domenica 30 novembre 2014

un tramuntu


                                                                            

ricordu  giugà in straa
cun  fioeu e  tusann  a  dree ul canal
quan ul  So sa  sbasava
e  l'aria  la prumetea  da  vignì  fresca
cun penser  ca  sa  riisia  no  a  ciapà
drisu in pee  in  dul tramuntu  ca  brusea

giovedì 27 novembre 2014

BENECOMUNE



                                                              


Con il più alto atto di sovranità Nazionale, con il Referendum, noi Italiani abbiamo stabilito che l'acqua è un bene comune, abbiamo deciso che l' acqua è nostra, come l' aria. Di tutti e di nessuno: tutti la possono usare ma nessuno la può fare sua. Questo dice il Referendum ! Usi diversi non sono ammessi ! Parlo da Buscatese, la Amministrazione in carica ha ceduto la gestione dell'acqua ad AMIACQUE, la quale l'ha passata a CAP HOLDING che adesso la cede a IDRA MILANO Srl. Cosa c'è sotto ? Se la gestione dell'acqua era un peso economico, così ci hanno detto, perchè questi giri di gestioni, perchè queste forti spese( Buscate casa dell'acqua e ripristino di un acquedotto, Castano due milioni di euro spesi un anno fa, Magnago tre milioni

in spesa, e altri numerosi Comuni con spese rilevanti, se era un costo insopportabile per le nostre Ammistrazioni, come possono spendere e spandere in questa maniera ? Cosa c'è sotto ?

AMIACQUE capitale sociale 64 mln, CAP HOLDING 30 mln , IDRA 33 mln €. Una cosa che era in perdita come fa a fare gola così ? Per me è evidente, ce l'abbiamo sotto gli occhi !

A questo punto ho una sola cosa da fare : citare in giudizio la mia Amministrazione perchè ha ceduto l'uso della mia acqua senza chiedere il mio permesso.

Devo, con dei Legali all'altezza, procedere alla denuncia-querela.



Marchiori Antonio.

mercoledì 26 novembre 2014

la scuola di Don Milani

ognun  da nun  quan  ca  'l parla 'l  ga  già  den la la  so  decisiun
e 'l  sculta  i ol  pa  sinti  cuma a  in  scemi
el  sculta   pa  cunfermà  la  so idea
ghè  di libar  da  scrii
sa  na parla
libar  cun den la  verità
la  vera  demucrasia
sa na parla  già  da un po'
cuma  dean ves  fa
che parol  duperà
inventà  una manera  da  rasunà  ca la vaga  ben par  tuci
ca  tuci podan capii a  vantagiu da  chi   ca legi  no
ca laura  no
ca mangia no
ul tempu  dul pensà  l'e  finii
e  se vansa  pù ul tempu  da  scrii
ma  chi  ca legii ?
ga legi  qui  ca  scrii
cercandu i puras  in  quel  can  scritu i ol
qui  ca  dea  legi  pa  fa  la  so  bataia
legian  no  fan  fadiga
e  alua  sa legian  fra lur  qui  ca  scrii ma
a  furia  da rasunaa an  vansa  pù ul tempu  pa  scrii

el Pulin Natalizi


                                                             

Un Pulin (Tacchino ) da  4  Kili

Prepara  un  ripien  cun :

Du eti da  Pom  taià  a  tocc
un  etu  da brugn secc  tegnù  un  po'  a bagn
un  etu  e mes da  castegn  arostu pelaa  ben  ben
du  eti  da  luganiga
coeur, fidigu e stomigu  dul Pulin  a  tochi
lavà  e  sugà  el Pulin  e  meti  den  tuti  i  ingredient, el  ga  da  vess  no  pien
coeusì   'l su   e  liga ul  vulatil
meti in padela granda  a  see  cun  buter, sa,  salvia  e rusmarin
rusulal  ben ben  da  tuci  i parti  bagnandul  cul  so  soeugu
ricuperandu l'acqua  dul  querciu
la cutoeura  la  varia  da  4  ur a  5  ur


Partendu  da una  butiglia  a testa  da  vin  da Fara, quel  russ, la  festa
l'è  sicurada.

Racconto del mercoledì CANE GIALLO


                                                              

Tony



In quei tempi abitavo al Presidio,almeno: ci abitavo già in quel bosco,poi è arrivata molta gente,gente che si agitava continuamente, che gridava,che litigava,che mangiava,che cantava. Per me è stato un periodo fantastico,non mi mancava niente: avevo da bere,che nessuno lo sa ma è sempre difficoltoso per noi,prima dovevo scendere in Cava per bere, da mangiare a volontà,avevo il Veterinario che veniva ogni giorno e mi tagliava le unghie e i peli delle orecchie,veniva con un cane a tre zampe che rimaneva in macchina e non ti potevi avvicinare perchè dava fuori e sembrava che di zampe ne avesse sei, c'era una donna con grandi tette che mi portava sempre delle caramelle,alcune erano buone ma io per educazione le mangiavo tutte. Una notte mi diede molte pedate perchè era andata a pisciare nel bosco e io per amicizia l'avevo toccata con il muso mentre stava pisciando. Valle a capire le donne ! Quando stavo al Presidio il Padrone ero io ! Di giorno,di notte, arrivavano degli altri cani, per rimanere dovevano avere il mio permesso. Ma rimanevano poco perchè qualcuno li portava a casa. Anche a me era capitato:uno che abitava in via del Brughè mi aveva portato a casa sua,pensando di farmi un piacere,ma io sono tornato indietro subito. Il mangiare era tanto e tanti gli avanzi,ecco perchè arrivavano tanti cani,e tanti gatti ma i gatti non li sopportavo e li facevo scappare subito, uno mi è rimasto un po' di pelo in bocca. Dei gatti non ti puoi fidare,infatti i Cacciatori per andare a caccia usano i cani,i gatti non ti riportano il selvatico ma lo mangiano. Stavo da Dio. Nei freddi inverni nella baracca la stufa andava sempre, anche sotto alla baracca,che era rialzata si stava al caldo,e io e gli altri cani ospiti, ci si andava spesso perchè posto migliore non c'era. Tutte le domeniche c'era un pranzo con 10 o 20 persone. Tutte le feste,Natale Pasqua ultimo dell'anno Ferragosto sabato grasso,organizzavano i cenoni,con tantissimo mangiare, e musica con trio Los Carlinos a fare le serate. E non mi dava fastidio perchè era musica dolce, senza note fastidiose che ti entrano nelle orecchie e nel cervello. In quei giorni si stava bene e anche nel bosco si entrava facilmente perchè veniva sempre pulito dai rami secchi e erbacce e un gatto lo vedevi anche a 50 metri.

Io stavo bene con tutti ma con le donne meglio, le donne ti grattavano dietro le orecchie senza farti male, se avevi una spina erano brave a toglierla e quando parlavano erano carezzevoli. Io non so perchè gli uomini si lamentano delle donne. Forse è per il sesso che si lamentano, gli uomini danno troppa importanza a quella cosa lì, noi siamo superiori a loro, e abbiamo organizzato tutta la faccenda in modo nettamente migliore. Intanto loro quando fanno sesso si nascondono e già questo la dice lunga. Non conosco nessun altro che si nasconde per fare una cosa naturale come il sesso: solo gli uomini ! Nei tre anni che è durato il Presidio non ho visto nessuno fare sesso. Gli uomini non sono come noi cani ! Noi facciamo sesso solo se la femmina è disponibile, loro no, esattamente come si comportano non lo so dire,ma so che i maschi quando vogliono vogliono. Non si sono ancora evoluti e sono preda di bassi istinti. E' evidente la differenza evolutiva: noi siamo migliori in tutto, abbiamo 4 gambe invece di 2, le orecchie più grandi e sentiamo molto di più,loro,gli umani,sentono il motore di una macchina che arriva,noi di quel rumore sentiamo dentro: le cinghie che girano,gli stantuffi delle pompe della benzina e dell'olio,lo sfregamento dei pistoni. Tanto per dire. Gli odori li sentiamo anche a distanza di km, distinguendo di un odore tutti i componenti. Poi loro si sono evoluti in maniera sbagliata. Che bisogno avevano di scrivere ? A cosa serve ? Scrivere è causa di grossi problemi, firme estorte e poi diventate obbligo, segni su schede elettorali per mandare i mariuoli a comandare, impegni presi con una firma fatta in stato di ebbrezza, e molti altri casi simili. Noi ci siamo evoluti cercando la libertà,in quella direzione. Io sono amico degli uomini, forse il solo, e se potessi parlare...



Mi restano i ricordi,quelli sì. E belli. Quella festa di 300(forse di più)persone con i tavoli messi in mezzo alle piante del bosco pulito e sfrondato che sembrava un Ristorante con il Consiglio Comunale al Completo e tutti gli invitati ufficiali. E la gran festa per noi cani,io e cani che avevo invitato. Le festicciole organizzate per piccoli pranzi con Carlin che interpretava il Minatore,una canzone della Miniera che faceva durare più di mezz'ora, e la Piera che con la sua voce soave ti portava in altri posti. E la Silvana, e il Cantona che con la sua fisarmonica faceva venire voglia di ballare pure e me. E le messe al Presidio con un incredibile numero di gente,e le processioni con le Bande. E i giovani che venivano al sabato sera e nelle notti di festa.



Poi un giorno,era inverno, la storia è finita. Il bidone sulla strada dove c'era il fuoco continuo, si è spento. E non è venuto più nessuno,si,qualcuno veniva ogni tanto in visita; veniva in bici,camminava un pò avanti in dietro e tornava in Paese. Poi un giorno venne il Toni di Arconate con i suoi camions e portò via tutto. Adesso non c'è più traccia di quel Posto così gradevole e ospitale. Adesso non ci vado neanche più,faccio troppa fatica,ci vorrebbe mezza giornata, e poi... cosa ci vado a fare ? Un bosco vale l'altro e quello è troppo lontano per me, sono passati vent'anni anche per me,molti donne e uomini che venivano in quei giorni non ci sono più, quelli che vorrei vedere sono la Piera e Carlin che mi volevano bene e mi grattavano nel modo giusto.

La gente di Buscate è strana. In quei giorni,quando veniva tutta quella gente, nei momenti di pericolo suonavano una sirena,la sentivo benissimo anche dal presidio e dopo un po,per partecipazione, mi mettevo a ululare e tutti i cani del circondario ululavano. Anche quelli della Maddalena che si trovava al di là della cava ma siccome non c'era niente in mezzo si sentivano come se erano lì. Al mattino presto si vedeva la Volpe maschio che risaliva la costa dall'altra parte della cava dopo essere andata a bere,la femmina non si vedeva mai. Diverse mattine sono andato sul margine della costa per aspettarle ma non le ho mai viste. La Volpe,si sa, è furba.

Adesso sono proprio vecchio,vivo con una vecchia, sotto al portico che ha in fondo al giardino. E da sdraiato sto veramente bene,è quando devo alzarmi che cominciano i problemi, però mi alzo lo stesso per fare un giretto,dopo mi sento meglio. La vecchia è buona e mi vuole bene,io le faccio compagnia.

                                     CANE GIALLO

martedì 25 novembre 2014

noci fresca


                                                                         

in  da  la  sira ca  vegn
in  dua 'l  So 'l guarda  'n dree
le  bel  pinsà   a  la  noci  fresca
cui  rumur  da  la stala
da  la  vaca ca la  pica i pee
cul Can  cal  guais 'n tan ca 'l  sogna
i Rat Culur   ca ven inansi e  indree
ul  Gatu cal  risia  pa  fa l''amur
chi  noci  pin  da  vita
cun la  Maria  Bambina  sul  cumò  testimoni  da  vita.

CAP HOLDING


                                                                          

Questa  sera in consiglio Comunale  si  accetterà il  solito  rospo e lo  si  manderà  giù  senza fatica.  Voglio ringraziare i  Consiglieri  tutti, ma  anche le  Associazioni che  accettano  supinamente il  furto  dell'Acqua, senza  minimamente  intervenire.  Chissà  se a  qualcuno  verrà in mente  di  chiedere  chi è HIDRA S.r.l., il  suo statuto, chi  sono i  soci, e il perché  di questa ennesima operazione  che  ricorda  tanto  il gioco  delle tre  carte.

lunedì 24 novembre 2014

Democrazia finta

                                                                          

Ua strana Democrazia, dove i Cittadini conservano il diritto di cambiare Governo ma non di cambiare politica, una Democrazia di forma, il comportamento è dettato dagli altri ; ma una Democrazia che non sia tale nella sostanza non è Democrazia, non è vera ! E' una Democrazia finta ! Dove prosperano i ciarlatani, nel vuoto delle idee gli affaristi prosperano, le Lobby comandano. C'è spazio per il malaffare e per le persone che valgono poco, per i quaquaraqua !

Per fermare la desertificazione della vita Pubblica occorre un rilancio della sinistra, non una etichetta di sinistra che si appiccica sui vestiti o sulla fronte, ma facendo cose di sinistra !

Agire sulla diseguaglianza sociale che aumenta in maniera esponenziale, ridando i Diritti al Lavoratori e investendo su nuove attività; non dando la mancetta degli 80 euro ( con intenti chiaramente elettorali )

Con i poveri che aumentano di numero e di povertà e i ricchi in opposto diminuiscono in numero e aumentano in ricchezza. E la forbice si allarga. Torniamo indietro nei tempi buoni, rifacciamo lo Statuto dei Lavoratori. Rimettiamoci in pista ! Alè !!

domenica 23 novembre 2014

Violenza contro le donne


                                                                     

Si è svolta in sala  Lodi uno spettacolo contro la violenza alle  donne. Sette  attrici  si  sono alternate a  dire la loro  storie. Attrici di buon livello  hanno  fatto un racconto  della  violenza  con piccoli racconti, alternandosi in scena, accompagnati  da una  fisarmonica. Valido il racconto, valida  la  scena.
Questo  si inserisce  nella giornata  della  violenza  contro le  donne, fissata  martedì  25  Novembre.
Io  aggiungo  che  sono  45  anni  che  abito  a  Buscate e mai  ho  sentito  di  fatti di  violenza  contro le  donne !  Caso mai il contrario.  Viva  le  donne

venerdì 21 novembre 2014

Pranzo di Natale

                                                                             

Da  "VECCHIA  MILANO "  in  cucina, di  Ottorina  Perna  Bozzi.

Pranzo  di Natale :

ANTIPASTO   DI  SALAMI  MISTI  :

prosciutto  crudo
galantina  di pollo
lingua
mambré
salsiccione
triangoli  di gelatina e  ricciolini  di  burro

RAVIOLI   IN BRODO  RISTRETTO

LESSO  MISTO :

Manzo stacchettato
Biancostato
testina  di  vitello
cappone
zampone   di Modena

CONTORNO :
spinaci
mostarda  di  Cremona
cetriolini e  cipolline  sott'aceto
funghetti  sott'olio
senape  francese
pasticcio  di  pasta  frolla salata  con piccioni
grande vol-au-vent  riempito  di minuta  e  tartufi

TACCHINO  ARROSTO  RIPIENO
contorno :
insalata  trevigiana  rossa e  riccia  bianca.

FORMAGGI  :
sbrinz
gruera
grana

PANETTONE
TORRONCINO  DI CREMONA

FRUTTA  FRESCA :

Arance
Mandarini
mele  rosse
pere

FRUTTA  SECCA :

Datteri
Fichi  secchi
Noci  Nocciole Mandorle
Albicocche   secche

VINI :

Bianco  Soave di  Valpolicella(  con l'antipasto )
San  Colombano  e Barbera  (lesso )
Barolo con l'arrosto
Moscato  bianco  spumante  col Panettone

CAFFE' E  LIQUORI

Grappa e  Sassolino  ai grandi
Capillaire  ai  bambini


Buon  appetito  !

giovedì 20 novembre 2014

Eternit

La  Cassazione con un comunicato  precisa : la  prescrizione  riguarda il Disastro
Ambientale non gli omicidi.
I sapientoni dovrebbero limitare un pochino  gli  interventi.

Mosè della cava


Ghé di ricordi che a ricordai sa capisan

cambian culur

ghé di ricordi ca sa capisan pusè dopu

ricordi pesanti o liger

ligaa a stori impurtanti o nu

ricordi svuia

ricordi da robi vignu dopu

ma i ricordi dul presidi ghen un oltar culur

i ricordi dul presidi ghen da la genti ul so culur

genti special ca dea un special culur

i fiamm dul bidun balean 'n duna certa manera

l'ea un foeugu pusé

anca la stua

'na burlera piscinina in un lucal grandi fai da lamera

in un lucal grandi 'n dua sa 'ndea in dul fregiu da la sira

in pù un oltar lucal in dua ghea

frigurifar machineta dul cafè telefun e dispensa

'na stua sula pà sculdà tuta la baraca

un furnelin grand me 'na foia da murun d'una putensa mai vista

al druean pa fa ul cafè ma anca per fa coeus la pasta

qui ca ghean no 'l san no la forsa da la gent

a ian tresentu quan ca sunea la sirena

quel ca fea movi la genti a l'ea anca

quel ca fea balà ul foeugu dul bidun e 'ndà forti la stua

la genti la ghea no i numar vun

ga cumandea nisun

sa gheum Mosé paseun anca nun in mesu al mar.

mercoledì 19 novembre 2014

Racconto del mercoledì ERCOLINO






ERCOLINO



A metà piazza si apre un vicolo che in mezzo all'abitato arriva oltre,verso sud. All'infuori del primocortile,abitato dai Croci e di loro proprietà, tutti gli altri cortili sono proprietà dalla famiglia Schiappati. Dove finisce il vicolo,c'è come una piazzetta con un grosso gelso vuoto di dentro, lì c'è la villa degli Schiappati. Con un grande giardino stile incolto,con moltissime piante. Lì abitava Ercolino,con i suoi due ultimi Zii e la mamma, Schiappati.

Gli ultimi Schiappati.

Ercolino faceva Giani di cognome e suo padre era Primario in una clinica e un giorno,dopo avere letto un esame che lo riguardava, si è vestito di tutto punto,con farfallino e guanti di camoscio,invece di prendere la porta per uscire ha preso la finestra. Di lui Ercolino non si ricordava, era troppo piccolo.

La mamma,che era una Schiappati, sovraintendeva alla villa,ai due fratelli e ad Ercolino.

Ci si vedeva ogni sera,dall'Albergo due Spade.

Ercolino faceva parte di un censo in cima alla scala sociale,se doveva festeggiare un compleanno doveva essere organizzata una festa con invitati di riguardo, dei

Fiore, La Bella, Torno, Cacciatori, Picco,,Giacobone,De Bernardi, De Simone e via così. Alla sera al Bar si festeggiava con una bevuta,e magari Ercolino era senza

soldi,perchè gli Schiappati erano pieni di possedimenti
(il campo,il mitico”campo” dove tutti giocavano a alla

palla) era di Schiappati, metà paese era del Baronetto, e l'altra metà di Schiappati, ma soldi pochi.

I soldi erano quelli dello dello zio che , se pur alto stipendio, doveva servire per gli abbigliamenti e tutto quello che serviva per una vita sociale dignitosa,per la cucina,che doveva essere da famiglia benestante.poi c'erano i libri e ognuno aveva le sue esigenze, regali da fare per compleanni, prime Comunioni, sposalizi, il tenore della famiglia doveva essere quello!

Ercolino era sempre senza soldi, li considerava meno importanti di un fazzoletto, non necessari comunque.

Ercolino era autodidatta in tutto! Le lingue:parlava correttamente il Tedesco,(aveva fatto l'interprete in un reparto di SS) il Francese, al punto che quando andava in Francia non volevano credere che non fosse francese, anzi parlava un patuà di un quartiere Parigino.

Eppure godeva di amicizie di grandi intellettuali che andavano da lui per accrescere il loro sapere. Uno per tutti Armando Torno laureato in Matematica per scrivere

PRO E CONTRO DIO” -tre millenni di ragione e di fede-

( mondadori '93) e SENZA DIO?-due secoli di riflessioni

tra speranza e negazione- ( mondadori '95), futuro responsabile della pagina culturale del “Sole 24 Ore” già della terza pagina del “Corriere”.

Mi diceva che il tedesco lo aveva imparato in un mese, talmente era facile la grammatica. Il francese era diverso : certe cose le pensava in francese, sono convinto che Ercolino di dentro era francese.

Lavorava in Comune ma il suo stipendio lo usava per libri e cose inerenti. Ogni anno andava a Parigi a trovare

un suo amico che faceva il libraio, Gallimard, il quale sapendo cosa aveva Ercolino, gli metteva da parte i libri che gli mancavano.

Una volta che era a Parigi era entrato in un Ristorante della Riv, e aveva ordinato da mangiare, e da bere? chiese il cameriere. Facendo confusione tra vini e dessert, mancando i suoi assistenti enologhi cioé noi,ordinò una Calvados.

Mezza bottiglia ? Chiese il cameriere, intuendo l'errore. Ercolino, gran signore, disse :una bottiglia. Il cameriere disse: on botei de Calvados, per farsi sentire da tutti.

Quando Ercolino la assaggiò si accorse che era una grappa, ma per fare vedere che non si era sbagliato,la bevve tutta.

Uscendo dal Ristorante sul marciapiedi barcollò e si trovò seduto in un Ristorante Cinese,dove comandò un bicchiere d'acqua.

Ercolino mi aveva preso di mira, voleva farmi imparare il francese e la sua tecnica era questa: darmi un libro da leggere scritto in francese.

Ogni giorno dovevo leggere una pagina, alla sera mi interrogava.

Quasi ci riuscivo.

Si era messo in mente di fare un giornalino, e lo fece: SPORT CASTANO, ciclostilato in proprio, nella mitica sede del Pedale Castanese di via S,Gerolamo. La Redazione era composta da noi due,ogni tanto mi obbligava a scrivere qualche cronaca e, sempre, a lavorare al ciclostile, era un mensile ma all'occorrenza, in caso di avvenimenti importanti,uscivamo quando volevamo noi. Solo il primo numero,mi sembra, in nero, tutti gli altri a colori. Magari il calcio era in rosso,il ciclismo in verde, l'atletica in blu.

Li avevo messi via ma non ne trovo più neanche uno.

Ercolino era attratto dagli sport minori, a parte il nostro grande amore il Pedale Castanese.

Ecco la nascita della Polisportiva Castanese,fortemente voluta da Ercolino, con il CSI e le sue aspirazioni olimpioniche.

E...rimanda rimanda rimanda decidemmo di catalogare i suoi libri.

Ercolino aveva TUTTO sulla Rivoluzione Francese. Tutto quello che era stato edito in Italiano,Francese,Inglese e Tedesco. E la sua biblioteca veniva aggiornata ogni anno quando andava a Parigi dal suo amico Gallimard, che aveva messo da parte per lui i libri che gli mancavano, le nuove edizioni.

TUTTO sulla Marina Militare Italiana, e scriveva anche per una rivista militare.

TUTTO su Napoleone,aveva anche delle edizioni in lingue mediorientali.

Voleva catalogare i suoi libri.

Incominciammo una sera d'inverno.

I suoi libri li aveva in po' qua un po' là, in sala mobili appositi strapieni, al centro un grande tavolo rettangolare pieno di libri impignati. La sua camera da letto non aveva armadi, almeno li aveva ma pieni di libri, i pochi vestiti sparsi qua e là,in bagno e in cucina.

Incominciammo a catalogare nella camera da letto: io prendevo un libro e dicevo il titolo,l'autore e l'editore e l'anno di edizione, Ercolino li scriveva su un grande notis. Il libro poi lo mettevo sulla sedia, l'unica che c'era nella stanza, dopo due sere, a lavorare fino a mezzanotte, avevamo riempito la sedia. Adesso dove li metto? Ercolino mi guardò con i suoi occhi celesti sempre limpidi e senza peccato: non possiamo farcela ! Vittorio... lasciamo perdere, ci vuole una vita!

Ercolino si era ridotto da solo.



I suoi due Zii erano morti, e anche sua mamma era andata.

La speranza di Ercolino era che sua mamma morisse prima di lui ed era stato accontentato.

Ora viveva da solo in quella grande casa, lasciando tutto come era, anche nell'appartamento degli Zii.

Noi amici lo invitavamo a casa nostra ma lui non veniva mai, ogni tanto si organizzavano merende al Bar, apposta per farlo mangiare.

Per lui un panino e un bicchiere di vino erano più che sufficienti.

Se un mattino Ercolino non si presentava al lavoro, Paracchini andava subito a casa sua per vedere se era successo qualcosa. Solitamente non si era svegliato perchè aveva letto fino a tardi, una volta stava leggendo ancora, non era andato a letto!

Portava sempre un impermeabile chiaro, buono per tutte le stagioni, con la cintura sempre legata come se fosse una corda.

Al presidente della Biblioteca comunale, il Mario, ogni tanto dicevo: fatti scrivere una carta, una specie di donazione: se dovesse capitare, speriamo di no, che dovesse venire a mancare,niente di più facile perchè è come un bambino

e se deve prendere una medicina non si ricorda mica, quei libri non possono andare persi. Sono collezioni complete,uniche al mondo. Si potrebbe fare una sala ”Ercole Giani” con le tre collezioni.

Finire di catalogarli, una grossa parte di lavoro lo abbiamo già fatto. Dissi mentendo spudoratamente.

A Ercolino avevo proposto: perchè non doni le tue collezioni al Comune,li mettono in una sala e la titoli a tua Mamma, o a tuo padre, o a chi vuoi te, e tutti li possono consultare, rimangono tuoi e dai la possibilità a qualche studioso della consultazione.

Ercolino mi guardava con i suoi occhi puri, e io mi vergognavo come un ladro e gli dicevo: è un'idea,solo un'idea.

Come faceva di solito, il Mario ti guardava senza parlare. Muoversi! Gli dicevo. Muoversi.

Ercolino venne a mancare un notte nel sonno,e al mattino quando andarono a vedere perchè non era andato a lavorare, si accorsero che stava leggendo il libro della sua vita, ed era arrivato alla fine.





                        

domenica 16 novembre 2014

PATTO DEI SINDACI



il  PATTO DEI SINDACI è una iniziativa  Europea  che  impegna le persone  che  abitano  nella  nostra  Europa ad  abbassare la  C02  del 20%  entro il  2020, una   iniziativa  concreta per migliorare la qualità dell'ambiente senza aspettare interventi dall'alto. I Sindaci, quelli che aderiscono s'intende a questo Patto,(  5.000   su  8.000 ) si sono impegnati concretamente a seguire delle fasi ben precise.

FASE A: elaborazione dell'inventario delle emissioni di CO2 (baseline), suddivise per settore (edifici pubblici, residenziali e commerciali, illuminazione pubblica, trasporto pubblico e privato, rifiuti, industria, etc) all'anno 2005;
FASE B: identificazione delle priorità di intervento, degli obiettivi di settore e delle relative azioni per la riduzione delle emissioni, attraverso un processo partecipato che coinvolga i Cittadini ;
FASE C: predisposizione di un sistema di monitoraggio periodico delle azioni, al fine di verificare la conformità dei risultati con gli obiettivi previsti, e così adattare e migliorare il Piano d'Azione.
 
I  Sindaci  sono  tutti  Italiani ma non vorrei  che  si  comportassero  alla Italiana. (  cioè  fare  finta  di fare  e non fare  niente )
Il Pianeta  è malato,   molto  malato, al  suo   capezzale   ci siamo  noi e  con  lui  moriamo  noi, peggio  ancora, i  nostri   figli. Si deve per  forza intervenire !
I nostri  Sindaci hanno  delle  cose  semplici  che possono fare : una Ordinanza  che  vieti i motori  a  scoppio  senza marmitta  sul  territtorio  comunale, piantumare il  più possibile e  fare  diventare le  strade  dei  viali, usare i terreni  incolti (magari  di proprietà  comunale ) e farli  diventare  dei  boschi. Dare  disposizioni  alle  Polizie  Locali  di  fermare  tutte  le  auto e  controllare  se   sono in regola  con la  revisione !  Cose  che  si possono  fare  subito  senza  spendere  un  soldo, anzi  la  multe  porterebbero  danaro fresco  nelle  casse  Comunali.
Poi si  porterebbero  avanti  con  gli  studi  sul  risparmio  energetico  e  le  lampade  a  LED. 
All'Italiana  invece non  fanno niente :  non  vorrai mica  che  su 8.000  Comuni vengono  a prendere  mé,  e  tirano  a  campà.
Per adesso,  nel  comune  dove  abito, e nei  Comuni  a me  vicini, non hanno fatto  niente !

sabato 15 novembre 2014

Sbrufadey

Miscia  do ur  prima :
un  cugiaa  da  farina  scars
tri  cugiaa  de  grana
tri oeuf  intreg
sa e un udur  da nus  musca

fa  ripusaa  in  frigur

Broued  da  carni  buienta in dul padelin
sbasala al minim
mett   dent quel  che  te  preparaa  in  del  schisciapatati
 e fal  burlaa  den in dul  broeud
fa  coeus  pian   pian  per  cinq  minut


Podan  mangiala  tuti
anca  i malaa


Qui  no  malaa, una  butiglia  a  testa  da  vin  da  Mismirì, quel  negar

venerdì 14 novembre 2014

ma pias la genti

ma  pias  la  genti  ca la  sa  cusa la  fa
e  la  fa  in menu  tempu
ma pias la  genti  ca parla  pocu
qui  ca   sa fan  capì  sensa  parlà
ma pias  la  genti  puareta
ma  pias  la  genti  ca  sensa   studià
in  bun  da legi ul  mundu

mercoledì 12 novembre 2014

Racconto del mercoledì VALSESIA



                                                                         
                    
L'è un discursu dul 25 April” sentenziò il Botta.

Il Carnaghi si imbestialì, aveva fatto il Partigiano, e dal suo tavolo all'angolo opposto gridò “ Tas, porcu diu”.

Era sempre ubriaco, con il volto cianotico e le mani che vibravano come un diapason non riusciva a portare alla bocca un bicchiere senza versare buona parte del vino contenuto. Ma quando sentiva parlare di Fascismo, Resistenza, 25 Aprile, allora no ! Allora le mani non gli tremavano più il volto gli si faceva pallido, d'un pallore un poco plumbeo che non fosse il suo, magro e scavato.

Porcu diu, tas”, La sala echeggiava e sembrava costringere l'urlo dentro uno spazio angusto per il groviglio di sentimenti che c'erano in quella bestemmia.

Il Botta continuò a zittire il Bruccoleri che pontificava

sulla infedeltà delle sposate.

Alle guance del Carnaghi tornò il solito colorito bluastro e ripiombò dentro se stesso tremante e sbigottito come un fanciullo.

Il Bar Centrale si trovava nella piazza del Paese di fronte alla Chiesa e a due passi dall'ufficio Postale che il capo Bruccoleri dirigeva in maniera inflessibile, concedendosi solo qualche breve pausa per l' aperitivo discettando sul comportamento delle donne, argomento questo nel quale vantava grande esperienza.

Quel giorno erano le sposate il tema del discorso che interessava il capannello che gli si era formato attorno. “ Più sono gli anni che è sposata, maggiori sono le possibilità di ottenere la capitolazione.”

Il Botta contrapponeva a questa tesi l'opposta che voleva più fedrifaghe le sposine novelle di quelle stagionate e citava i piaceri dispensati dalla Verrini, il Broccoleri gli contrapponneva le costanti vittorie riportate dai più sulla Pierolazzi, che lavorava alle sue dipendenze( così amava esprimersi, benchè i “suoi” impiegati non dipendevano propriamente da lui ma dalla Amministrazione Centrale, questi compreso)

Ostia...NO!” Il Carnaghi era scattato in piedi come una molla,bianco come una straccio e con gli occhi spiritati. Quello non lo avrebbe permesso, ostia.

Cristo, era dura su in Valsesia, bastardi...”

La Pierolazzi era stata l'unica donna che avesse

mai amato, la sua promessa sposa prima che, ventenne e innamorato partisse per il fronte Russo,portandosi in cuore il sapore delle lacrime di lei, della sua lingua fredda e triste nel momento dell'addio mentre il cuore gli batteva furiosamente

nel petto.

Il ricordo del suo volto,la sua fotografia, lo avevano portato fuori dalla sacca là in Russia, maledetta Russia. Quante volte era stato lì per abbandonarsi alla neve, al gelo, ai Russi se non fosse intervenuta una sensazione quasi tattile del corpo di lei ha infondergli forze ed energie impensate.

Era dura senza armi e senza niente da mangiare, cristo di dio, ma li facevamo piangere sangue, quei bastardi..”.

Tornato in Italia fu mandato a Torino, dove lo colse il deflagrare dell' otto settembre. Piuttosto che arrendersi a quei bastardi di crucchi si sarebbe tolto la vita e, con altri sei compagni, scappò dalla Caserma dirigendosi verso Oleggio dove aveva dei parenti contadini. Quando apparvero i primi manifesti che imponevano a tutti i giovani l'arruolamento nell'esercito della RSI, li imbrattò di merda e, quando seppe che su in Valsesia s'erano formate delle bande di giovani come lui che combattevano i fascisti e i tedeschi, partì.

Superò i momenti terribili dell'inverno del '44 e del proclama Alexsander, tenendo il pensiero fisso alla sua Teresa, ai suoi grandi occhi marrone che vedevano in lui chissà che cosa, e in cui lui avrebbe voluto annegare, la avrebbe ritrovata alla fine e con lei avrebbe formato una famiglia in un mondo nuovo, finalmente libero e migliore.

Quando tornò a casa la sua Teresa aveva un fidanzato,un ex militare della Finanza. Erano fidanzati da poco, lei era stata brava brava ad aspettarlo ma, finita la guerra il 25 Aprile, era impegnato a presidiare Milano agli ordini del CLN, ed era tornato che era novembre, e lei si era fidanzata.

Per tre mesi il Carnaghi non uscì di casa, nè si alzò dal letto.

La Teresa lasciò il fidanzato, a cui non voleva bene, e lo aspettò invano, sperando alla fine di ottenere il perdono e di riabbracciare l'unico uomo che avesse veramente amato, lo aspettò invano per quasi tre anni, ma il Carnaghi usciva da casa solo per andare in piazza nel Bar Centrale, senza scambiare parola con nessuno.

Alfine la Pierolazzi, per vendicarsi della sua indifferenza, decise di sposarsi e rimasta vedova presto, fece voto di concedersi a chiunque l' avesse desiderata per punire la durezza del suo animo.

...sorgerà alla fine un mondo migliore, sulle ceneri....”

I presenti tutti rimasero sbigottiti ad ascoltare lo sfogo, senza interromperlo e senza fare i soliti insulsi commenti.

VALSESIA VALSESIA, COSA IMPORTA SE SI MUORE, QUESTO E' IL GRIDO DEL VALORE, PARTIGIANO VINCERA'

Il pugno chiuso proteso nell 'aria, l'altra mano stretta al tavolo per reggersi in piedi, il volto fermo e sicuro, quasi bello con quell'espressione ferma.

Nessuno si ricordava il Carnaghi cantare in quel modo. Il tempo, si sa, cancella gli eroi: dopo qualche anno l'ex Partigiano era considerato, ancor giovane,un vecchio ubriacone. La canzone, ferma e forte, usciva dal Bar Osteria e andava nella piccola piazza.

A metà della canzone la Pierolazzi,uscita dall'ufficio Postale che era a due passi,entrò nel Bar Centrale e prese il Carnaghi per una mano e gli disse: andiamo a casa ! Il Carnaghi sbalordito la seguì senza fiatare.

La dona l'è cume l'unda,o la ta sustegn o la ta 'funda !

Citò il Botta.

martedì 11 novembre 2014

castei da sabia

custruì
fa un  quicoss  duma  par  ti
quel  che  te  voeuri
'na  faturia
un mulin cul  punti 'n  su 'l turenti
un  presepi
ghè   genti  ca  scrii
ca le un modu  da  criaa
e  poeu  smanian par  publicaa
e  burlan  in man ai  trufadur
cunvinti da vè  scritu  di  robi  impurtanti troan giustu fal  saé
mi pensu inveci  che  scrii 
a  lé  cume  fa i  castei  da   sabia  in ria  'l  mar
scrii pa 'l  gustu  da  scrii  parola  su parola
di  robi  ca interesa  nisun
inutil
ca servisan  a nienti
ta piasan  duma  a ti
e  come i castei  da  sabia
sa podan  no purtà  in gir
daghi  nò  ai  amis
ghé 'l pericul  da perdi l amicisia

giovedì 6 novembre 2014

cunili al ciuculat


                                                                       

Un  cunili  giuin, bel magher. La  sira  prima  metel  a  marinà in  Vin  bianc  secc,  cun  dent  un  cugiarin  de  Cacau  mar   du  cio  da  Garofan un  spichi  d'ai,  mesa  Scigula  taia  e  fett un  gambu  da  Selar una  Carotula  una  foeuia  da   Alor  doeu  foeui  de  Salvia una sprusada  de  Canela  e  de  Nuus  Musca e 'na  brancadina  da  fung  secaa.
A  la  matina  tira foeura i  tocc  da  Cunili,  sughi  ben ben  e fai  coeuluri in padela cun oli d'uliva e un tuchelin  de  buter, quan  che  inn  ben  coeulurì   bagnin cun  la marinada filtraa  cun un  culin , a un  mestulin  per  volta spetandu  ch'el  suga.  I  fung, ma  duma  quei,  meti  dent insema  al   cunili.
Quan  che te metu  den  tutta la marinada  mett  su el querc  e  fa  coeus.

mercoledì 5 novembre 2014

Racconto del mercoledì LA GITA A VANZAGHELLO


In piazza ci stavano tanti Bar, tanti clan tante famiglie. Naturalmente il migliore era il nostro. Ex Gatelli, ora famiglia Castanese, o pedale Castanese.Era come una società, e ogni anno facevamo la gita Sociale.

Quell'anno non mi ricordo di preciso dove si doveva andare, sul Trentino, si mi ricordo... sul Trentino.

Da noi c'era il Nino,che aveva un fratello, socio in una ditta di trasporti; avevano 3/4 camions e trasportavano di tutto,dalle lunghe distanze alle brevi, dal trasporto

sicuro al trasporto veloce. Il fratello maggiore,l'Egidio, voleva entrare nella nostra famiglia,ma fra di noi c'erano delle resistenze perchè era un tipo che se la tirava,sempre vestito bene, fumava sigarette con il filtro, aveva i gemelli ai polsini,le scarpe di vernice.

Si era iscritto anche lui alla gita.

Erano quasi dieci anni che facevamo la gita,ma quella fu la nostra migliore.

Appena partiti,praticamente, ognuno non aveva ancora preso il proprio posto, che il pulman si fermò, poco dopo la ferrovia, prima di Vanzaghello.

Cos'è che ha-chiese Egidio all'autista- Non so, non va più! Vediamo.-disse Egidio- E il damerino, quello che se la tirava, andò sotto al Pulman, dove c''è il motore,così com'era con la cravatta e la camicia bianca. Dopo un paio di minuti rivenne fuori con le mani unte di grasso e la cravatta a righe rosso blu perpendicolari ciondoloni e sporca.

Si è rotto il semiasse.

Quanto ci vuole a ripararlo chiese l'autista.

Non si può riparare,va cambiato,bisogna trainare il pulman in officina.





Bisogna telefonare in sede.

Andare in paese a telefonare.

Sono due passi disse Giulio,sia andare a Vanzaghello che a Castano. Va bè,-disse sconsolato l'autista.

E adesso? Cominciò a chiedere qualcuno. Qualc'un altro invece tirò fuori da bere e qualche panino portato per il viaggio.

Ognuno tirò fuori quello che aveva portato.

Il Pulman, con l'ultima forza d'inerzia l'autista lo aveva guidato fuori dalla strada,quasi dentro un bosco di robinie.

Tutti giù dal Pulman a fumare con il bottiglione di vino in mano.

L'autista era tornato dal telefonare, appena possono mandano un nuovo Pulman.

E intanto cosa facciamo?

Beviamo.

Intanto il tempo passava e il sole scottava,e allora

l'autista tirò fuori un telo molto grosso dal vano bagagli, lo legò al pulman con la asole di ferro, e lo attaccò alla piante del bosco, formando una grande zona d'ombra,sotto la quale andarono tutti.

Stufi di stare in piedi, presero le chiavi dal bagagliaio e smontarono i sedili e li misero in cerchio,un grande cerchio,e si accomodarono.

Rimetterli è un attimo,qualcuno disse.

Aspettiamo ancora un pò-disse Giulio- poi dovremo pensare cosa fare.

Io vado a telefonare-disse l'autista- perchè non arriva sto pulman?

Il Piero,che di mestiere faceva il guardiacaccia e aveva il passo lesto andò in paese e tornò con un furgoncino che aveva messo a disposizione il nostro barista,con su una damigiana di rosso,e un paio di salami crudi, che ci avrebbe messo in conto,naturalmente.

Ragazzi-disse il Giulio,fra un paio d'ore è mezzogiorno,se non arriva il Pulman c'è da far da mangiare.

Giusto.

Giusto.

Tornò l'autista. Di pulman liberi non ce ne sono,devono farne tornare uno da Torino,e appena se ne libera un'altro lo mandano a Torino per rimpiazzarlo.

E allora?

Allora c'è da far da mangiare.

Vediamo cosa manca,-disse il Giulio-

Con il furgoncino partirono per trovare una bella griglia, e del pane. Cecco e il Prina,che avevano la casa sulla ferrovia,tornarono in paese seguendo la ferrovia e fecero razzia nei loro pollai, dal vicino il Prina comperò,sulla parola, quattro conigli,che il padrone uccise e pelò in quattro e quattr'otto.Tornarono con in spalla quattro conigli, cinque polli e due anitre.

La cugina del Prina seguì, un pochino più tardi,con una scorba di melanzane patate e zucchine.E rimase anche lei.

Intanto quelli che erano rimasti avevano fatto una montagna di legna bella secca e acceso un fuoco appena fuori dal telo.

In una capanna del bosco trovarono delle assi,quasi marce, che usarono per fare i tavoli, costruendo degli appoggi con la legna del bosco.

Manca solo una tovaglia bianca. Disse qualcuno.

Prima di mezzogiorno tre tovaglie,di tre colori diversi,erano sul tavolo, di carta ma tovaglie e una pigna di piatti e bicchieri procurati dall 'Egidio.

Fu un pranzo memorabile.

Al pomeriggio girò il sole, e noi girammo il telo.

Per fare i bisogni c'era il bosco,anche per le donne che nel frattempo erano venute a trovarci.

Piano piano venne sera, e venne anche il Pulman di riserva.

Invitammo l'autista a stare con noi.

Come per tutte le gite c'era un capogita,che più che altro aveva il compito di contare le persone,per evitare di lasciare giù qualcuno. Verso sera il Gino,che era il capogita,cominciò a contare, ma non gli tornava il conto e ricominciava a contare, e poi ricominciava, e ricominciava. Il Giulio tentò di fargli capire che c'era gente in più, perchè qualcuno si era aggiunto, ma non riusciva a farsi capire,e il Gino andò avanti a contare.

Prima di sera, i nostri elettricisti( il gruppo era formato quasi tutto da operai e fra essi naturalmente anche degli elettricisti) attaccandosi alla batteria, che il motore del pulman andava, fecero un impianto mica da ridere,con le lampadine di scorta del Pulman.

Sulla strada una fila di macchine con la gente scesa a vedere,ognuno offriva qualcosa,una sigaretta,un sigaro,

uno una fiaschetta di Gin.

Da una di queste macchine scese il Pino con la sua fisarmonica. E incominciò la festa.

I cani,nelle case sulla strada che usciva dal bosco, abbaiavano a più non posso.

Molte ragazze uscirono dal paese e,a piedi, piano piano vennero a vedere la festa.

La fisarmonica del Pino coinvolse tutti.

Intanto in paese, e anche a Vanzaghello, si sparse la voce di una festa nei boschi e la sera sembrava un festival. La musica era quella del Pino, ma andava benissimo.

Il Terenzio a un certo punto cominciò a parlare francese, sempre lo faceva,era un segnale alcoolico,di solito qualcuno non lo faceva bere più,ma in quella sera nessuno era in grado di farlo.

Il Gino disse solennemente al Giulio che mancavano 5 persone.

L'autista del Pulman,non abituato a gite così, voleva andare a letto.

C'erano ragazze a non finire, io non avevo mai visto

così tante ragazze a una festa!

Sul terreno non c'era più un filo d'erba,solo terra secca per il gran calpestare della gran gente.

Non si trovava più Vitoriu,che era quello che doveva pagare il pulman, era sparito,forse con qualcuna delle ragazze venute dal paese, comunque il pulman andava pagato o al contrario. Ma Vitoriu non c'era più.

Egidio,ancora elegante, con la sua cravatta a righe rosso e blu,si dava da fare, con successo,con delle ragazze di Vanzaghello.

Il Gino,capogita, andò avanti a contare eroicamente i partecipanti fino all'ultimo singhiozzo.

La festa finì quando le ragazze andarono a casa,tristi per la festa finita,anche noi salimmo sul secondo Pulman, e andammo a casa, nel nostro Bar,il migliore della piazza.

Fu una bella festa!

E una gita straordinaria !



lunedì 3 novembre 2014

Capitale Sociale


                                                                               

Capitale Sociale


Se dovesse tornare il problema Cava come reagirebbe Buscate?

Quella volta Buscate è stato d'esempio a tutta Italia. E adesso?

La nostra Collettività ha ancora del Capitale Sociale disponibile da spendere? Ha ancora un Capitale Sociale? A maggiore Capitale Sociale corrisponde maggiore capacità di cambiamento e di forza,è una risorsa collettiva che appartiene a tutto il Paese.

Per misurare il Capitale Sociale disponibile ci sono diverse variabili indicative: diffusione dei quotidiani, affluenza al voto,

le donazioni di sangue e il numero di Associazioni NoProfit. Sono quasi tutte cose verificabili, accertabili,ma sono sufficienti

avere dati,diciamo così,confortanti ? Molto più importanti di questi dati sono la capacità di cambiamento, avere la forza di cambiare opinione, avere la capacità di prendere gli altri sul serio a sentirsi responsabili verso di loro. Avere fiducia negli altri. Buttarsi senza paura perchè hai fiducia nella persona preposta al compito. Anche se ti va male fa niente lo hai fatto per gli altri. Misurare il Capitale Sociale disponibile non è cosa facile. C'è un solo modo: averne bisogno. E allora quando suona la Sirena si vede chi c'è. Il passato non conta, vale come passato, il bisogno è il presente. Il futuro presente. Il futuro lo mangiamo ogni giorno a bocconi, quello che adesso è futuro in pochi secondi è già passato. Speriamo di non avere bisogno del Capitale Sociale. Un Paese con un Capitale Sociale scarso influenza negativamente sulla qualità delle proprie istituzioni,sulle amministrazioni pubbliche e,in un circolo vizioso,abbassa la fiducia dei Cittadini e,quindi, del loro Capitale Sociale. Il Capitale viene speso così...inutilmente. Noi di Buscate ne abbiamo ancora di Capitale? Andare ad una verifica è molto pericoloso,io non me la sento.

Se mi guardo in giro quello che vedo è sconfortante: la parte viva del paese le Associazioni, il termometro sociale del paese, se si osserva non si vede nessun capitale sociale !

SE si guarda bene, prendendo come riferimento l'unica Azione Sociale successa nel nostro Paese : la lotta alla discarica, delle Associazioni Buscatesi presenti in paese, solo uno ha partecipato alla lotta alla discarica : Egidio D'Adda, presidente Ass. “ il Gruppo”; tutti gli altri ( e dico tutti ) no.

Elenco Associazioni :



Paganini Elisabetta PRO LOCO              NO

Calloni Luciano A.C. Buscate                 NO

Ottolini Giuliano Volley D. Bosco          NO

Lombardi Laura ASLSD Atletica            NO

De Filippo Severino Moto Club Europa  NO

Fraschina Dario F.I. Caccia                    NO

Puricelli Claudio S.P.S. Buscatese         NO

Jelpo Filippo C. Auto Club                      NO  

Marangon Palmerino Sci Club                NO

Merlotti Abramo S.C. Buscatese             NO

Colombo Mario A. S.D. Lemer                 NO

Balossi Marco A.N. Combattenti             NO

Colombo Franco AVIS                             NO

Gambero Andrea Banda S.Cecilia           NO

Marzocca Raffaella Croce Azzurra          NO

Zaghi Lucio Protezione Civile                 NO

Gandorla Giancarlo OFTAL                      NO

Sibilla Oscar Ganassa                              NO

D'Adda Egidio Il Gruppo                          SI

Naggi Maria Luisa Az, Cattolica               NO

Gaviani Guglielmo 5Agosto91                 NO



Spero fortemente che non succeda più una vicenda che implichi la partecipazione della Popolazione.