchero sale,un pane normale. Ti consiglio la frutta, ma una sola. Una belle insalatona ma tutta di una sola qualità non condita. Poi inventati te qualcosa. Ti do il mio numero di tel. Ciao auguri.

Dopo un mesetto mi telefona: mi sa che funziona ! Un mese è poco per dirlo!Ma davvero la fai,la dieta ? Certo...non sono mica una pappamolla ! Mi sembra che è calata, non si vede quasi più ! Continuo fino a quando va via tutta. Ringrazio Dio di essere venuta da lei, ci sarebbe una mia carissima amica... Bea,no! Non mi mandare nessuno,per favore. Ciao.

Mi telefonò ancora alcuni mesi più in là. Ho voglia di vederla-mi disse- non capita mai a Milano? A Milano ci vengo tutte le settimane,al lunedì,al mattino. Ecco,un lunedi che viene a Milano ci vediamo,le do l'indirizzo,mi da un colpo di telefono..

Era una casa in un vicolo dei Navigli,in un vecchio portone nascosto,ricoperto di una vetrata,che dovevi stare attento a non sbatterci il naso, c'era l'ingresso di un bellissimo appartamento di 4 \5 stanze, arredato,per quello che ne capivo io, da un genio. La Cucina: vecchie piastrelle,senza pensili,spaziosa,con un grande spazio fuochi fatto a isola, sul pavimento uno scolatoio per lavarlo con l'acqua, appese numerose padelle splendenti,mi faceva sentire a casa, il resto dell'appartamento non era da meno, con pochi quadri messi qua e là. La camera molto semplice con un grande armadio di noce e un letto bianco. Mi presentò una piccolina con degli occhi nerissimi dall'età indefinita: Giovanna la mia amica\sorella\governante.

E' quasi mezzogiorno andiamo a mangiare mi disse Bea. Mi prese per mano e mi trascinò fuori. Giovanna chiuse e ci seguì. In un altro vicolo vicino c'era una comunissima porta che sembrava di una abitazione, dentro era un piccolo ristorante con tavoli grandi e sedie impagliate. Mi accorsi che erano parenti, di Giovanna penso perchè erano anche loro piccolini con degli occhi nerissimi. Mentre mangiavamo del pane Frattau, Bea era ancora a dieta, cominciammo a parlare. Questa qua- mi disse Bea- è la mia fatina,una sorella fatina.

Qualche anno fa,con i primi soldi messi da parte,mi fa investire 30 milioni con un suo parente che mi dice di comperare un terreno a Livigno. Dopo un paio d'anni si mette in contatto e mi dice se voglio vendere e mi dice una cifra che mi vergogno a dire,non solo dei soldi non vedo,l'ombra perchè con quei soldi mi compera una vigna in Piemonte. Io non ho mai visto né il terreno di Livigno né la vigna.

Adesso c'è un ufficio Legale di via Fontana che insiste per aquistare la vigna offrendo una cifra che non voglio dirle per non offendere la società. Mi posso ritirare e sarei ricca per sempre, con un capitale molto consistente che mi assicura una vita da ricca. La sembra giusto ? E tu ti preoccupi per un po' di cellulite ? Eh sì, se la lasci andare va,aumenta sempre. Il lavoro mi piace,sono riverita dovunque, mi piace.

martedì 2 dicembre 2014

Strisciante


                                                                      

Gia  da un  po  che lo  dico, sbeffeggiato  da tutti ! C'è un fascismo  strisciante, nella nostra  gente, nelle  nostre  teste, e lo  si vede  a Castano, che è ancora il mio  paese  perché il mio cuore  è  lì. Dalla  manganellatura  ad un povero  tossico e  successivo aper-festa, dove  c'erano  i manganellatori e  la Giunta  al  completo ma  anche le  minoranze,  alla  festa  di  insediamento  del  Sindaco pacchianamente  fascista, alla  elezione di  rappresentante  dell' Istituto   Torno  di un  ragazzo  dichiaratamente  fascista (ha preso  370  voti ) che va in pellegrinaggio sulla tomba  del  Duce.
Sono  cose  che  contesto  fortemente, le ho  contestate e  nessuno  mi ha  appoggiato, nessuno  ha preso  posizione pro  o contro.
Strisciante, appunto,  schifosamente  strisciante.
A  NOI !!!

domenica 30 novembre 2014

un tramuntu


                                                                            

ricordu  giugà in straa
cun  fioeu e  tusann  a  dree ul canal
quan ul  So sa  sbasava
e  l'aria  la prumetea  da  vignì  fresca
cun penser  ca  sa  riisia  no  a  ciapà
drisu in pee  in  dul tramuntu  ca  brusea

giovedì 27 novembre 2014

BENECOMUNE



                                                              


Con il più alto atto di sovranità Nazionale, con il Referendum, noi Italiani abbiamo stabilito che l'acqua è un bene comune, abbiamo deciso che l' acqua è nostra, come l' aria. Di tutti e di nessuno: tutti la possono usare ma nessuno la può fare sua. Questo dice il Referendum ! Usi diversi non sono ammessi ! Parlo da Buscatese, la Amministrazione in carica ha ceduto la gestione dell'acqua ad AMIACQUE, la quale l'ha passata a CAP HOLDING che adesso la cede a IDRA MILANO Srl. Cosa c'è sotto ? Se la gestione dell'acqua era un peso economico, così ci hanno detto, perchè questi giri di gestioni, perchè queste forti spese( Buscate casa dell'acqua e ripristino di un acquedotto, Castano due milioni di euro spesi un anno fa, Magnago tre milioni

in spesa, e altri numerosi Comuni con spese rilevanti, se era un costo insopportabile per le nostre Ammistrazioni, come possono spendere e spandere in questa maniera ? Cosa c'è sotto ?

AMIACQUE capitale sociale 64 mln, CAP HOLDING 30 mln , IDRA 33 mln €. Una cosa che era in perdita come fa a fare gola così ? Per me è evidente, ce l'abbiamo sotto gli occhi !

A questo punto ho una sola cosa da fare : citare in giudizio la mia Amministrazione perchè ha ceduto l'uso della mia acqua senza chiedere il mio permesso.

Devo, con dei Legali all'altezza, procedere alla denuncia-querela.



Marchiori Antonio.

mercoledì 26 novembre 2014

la scuola di Don Milani

ognun  da nun  quan  ca  'l parla 'l  ga  già  den la la  so  decisiun
e 'l  sculta  i ol  pa  sinti  cuma a  in  scemi
el  sculta   pa  cunfermà  la  so idea
ghè  di libar  da  scrii
sa  na parla
libar  cun den la  verità
la  vera  demucrasia
sa na parla  già  da un po'
cuma  dean ves  fa
che parol  duperà
inventà  una manera  da  rasunà  ca la vaga  ben par  tuci
ca  tuci podan capii a  vantagiu da  chi   ca legi  no
ca laura  no
ca mangia no
ul tempu  dul pensà  l'e  finii
e  se vansa  pù ul tempu  da  scrii
ma  chi  ca legii ?
ga legi  qui  ca  scrii
cercandu i puras  in  quel  can  scritu i ol
qui  ca  dea  legi  pa  fa  la  so  bataia
legian  no  fan  fadiga
e  alua  sa legian  fra lur  qui  ca  scrii ma
a  furia  da rasunaa an  vansa  pù ul tempu  pa  scrii

el Pulin Natalizi


                                                             

Un Pulin (Tacchino ) da  4  Kili

Prepara  un  ripien  cun :

Du eti da  Pom  taià  a  tocc
un  etu  da brugn secc  tegnù  un  po'  a bagn
un  etu  e mes da  castegn  arostu pelaa  ben  ben
du  eti  da  luganiga
coeur, fidigu e stomigu  dul Pulin  a  tochi
lavà  e  sugà  el Pulin  e  meti  den  tuti  i  ingredient, el  ga  da  vess  no  pien
coeusì   'l su   e  liga ul  vulatil
meti in padela granda  a  see  cun  buter, sa,  salvia  e rusmarin
rusulal  ben ben  da  tuci  i parti  bagnandul  cul  so  soeugu
ricuperandu l'acqua  dul  querciu
la cutoeura  la  varia  da  4  ur a  5  ur


Partendu  da una  butiglia  a testa  da  vin  da Fara, quel  russ, la  festa
l'è  sicurada.

Racconto del mercoledì CANE GIALLO


                                                              

Tony



In quei tempi abitavo al Presidio,almeno: ci abitavo già in quel bosco,poi è arrivata molta gente,gente che si agitava continuamente, che gridava,che litigava,che mangiava,che cantava. Per me è stato un periodo fantastico,non mi mancava niente: avevo da bere,che nessuno lo sa ma è sempre difficoltoso per noi,prima dovevo scendere in Cava per bere, da mangiare a volontà,avevo il Veterinario che veniva ogni giorno e mi tagliava le unghie e i peli delle orecchie,veniva con un cane a tre zampe che rimaneva in macchina e non ti potevi avvicinare perchè dava fuori e sembrava che di zampe ne avesse sei, c'era una donna con grandi tette che mi portava sempre delle caramelle,alcune erano buone ma io per educazione le mangiavo tutte. Una notte mi diede molte pedate perchè era andata a pisciare nel bosco e io per amicizia l'avevo toccata con il muso mentre stava pisciando. Valle a capire le donne ! Quando stavo al Presidio il Padrone ero io ! Di giorno,di notte, arrivavano degli altri cani, per rimanere dovevano avere il mio permesso. Ma rimanevano poco perchè qualcuno li portava a casa. Anche a me era capitato:uno che abitava in via del Brughè mi aveva portato a casa sua,pensando di farmi un piacere,ma io sono tornato indietro subito. Il mangiare era tanto e tanti gli avanzi,ecco perchè arrivavano tanti cani,e tanti gatti ma i gatti non li sopportavo e li facevo scappare subito, uno mi è rimasto un po' di pelo in bocca. Dei gatti non ti puoi fidare,infatti i Cacciatori per andare a caccia usano i cani,i gatti non ti riportano il selvatico ma lo mangiano. Stavo da Dio. Nei freddi inverni nella baracca la stufa andava sempre, anche sotto alla baracca,che era rialzata si stava al caldo,e io e gli altri cani ospiti, ci si andava spesso perchè posto migliore non c'era. Tutte le domeniche c'era un pranzo con 10 o 20 persone. Tutte le feste,Natale Pasqua ultimo dell'anno Ferragosto sabato grasso,organizzavano i cenoni,con tantissimo mangiare, e musica con trio Los Carlinos a fare le serate. E non mi dava fastidio perchè era musica dolce, senza note fastidiose che ti entrano nelle orecchie e nel cervello. In quei giorni si stava bene e anche nel bosco si entrava facilmente perchè veniva sempre pulito dai rami secchi e erbacce e un gatto lo vedevi anche a 50 metri.

Io stavo bene con tutti ma con le donne meglio, le donne ti grattavano dietro le orecchie senza farti male, se avevi una spina erano brave a toglierla e quando parlavano erano carezzevoli. Io non so perchè gli uomini si lamentano delle donne. Forse è per il sesso che si lamentano, gli uomini danno troppa importanza a quella cosa lì, noi siamo superiori a loro, e abbiamo organizzato tutta la faccenda in modo nettamente migliore. Intanto loro quando fanno sesso si nascondono e già questo la dice lunga. Non conosco nessun altro che si nasconde per fare una cosa naturale come il sesso: solo gli uomini ! Nei tre anni che è durato il Presidio non ho visto nessuno fare sesso. Gli uomini non sono come noi cani ! Noi facciamo sesso solo se la femmina è disponibile, loro no, esattamente come si comportano non lo so dire,ma so che i maschi quando vogliono vogliono. Non si sono ancora evoluti e sono preda di bassi istinti. E' evidente la differenza evolutiva: noi siamo migliori in tutto, abbiamo 4 gambe invece di 2, le orecchie più grandi e sentiamo molto di più,loro,gli umani,sentono il motore di una macchina che arriva,noi di quel rumore sentiamo dentro: le cinghie che girano,gli stantuffi delle pompe della benzina e dell'olio,lo sfregamento dei pistoni. Tanto per dire. Gli odori li sentiamo anche a distanza di km, distinguendo di un odore tutti i componenti. Poi loro si sono evoluti in maniera sbagliata. Che bisogno avevano di scrivere ? A cosa serve ? Scrivere è causa di grossi problemi, firme estorte e poi diventate obbligo, segni su schede elettorali per mandare i mariuoli a comandare, impegni presi con una firma fatta in stato di ebbrezza, e molti altri casi simili. Noi ci siamo evoluti cercando la libertà,in quella direzione. Io sono amico degli uomini, forse il solo, e se potessi parlare...



Mi restano i ricordi,quelli sì. E belli. Quella festa di 300(forse di più)persone con i tavoli messi in mezzo alle piante del bosco pulito e sfrondato che sembrava un Ristorante con il Consiglio Comunale al Completo e tutti gli invitati ufficiali. E la gran festa per noi cani,io e cani che avevo invitato. Le festicciole organizzate per piccoli pranzi con Carlin che interpretava il Minatore,una canzone della Miniera che faceva durare più di mezz'ora, e la Piera che con la sua voce soave ti portava in altri posti. E la Silvana, e il Cantona che con la sua fisarmonica faceva venire voglia di ballare pure e me. E le messe al Presidio con un incredibile numero di gente,e le processioni con le Bande. E i giovani che venivano al sabato sera e nelle notti di festa.



Poi un giorno,era inverno, la storia è finita. Il bidone sulla strada dove c'era il fuoco continuo, si è spento. E non è venuto più nessuno,si,qualcuno veniva ogni tanto in visita; veniva in bici,camminava un pò avanti in dietro e tornava in Paese. Poi un giorno venne il Toni di Arconate con i suoi camions e portò via tutto. Adesso non c'è più traccia di quel Posto così gradevole e ospitale. Adesso non ci vado neanche più,faccio troppa fatica,ci vorrebbe mezza giornata, e poi... cosa ci vado a fare ? Un bosco vale l'altro e quello è troppo lontano per me, sono passati vent'anni anche per me,molti donne e uomini che venivano in quei giorni non ci sono più, quelli che vorrei vedere sono la Piera e Carlin che mi volevano bene e mi grattavano nel modo giusto.

La gente di Buscate è strana. In quei giorni,quando veniva tutta quella gente, nei momenti di pericolo suonavano una sirena,la sentivo benissimo anche dal presidio e dopo un po,per partecipazione, mi mettevo a ululare e tutti i cani del circondario ululavano. Anche quelli della Maddalena che si trovava al di là della cava ma siccome non c'era niente in mezzo si sentivano come se erano lì. Al mattino presto si vedeva la Volpe maschio che risaliva la costa dall'altra parte della cava dopo essere andata a bere,la femmina non si vedeva mai. Diverse mattine sono andato sul margine della costa per aspettarle ma non le ho mai viste. La Volpe,si sa, è furba.

Adesso sono proprio vecchio,vivo con una vecchia, sotto al portico che ha in fondo al giardino. E da sdraiato sto veramente bene,è quando devo alzarmi che cominciano i problemi, però mi alzo lo stesso per fare un giretto,dopo mi sento meglio. La vecchia è buona e mi vuole bene,io le faccio compagnia.

                                     CANE GIALLO

martedì 25 novembre 2014

noci fresca


                                                                         

in  da  la  sira ca  vegn
in  dua 'l  So 'l guarda  'n dree
le  bel  pinsà   a  la  noci  fresca
cui  rumur  da  la stala
da  la  vaca ca la  pica i pee
cul Can  cal  guais 'n tan ca 'l  sogna
i Rat Culur   ca ven inansi e  indree
ul  Gatu cal  risia  pa  fa l''amur
chi  noci  pin  da  vita
cun la  Maria  Bambina  sul  cumò  testimoni  da  vita.

CAP HOLDING


                                                                          

Questa  sera in consiglio Comunale  si  accetterà il  solito  rospo e lo  si  manderà  giù  senza fatica.  Voglio ringraziare i  Consiglieri  tutti, ma  anche le  Associazioni che  accettano  supinamente il  furto  dell'Acqua, senza  minimamente  intervenire.  Chissà  se a  qualcuno  verrà in mente  di  chiedere  chi è HIDRA S.r.l., il  suo statuto, chi  sono i  soci, e il perché  di questa ennesima operazione  che  ricorda  tanto  il gioco  delle tre  carte.

lunedì 24 novembre 2014

Democrazia finta

                                                                          

Ua strana Democrazia, dove i Cittadini conservano il diritto di cambiare Governo ma non di cambiare politica, una Democrazia di forma, il comportamento è dettato dagli altri ; ma una Democrazia che non sia tale nella sostanza non è Democrazia, non è vera ! E' una Democrazia finta ! Dove prosperano i ciarlatani, nel vuoto delle idee gli affaristi prosperano, le Lobby comandano. C'è spazio per il malaffare e per le persone che valgono poco, per i quaquaraqua !

Per fermare la desertificazione della vita Pubblica occorre un rilancio della sinistra, non una etichetta di sinistra che si appiccica sui vestiti o sulla fronte, ma facendo cose di sinistra !

Agire sulla diseguaglianza sociale che aumenta in maniera esponenziale, ridando i Diritti al Lavoratori e investendo su nuove attività; non dando la mancetta degli 80 euro ( con intenti chiaramente elettorali )

Con i poveri che aumentano di numero e di povertà e i ricchi in opposto diminuiscono in numero e aumentano in ricchezza. E la forbice si allarga. Torniamo indietro nei tempi buoni, rifacciamo lo Statuto dei Lavoratori. Rimettiamoci in pista ! Alè !!

domenica 23 novembre 2014

Violenza contro le donne


                                                                     

Si è svolta in sala  Lodi uno spettacolo contro la violenza alle  donne. Sette  attrici  si  sono alternate a  dire la loro  storie. Attrici di buon livello  hanno  fatto un racconto  della  violenza  con piccoli racconti, alternandosi in scena, accompagnati  da una  fisarmonica. Valido il racconto, valida  la  scena.
Questo  si inserisce  nella giornata  della  violenza  contro le  donne, fissata  martedì  25  Novembre.
Io  aggiungo  che  sono  45  anni  che  abito  a  Buscate e mai  ho  sentito  di  fatti di  violenza  contro le  donne !  Caso mai il contrario.  Viva  le  donne

venerdì 21 novembre 2014

Pranzo di Natale

                                                                             

Da  "VECCHIA  MILANO "  in  cucina, di  Ottorina  Perna  Bozzi.

Pranzo  di Natale :

ANTIPASTO   DI  SALAMI  MISTI  :

prosciutto  crudo
galantina  di pollo
lingua
mambré
salsiccione
triangoli  di gelatina e  ricciolini  di  burro

RAVIOLI   IN BRODO  RISTRETTO

LESSO  MISTO :

Manzo stacchettato
Biancostato
testina  di  vitello
cappone
zampone   di Modena

CONTORNO :
spinaci
mostarda  di  Cremona
cetriolini e  cipolline  sott'aceto
funghetti  sott'olio
senape  francese
pasticcio  di  pasta  frolla salata  con piccioni
grande vol-au-vent  riempito  di minuta  e  tartufi

TACCHINO  ARROSTO  RIPIENO
contorno :
insalata  trevigiana  rossa e  riccia  bianca.

FORMAGGI  :
sbrinz
gruera
grana

PANETTONE
TORRONCINO  DI CREMONA

FRUTTA  FRESCA :

Arance
Mandarini
mele  rosse
pere

FRUTTA  SECCA :

Datteri
Fichi  secchi
Noci  Nocciole Mandorle
Albicocche   secche

VINI :

Bianco  Soave di  Valpolicella(  con l'antipasto )
San  Colombano  e Barbera  (lesso )
Barolo con l'arrosto
Moscato  bianco  spumante  col Panettone

CAFFE' E  LIQUORI

Grappa e  Sassolino  ai grandi
Capillaire  ai  bambini


Buon  appetito  !

giovedì 20 novembre 2014

Eternit

La  Cassazione con un comunicato  precisa : la  prescrizione  riguarda il Disastro
Ambientale non gli omicidi.
I sapientoni dovrebbero limitare un pochino  gli  interventi.

Mosè della cava


Ghé di ricordi che a ricordai sa capisan

cambian culur

ghé di ricordi ca sa capisan pusè dopu

ricordi pesanti o liger

ligaa a stori impurtanti o nu

ricordi svuia

ricordi da robi vignu dopu

ma i ricordi dul presidi ghen un oltar culur

i ricordi dul presidi ghen da la genti ul so culur

genti special ca dea un special culur

i fiamm dul bidun balean 'n duna certa manera

l'ea un foeugu pusé

anca la stua

'na burlera piscinina in un lucal grandi fai da lamera

in un lucal grandi 'n dua sa 'ndea in dul fregiu da la sira

in pù un oltar lucal in dua ghea

frigurifar machineta dul cafè telefun e dispensa

'na stua sula pà sculdà tuta la baraca

un furnelin grand me 'na foia da murun d'una putensa mai vista

al druean pa fa ul cafè ma anca per fa coeus la pasta

qui ca ghean no 'l san no la forsa da la gent

a ian tresentu quan ca sunea la sirena

quel ca fea movi la genti a l'ea anca

quel ca fea balà ul foeugu dul bidun e 'ndà forti la stua

la genti la ghea no i numar vun

ga cumandea nisun

sa gheum Mosé paseun anca nun in mesu al mar.

mercoledì 19 novembre 2014

Racconto del mercoledì ERCOLINO






ERCOLINO



A metà piazza si apre un vicolo che in mezzo all'abitato arriva oltre,verso sud. All'infuori del primocortile,abitato dai Croci e di loro proprietà, tutti gli altri cortili sono proprietà dalla famiglia Schiappati. Dove finisce il vicolo,c'è come una piazzetta con un grosso gelso vuoto di dentro, lì c'è la villa degli Schiappati. Con un grande giardino stile incolto,con moltissime piante. Lì abitava Ercolino,con i suoi due ultimi Zii e la mamma, Schiappati.

Gli ultimi Schiappati.

Ercolino faceva Giani di cognome e suo padre era Primario in una clinica e un giorno,dopo avere letto un esame che lo riguardava, si è vestito di tutto punto,con farfallino e guanti di camoscio,invece di prendere la porta per uscire ha preso la finestra. Di lui Ercolino non si ricordava, era troppo piccolo.

La mamma,che era una Schiappati, sovraintendeva alla villa,ai due fratelli e ad Ercolino.

Ci si vedeva ogni sera,dall'Albergo due Spade.

Ercolino faceva parte di un censo in cima alla scala sociale,se doveva festeggiare un compleanno doveva essere organizzata una festa con invitati di riguardo, dei

Fiore, La Bella, Torno, Cacciatori, Picco,,Giacobone,De Bernardi, De Simone e via così. Alla sera al Bar si festeggiava con una bevuta,e magari Ercolino era senza

soldi,perchè gli Schiappati erano pieni di possedimenti
(il campo,il mitico”campo” dove tutti giocavano a alla

palla) era di Schiappati, metà paese era del Baronetto, e l'altra metà di Schiappati, ma soldi pochi.

I soldi erano quelli dello dello zio che , se pur alto stipendio, doveva servire per gli abbigliamenti e tutto quello che serviva per una vita sociale dignitosa,per la cucina,che doveva essere da famiglia benestante.poi c'erano i libri e ognuno aveva le sue esigenze, regali da fare per compleanni, prime Comunioni, sposalizi, il tenore della famiglia doveva essere quello!

Ercolino era sempre senza soldi, li considerava meno importanti di un fazzoletto, non necessari comunque.

Ercolino era autodidatta in tutto! Le lingue:parlava correttamente il Tedesco,(aveva fatto l'interprete in un reparto di SS) il Francese, al punto che quando andava in Francia non volevano credere che non fosse francese, anzi parlava un patuà di un quartiere Parigino.

Eppure godeva di amicizie di grandi intellettuali che andavano da lui per accrescere il loro sapere. Uno per tutti Armando Torno laureato in Matematica per scrivere

PRO E CONTRO DIO” -tre millenni di ragione e di fede-

( mondadori '93) e SENZA DIO?-due secoli di riflessioni

tra speranza e negazione- ( mondadori '95), futuro responsabile della pagina culturale del “Sole 24 Ore” già della terza pagina del “Corriere”.

Mi diceva che il tedesco lo aveva imparato in un mese, talmente era facile la grammatica. Il francese era diverso : certe cose le pensava in francese, sono convinto che Ercolino di dentro era francese.

Lavorava in Comune ma il suo stipendio lo usava per libri e cose inerenti. Ogni anno andava a Parigi a trovare

un suo amico che faceva il libraio, Gallimard, il quale sapendo cosa aveva Ercolino, gli metteva da parte i libri che gli mancavano.

Una volta che era a Parigi era entrato in un Ristorante della Riv, e aveva ordinato da mangiare, e da bere? chiese il cameriere. Facendo confusione tra vini e dessert, mancando i suoi assistenti enologhi cioé noi,ordinò una Calvados.

Mezza bottiglia ? Chiese il cameriere, intuendo l'errore. Ercolino, gran signore, disse :una bottiglia. Il cameriere disse: on botei de Calvados, per farsi sentire da tutti.

Quando Ercolino la assaggiò si accorse che era una grappa, ma per fare vedere che non si era sbagliato,la bevve tutta.

Uscendo dal Ristorante sul marciapiedi barcollò e si trovò seduto in un Ristorante Cinese,dove comandò un bicchiere d'acqua.

Ercolino mi aveva preso di mira, voleva farmi imparare il francese e la sua tecnica era questa: darmi un libro da leggere scritto in francese.

Ogni giorno dovevo leggere una pagina, alla sera mi interrogava.

Quasi ci riuscivo.

Si era messo in mente di fare un giornalino, e lo fece: SPORT CASTANO, ciclostilato in proprio, nella mitica sede del Pedale Castanese di via S,Gerolamo. La Redazione era composta da noi due,ogni tanto mi obbligava a scrivere qualche cronaca e, sempre, a lavorare al ciclostile, era un mensile ma all'occorrenza, in caso di avvenimenti importanti,uscivamo quando volevamo noi. Solo il primo numero,mi sembra, in nero, tutti gli altri a colori. Magari il calcio era in rosso,il ciclismo in verde, l'atletica in blu.

Li avevo messi via ma non ne trovo più neanche uno.

Ercolino era attratto dagli sport minori, a parte il nostro grande amore il Pedale Castanese.

Ecco la nascita della Polisportiva Castanese,fortemente voluta da Ercolino, con il CSI e le sue aspirazioni olimpioniche.

E...rimanda rimanda rimanda decidemmo di catalogare i suoi libri.

Ercolino aveva TUTTO sulla Rivoluzione Francese. Tutto quello che era stato edito in Italiano,Francese,Inglese e Tedesco. E la sua biblioteca veniva aggiornata ogni anno quando andava a Parigi dal suo amico Gallimard, che aveva messo da parte per lui i libri che gli mancavano, le nuove edizioni.

TUTTO sulla Marina Militare Italiana, e scriveva anche per una rivista militare.

TUTTO su Napoleone,aveva anche delle edizioni in lingue mediorientali.

Voleva catalogare i suoi libri.

Incominciammo una sera d'inverno.

I suoi libri li aveva in po' qua un po' là, in sala mobili appositi strapieni, al centro un grande tavolo rettangolare pieno di libri impignati. La sua camera da letto non aveva armadi, almeno li aveva ma pieni di libri, i pochi vestiti sparsi qua e là,in bagno e in cucina.

Incominciammo a catalogare nella camera da letto: io prendevo un libro e dicevo il titolo,l'autore e l'editore e l'anno di edizione, Ercolino li scriveva su un grande notis. Il libro poi lo mettevo sulla sedia, l'unica che c'era nella stanza, dopo due sere, a lavorare fino a mezzanotte, avevamo riempito la sedia. Adesso dove li metto? Ercolino mi guardò con i suoi occhi celesti sempre limpidi e senza peccato: non possiamo farcela ! Vittorio... lasciamo perdere, ci vuole una vita!

Ercolino si era ridotto da solo.



I suoi due Zii erano morti, e anche sua mamma era andata.

La speranza di Ercolino era che sua mamma morisse prima di lui ed era stato accontentato.

Ora viveva da solo in quella grande casa, lasciando tutto come era, anche nell'appartamento degli Zii.

Noi amici lo invitavamo a casa nostra ma lui non veniva mai, ogni tanto si organizzavano merende al Bar, apposta per farlo mangiare.

Per lui un panino e un bicchiere di vino erano più che sufficienti.

Se un mattino Ercolino non si presentava al lavoro, Paracchini andava subito a casa sua per vedere se era successo qualcosa. Solitamente non si era svegliato perchè aveva letto fino a tardi, una volta stava leggendo ancora, non era andato a letto!

Portava sempre un impermeabile chiaro, buono per tutte le stagioni, con la cintura sempre legata come se fosse una corda.

Al presidente della Biblioteca comunale, il Mario, ogni tanto dicevo: fatti scrivere una carta, una specie di donazione: se dovesse capitare, speriamo di no, che dovesse venire a mancare,niente di più facile perchè è come un bambino

e se deve prendere una medicina non si ricorda mica, quei libri non possono andare persi. Sono collezioni complete,uniche al mondo. Si potrebbe fare una sala ”Ercole Giani” con le tre collezioni.

Finire di catalogarli, una grossa parte di lavoro lo abbiamo già fatto. Dissi mentendo spudoratamente.

A Ercolino avevo proposto: perchè non doni le tue collezioni al Comune,li mettono in una sala e la titoli a tua Mamma, o a tuo padre, o a chi vuoi te, e tutti li possono consultare, rimangono tuoi e dai la possibilità a qualche studioso della consultazione.

Ercolino mi guardava con i suoi occhi puri, e io mi vergognavo come un ladro e gli dicevo: è un'idea,solo un'idea.

Come faceva di solito, il Mario ti guardava senza parlare. Muoversi! Gli dicevo. Muoversi.

Ercolino venne a mancare un notte nel sonno,e al mattino quando andarono a vedere perchè non era andato a lavorare, si accorsero che stava leggendo il libro della sua vita, ed era arrivato alla fine.