mercoledì 5 novembre 2014

Racconto del mercoledì LA GITA A VANZAGHELLO


In piazza ci stavano tanti Bar, tanti clan tante famiglie. Naturalmente il migliore era il nostro. Ex Gatelli, ora famiglia Castanese, o pedale Castanese.Era come una società, e ogni anno facevamo la gita Sociale.

Quell'anno non mi ricordo di preciso dove si doveva andare, sul Trentino, si mi ricordo... sul Trentino.

Da noi c'era il Nino,che aveva un fratello, socio in una ditta di trasporti; avevano 3/4 camions e trasportavano di tutto,dalle lunghe distanze alle brevi, dal trasporto

sicuro al trasporto veloce. Il fratello maggiore,l'Egidio, voleva entrare nella nostra famiglia,ma fra di noi c'erano delle resistenze perchè era un tipo che se la tirava,sempre vestito bene, fumava sigarette con il filtro, aveva i gemelli ai polsini,le scarpe di vernice.

Si era iscritto anche lui alla gita.

Erano quasi dieci anni che facevamo la gita,ma quella fu la nostra migliore.

Appena partiti,praticamente, ognuno non aveva ancora preso il proprio posto, che il pulman si fermò, poco dopo la ferrovia, prima di Vanzaghello.

Cos'è che ha-chiese Egidio all'autista- Non so, non va più! Vediamo.-disse Egidio- E il damerino, quello che se la tirava, andò sotto al Pulman, dove c''è il motore,così com'era con la cravatta e la camicia bianca. Dopo un paio di minuti rivenne fuori con le mani unte di grasso e la cravatta a righe rosso blu perpendicolari ciondoloni e sporca.

Si è rotto il semiasse.

Quanto ci vuole a ripararlo chiese l'autista.

Non si può riparare,va cambiato,bisogna trainare il pulman in officina.





Bisogna telefonare in sede.

Andare in paese a telefonare.

Sono due passi disse Giulio,sia andare a Vanzaghello che a Castano. Va bè,-disse sconsolato l'autista.

E adesso? Cominciò a chiedere qualcuno. Qualc'un altro invece tirò fuori da bere e qualche panino portato per il viaggio.

Ognuno tirò fuori quello che aveva portato.

Il Pulman, con l'ultima forza d'inerzia l'autista lo aveva guidato fuori dalla strada,quasi dentro un bosco di robinie.

Tutti giù dal Pulman a fumare con il bottiglione di vino in mano.

L'autista era tornato dal telefonare, appena possono mandano un nuovo Pulman.

E intanto cosa facciamo?

Beviamo.

Intanto il tempo passava e il sole scottava,e allora

l'autista tirò fuori un telo molto grosso dal vano bagagli, lo legò al pulman con la asole di ferro, e lo attaccò alla piante del bosco, formando una grande zona d'ombra,sotto la quale andarono tutti.

Stufi di stare in piedi, presero le chiavi dal bagagliaio e smontarono i sedili e li misero in cerchio,un grande cerchio,e si accomodarono.

Rimetterli è un attimo,qualcuno disse.

Aspettiamo ancora un pò-disse Giulio- poi dovremo pensare cosa fare.

Io vado a telefonare-disse l'autista- perchè non arriva sto pulman?

Il Piero,che di mestiere faceva il guardiacaccia e aveva il passo lesto andò in paese e tornò con un furgoncino che aveva messo a disposizione il nostro barista,con su una damigiana di rosso,e un paio di salami crudi, che ci avrebbe messo in conto,naturalmente.

Ragazzi-disse il Giulio,fra un paio d'ore è mezzogiorno,se non arriva il Pulman c'è da far da mangiare.

Giusto.

Giusto.

Tornò l'autista. Di pulman liberi non ce ne sono,devono farne tornare uno da Torino,e appena se ne libera un'altro lo mandano a Torino per rimpiazzarlo.

E allora?

Allora c'è da far da mangiare.

Vediamo cosa manca,-disse il Giulio-

Con il furgoncino partirono per trovare una bella griglia, e del pane. Cecco e il Prina,che avevano la casa sulla ferrovia,tornarono in paese seguendo la ferrovia e fecero razzia nei loro pollai, dal vicino il Prina comperò,sulla parola, quattro conigli,che il padrone uccise e pelò in quattro e quattr'otto.Tornarono con in spalla quattro conigli, cinque polli e due anitre.

La cugina del Prina seguì, un pochino più tardi,con una scorba di melanzane patate e zucchine.E rimase anche lei.

Intanto quelli che erano rimasti avevano fatto una montagna di legna bella secca e acceso un fuoco appena fuori dal telo.

In una capanna del bosco trovarono delle assi,quasi marce, che usarono per fare i tavoli, costruendo degli appoggi con la legna del bosco.

Manca solo una tovaglia bianca. Disse qualcuno.

Prima di mezzogiorno tre tovaglie,di tre colori diversi,erano sul tavolo, di carta ma tovaglie e una pigna di piatti e bicchieri procurati dall 'Egidio.

Fu un pranzo memorabile.

Al pomeriggio girò il sole, e noi girammo il telo.

Per fare i bisogni c'era il bosco,anche per le donne che nel frattempo erano venute a trovarci.

Piano piano venne sera, e venne anche il Pulman di riserva.

Invitammo l'autista a stare con noi.

Come per tutte le gite c'era un capogita,che più che altro aveva il compito di contare le persone,per evitare di lasciare giù qualcuno. Verso sera il Gino,che era il capogita,cominciò a contare, ma non gli tornava il conto e ricominciava a contare, e poi ricominciava, e ricominciava. Il Giulio tentò di fargli capire che c'era gente in più, perchè qualcuno si era aggiunto, ma non riusciva a farsi capire,e il Gino andò avanti a contare.

Prima di sera, i nostri elettricisti( il gruppo era formato quasi tutto da operai e fra essi naturalmente anche degli elettricisti) attaccandosi alla batteria, che il motore del pulman andava, fecero un impianto mica da ridere,con le lampadine di scorta del Pulman.

Sulla strada una fila di macchine con la gente scesa a vedere,ognuno offriva qualcosa,una sigaretta,un sigaro,

uno una fiaschetta di Gin.

Da una di queste macchine scese il Pino con la sua fisarmonica. E incominciò la festa.

I cani,nelle case sulla strada che usciva dal bosco, abbaiavano a più non posso.

Molte ragazze uscirono dal paese e,a piedi, piano piano vennero a vedere la festa.

La fisarmonica del Pino coinvolse tutti.

Intanto in paese, e anche a Vanzaghello, si sparse la voce di una festa nei boschi e la sera sembrava un festival. La musica era quella del Pino, ma andava benissimo.

Il Terenzio a un certo punto cominciò a parlare francese, sempre lo faceva,era un segnale alcoolico,di solito qualcuno non lo faceva bere più,ma in quella sera nessuno era in grado di farlo.

Il Gino disse solennemente al Giulio che mancavano 5 persone.

L'autista del Pulman,non abituato a gite così, voleva andare a letto.

C'erano ragazze a non finire, io non avevo mai visto

così tante ragazze a una festa!

Sul terreno non c'era più un filo d'erba,solo terra secca per il gran calpestare della gran gente.

Non si trovava più Vitoriu,che era quello che doveva pagare il pulman, era sparito,forse con qualcuna delle ragazze venute dal paese, comunque il pulman andava pagato o al contrario. Ma Vitoriu non c'era più.

Egidio,ancora elegante, con la sua cravatta a righe rosso e blu,si dava da fare, con successo,con delle ragazze di Vanzaghello.

Il Gino,capogita, andò avanti a contare eroicamente i partecipanti fino all'ultimo singhiozzo.

La festa finì quando le ragazze andarono a casa,tristi per la festa finita,anche noi salimmo sul secondo Pulman, e andammo a casa, nel nostro Bar,il migliore della piazza.

Fu una bella festa!

E una gita straordinaria !



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