In
piazza ci stavano tanti Bar, tanti clan tante famiglie.
Naturalmente il migliore era il nostro. Ex Gatelli, ora famiglia
Castanese, o pedale Castanese.Era come una società, e ogni anno
facevamo la gita Sociale.
Quell'anno
non mi ricordo di preciso dove si doveva andare, sul Trentino, si mi
ricordo... sul Trentino.
Da
noi c'era il Nino,che aveva un fratello, socio in una ditta di
trasporti; avevano 3/4 camions e trasportavano di tutto,dalle lunghe
distanze alle brevi, dal trasporto
sicuro
al trasporto veloce. Il fratello maggiore,l'Egidio, voleva entrare
nella nostra famiglia,ma fra di noi c'erano delle resistenze perchè
era un tipo che se la tirava,sempre vestito bene, fumava sigarette
con il filtro, aveva i gemelli ai polsini,le scarpe di vernice.
Si
era iscritto anche lui alla gita.
Erano
quasi dieci anni che facevamo la gita,ma quella fu la nostra
migliore.
Appena
partiti,praticamente, ognuno non aveva ancora preso il proprio
posto, che il pulman si fermò, poco dopo la ferrovia, prima di
Vanzaghello.
Cos'è
che ha-chiese Egidio all'autista- Non so, non va più! Vediamo.-disse
Egidio- E il damerino, quello che se la tirava, andò sotto al
Pulman, dove c''è il motore,così com'era con la cravatta e la
camicia bianca. Dopo un paio di minuti rivenne fuori con le mani unte
di grasso e la cravatta a righe rosso blu perpendicolari ciondoloni e
sporca.
Si
è rotto il semiasse.
Quanto
ci vuole a ripararlo chiese l'autista.
Non
si può riparare,va cambiato,bisogna trainare il pulman in officina.
Bisogna
telefonare in sede.
Andare
in paese a telefonare.
Sono
due passi disse Giulio,sia andare a Vanzaghello che a Castano. Va
bè,-disse sconsolato l'autista.
E
adesso? Cominciò a chiedere qualcuno. Qualc'un altro invece tirò
fuori da bere e qualche panino portato per il viaggio.
Ognuno
tirò fuori quello che aveva portato.
Il
Pulman, con l'ultima forza d'inerzia l'autista lo aveva guidato
fuori dalla strada,quasi dentro un bosco di robinie.
Tutti
giù dal Pulman a fumare con il bottiglione di vino in mano.
L'autista
era tornato dal telefonare, appena possono mandano un nuovo Pulman.
E
intanto cosa facciamo?
Beviamo.
Intanto
il tempo passava e il sole scottava,e allora
l'autista
tirò fuori un telo molto grosso dal vano bagagli, lo legò al
pulman con la asole di ferro, e lo attaccò alla piante del bosco,
formando una grande zona d'ombra,sotto la quale andarono tutti.
Stufi
di stare in piedi, presero le chiavi dal bagagliaio e smontarono i
sedili e li misero in cerchio,un grande cerchio,e si accomodarono.
Rimetterli
è un attimo,qualcuno disse.
Aspettiamo
ancora un pò-disse Giulio- poi dovremo pensare cosa fare.
Io
vado a telefonare-disse l'autista- perchè non arriva sto pulman?
Il
Piero,che di mestiere faceva il guardiacaccia e aveva il passo lesto
andò in paese e tornò con un furgoncino che aveva messo a
disposizione il nostro barista,con su una damigiana di rosso,e un
paio di salami crudi, che ci avrebbe messo in conto,naturalmente.
Ragazzi-disse
il Giulio,fra un paio d'ore è mezzogiorno,se non arriva il Pulman
c'è da far da mangiare.
Giusto.
Giusto.
Tornò
l'autista. Di pulman liberi non ce ne sono,devono farne tornare uno
da Torino,e appena se ne libera un'altro lo mandano a Torino per
rimpiazzarlo.
E
allora?
Allora
c'è da far da mangiare.
Vediamo
cosa manca,-disse il Giulio-
Con
il furgoncino partirono per trovare una bella griglia, e del pane.
Cecco e il Prina,che avevano la casa sulla ferrovia,tornarono in
paese seguendo la ferrovia e fecero razzia nei loro pollai, dal
vicino il Prina comperò,sulla parola, quattro conigli,che il padrone
uccise e pelò in quattro e quattr'otto.Tornarono con in spalla
quattro conigli, cinque polli e due anitre.
La
cugina del Prina seguì, un pochino più tardi,con una scorba di
melanzane patate e zucchine.E rimase anche lei.
Intanto
quelli che erano rimasti avevano fatto una montagna di legna bella
secca e acceso un fuoco appena fuori dal telo.
In
una capanna del bosco trovarono delle assi,quasi marce, che usarono
per fare i tavoli, costruendo degli appoggi con la legna del bosco.
Manca
solo una tovaglia bianca. Disse qualcuno.
Prima
di mezzogiorno tre tovaglie,di tre colori diversi,erano sul tavolo,
di carta ma tovaglie e una pigna di piatti e bicchieri procurati dall
'Egidio.
Fu
un pranzo memorabile.
Al
pomeriggio girò il sole, e noi girammo il telo.
Per
fare i bisogni c'era il bosco,anche per le donne che nel frattempo
erano venute a trovarci.
Piano
piano venne sera, e venne anche il Pulman di riserva.
Invitammo
l'autista a stare con noi.
Come
per tutte le gite c'era un capogita,che più che altro aveva il
compito di contare le persone,per evitare di lasciare giù qualcuno.
Verso sera il Gino,che era il capogita,cominciò a contare, ma non
gli tornava il conto e ricominciava a contare, e poi ricominciava, e
ricominciava. Il Giulio tentò di fargli capire che c'era gente in
più, perchè qualcuno si era aggiunto, ma non riusciva a farsi
capire,e il Gino andò avanti a contare.
Prima
di sera, i nostri elettricisti( il gruppo era formato quasi tutto da
operai e fra essi naturalmente anche degli elettricisti) attaccandosi
alla batteria, che il motore del pulman andava, fecero un impianto
mica da ridere,con le lampadine di scorta del Pulman.
Sulla
strada una fila di macchine con la gente scesa a vedere,ognuno
offriva qualcosa,una sigaretta,un sigaro,
uno
una fiaschetta di Gin.
Da
una di queste macchine scese il Pino con la sua fisarmonica. E
incominciò la festa.
I
cani,nelle case sulla strada che usciva dal bosco, abbaiavano a più
non posso.
Molte
ragazze uscirono dal paese e,a piedi, piano piano vennero a vedere la
festa.
La
fisarmonica del Pino coinvolse tutti.
Intanto
in paese, e anche a Vanzaghello, si sparse la voce di una festa nei
boschi e la sera sembrava un festival. La musica era quella del
Pino, ma andava benissimo.
Il
Terenzio a un certo punto cominciò a parlare francese, sempre lo
faceva,era un segnale alcoolico,di solito qualcuno non lo faceva bere
più,ma in quella sera nessuno era in grado di farlo.
Il
Gino disse solennemente al Giulio che mancavano 5 persone.
L'autista
del Pulman,non abituato a gite così, voleva andare a letto.
C'erano
ragazze a non finire, io non avevo mai visto
così
tante ragazze a una festa!
Sul
terreno non c'era più un filo d'erba,solo terra secca per il gran
calpestare della gran gente.
Non
si trovava più Vitoriu,che era quello che doveva pagare il pulman,
era sparito,forse con qualcuna delle ragazze venute dal paese,
comunque il pulman andava pagato o al contrario. Ma Vitoriu non c'era
più.
Egidio,ancora
elegante, con la sua cravatta a righe rosso e blu,si dava da fare,
con successo,con delle ragazze di Vanzaghello.
Il
Gino,capogita, andò avanti a contare eroicamente i partecipanti
fino all'ultimo singhiozzo.
La
festa finì quando le ragazze andarono a casa,tristi per la festa
finita,anche noi salimmo sul secondo Pulman, e andammo a casa, nel
nostro Bar,il migliore della piazza.
Fu
una bella festa!
E
una gita straordinaria !
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