mercoledì 31 dicembre 2014

Racconto del mercoledì LA BRUGHIERA

                                                                      



Mio padre era tornato dalla Cirenaica con la silicosi, che allora era irreversibile, è rimasto qua ancora due anni, nel '51 è morto. Nei due anni che è rimasto qua, mi portava con se in Brughiera a fare le scope, scopini scopette. Erano tre tipi di scopa,con tre tipi di brugo. E andava a venderle in giro. La conoscevo la Brughiera, conoscevo i tipi di brugo,gli animaletti che ci vivevano, i fiori, le erbe. Io preferivo andare al Marinone e cercare i gamberi, quelli grigi che a farli cuocere diventano rossi, o i Temoli, pesci Persici, ma anche le Tinche da fare in umido pescate con le mani nelle lanche, ma per fare soldi , i soldi ci volevano per le medicine, si andava in brughiera. Dov'è andata la brughiera ? Quella dove andavo io non c'è più distrutta dall'Arnetta che, come Attila dove passa lei non cresce più un filo d'erba. Io la sento la mancanza della Brughiera, dei miei anni giovani,delle scope scopini scopette. Gli anni si sa non ritornano,vorrei ma non si può.

Ma anche la Brughiera non torna. Se si lasciava nel suo brodo come era adesso? Sarebbe stata splendida ! Con le radurine di erba fine,con i fiori,ogni stagione fiori diversi, con i frutti, piccoli ma buoni. E le farfalle,ma tante proprio tante. Quanto costa una Brughiera ?

Una Brughiera non costa niente perchè non ha prezzo. Ci sono cose che non si possono comperare. Quanto costa un Arcobaleno ? E un cielo stellato ? Ecco la Brughiera è un cielo stellato.


martedì 30 dicembre 2014

capudann


                                                                   


Da me zia 'n dul 52

a gheu vint'ann

sota a ghea 'na usteria ca la vindea i bigliti da la Curiera

par l'ultam da l'ann l'ea pin da genti pà festegià

do tusaneti ma sean tacà e sutean ridi

bei par l'età ma ridean tropu

riesiu nò a parlà seu no se dì

a mesanoci man basà tucc e do insema

pareu vun ca l'ea rivaa primm

e ma seu ecità

e dopu in leciu riesiu no a durmì

lunedì 29 dicembre 2014

al sabu



                                                             


Al sabu sa fea 'l bagnn

l'acqua da a calderéta e d'un pàdalotu gross

buii 'n su la stùa

den in 'ndu sidel dul carbùn risciaquà

sidel in man sa fea tuta la ringhera fin in fundu

pà ciapà la scala ca la 'ndea giò in mesu a la curti

sa traversea la curti pà 'ndà in da la prima stala dopu ul purtun

lì feu 'l bagnn

un mastel voeui miteu den l'acqua e la slungheu cun una sidela da fregia

'u deu den in pee ma insaunau e ma sciaquau in un atìm

voeuieu ul sidel in tera e

esendu prima una stala l'acqua la 'n dea via dul scaricu in mesu

sa l'ea nò invernu

n'à canotiera e culzuniti corti

e in deu in caa a vistis

giovedì 25 dicembre 2014

I CULUR


 

                                                            

i'na sira isci d'Autun

ca 'l vegn scur prestu

i culur sbusan anca ul scur

vignù scur ta par da videi anmò

i culur d'Autun inn den 'nda l'aria

poeu l'invernu i a masa

però van a durmì nisun i a ferma

den la buscaglia ca la tegnn i ultam culur

a ghé i culur de un oltr'ann

la baraca in mesu al buscu la ga denn

i culur da la sucietà da l'ambienti

culur vigi

'l culur dul fen dul frumentu dul praa da l'acqua dul Tisin

ul biancu da la nee

di castegn di pomm

ul russ di Zizurliti di papavar

di fiurdalis

in baraca ghe tutt i culur dul mundu

den tuci in una baraca da lamera in mesu al buscu.

martedì 23 dicembre 2014

Racconto del mercoledì Natale 43



                                                                          
Mi dovevo alzare. Faceva molto freddo ma mi dovevo alzare per pisciare. Per fare in fretta pensai tutti i movimenti da fare,dove erano i vestiti e le scarpe il berretto e la sciarpa. Mi alzai con fatica, velocemente mi vestii senza legare le scarpe, passai fra il tavolo e l'armadio,che tutte le volte che si doveva aprire si doveva spostare il tavolo contro la stufa,tanto non era mai accesa. Passai tra il lavabo e la petenueus, aprii la porta e uscii nella nebbia. Dopo la porta c'era subito la scala che andava giù ripida e arrivava fra i mucchi di neve.

Eravamo in un locale di mio zio in fondo al cortile sopra la stalla vuota perchè

di animali non ce n'erano più.

Pisciai sulla neve, nel buco giallo della volta precedente. Era bello pisciare sulla neve. Tornai infreddolito su in casa,. Fra i mobili accatastati si vedeva in fondo la finestrella con i fiori di ghiaccio.

La mamma mi aveva preparato una scodella di caffè latte e, visto che era Natale ci aveva messo un cucchiaio di zucchero. Cercai di mangiare piano,come è buona regola quando è poco per farlo durare di più, ma presto finì.

Mi svestii velocemente e entrai nel lettone,dove c'era la mia sorellina di 4 anni che dormiva profondamente, al caldo, e mi accucciai contro.

lunedì 22 dicembre 2014

bun Natal


                                                                                


In qui dì  chi

la puertà la da fastidi

na bela taulada cui parenti

sa poeu nò ruinala cun i penser bruti

da che mundu l'è mundu 'l sa pasa cui parenti

bruti o bei

'na voeulta a un puaretu tuci i cà a ian verti

nò dumà a Natal ma tuci i dii

un bucer da bragioeu e 'na supa da pan giald la truea ogni dì

bun Natal bun Natal

'na ca cul fuoegu 'n dul camin la truea sempar

bun Natal bun Natal

da porti verti ga ne poeù

tuci difendan la so puertà

ogni puaretu al sa difendi da quel ca vegnn da dree

bun Natal bun Natal

an vansaa ul diritu da piangi

e ca piangi ben me loeur a ghe nisun

domenica 21 dicembre 2014

Niguarda

                                                                                                                                                      

l'omm cul caretin 'l vusea gelati

quel cun l'urganin al ghea 'na Scimia liga me 'n can

e 'l fea giraa la manuvela

nun 'n sul Seves giugheum 'n sui spundi cume i Pirati da Mompracem

cul coldu 'n deum suta l'entrada

'n dua curea 'n po' d'aria

me Mama sul curidur la ma dea acqua e limun

la purtinara la vusea sa feum bacan

'n dua te sé Niguarda


 

sabato 20 dicembre 2014

Brava Bettinelli


                                                                        

Sara  Bettinelli,  Sindaco  PD  di Inveruno, stimolata  da una  forte  associazione ambientalista  come  "Salviamo  il Paesaggio" ha  fatto una variante  del PGT  cancellando le porcherie  della  giunta precedente. Castano  Primo, giunta di centro sinistra come Inveruno ma  senza associazioni  ambientaliste,  se  ne guarda  bene e manderà  avanti  un  PGT con un Ambito  di  100  villette. E altre  porcherie.  Alla faccia  del Patto  dei  Sindaci.
Il  pianeta  è malato e loro  si divertono alle varie  feste  esibendo la  facia  da  brau  fioeu.

venerdì 19 dicembre 2014

invernu


                                                               
 
qui matin d'invernu

prima da vignì ciar

ca ta piseii la stua

intantu ca scaldea l'acqua pa 'l café

insapuneu la facia e feu la barba

intantu l'acqua da la caldereta l'ea colda

un cugià da Miscela Leone e vun da Olandes

e 'l prufum l'impinia la caa

un cicin de lat e du cugia da sucher

e 'l mundu 'l migliurea

i fiur da giasc su i vedar diventean menu catii

e 'n da a la latrina menu fastidius

mercoledì 17 dicembre 2014

castei de sabia

                                                                      
                                                         

custruì

fa un quicoss dumà par ti

quel ca te voeuri

'na faturia un mulin cun un puntasel su 'l turenti un presepi

che bel

mi pensi ca scrii

sia custruì

ma a in custrusiun cume i castei

de sabia in riva al mar scri pe 'l gustu da custruì

parola per parola di inutil robi

ca serven a nienti

ca piasan a nìsun piasan duma a ti

e cuma i castei de sabia sa podan nò purtà via te le fa lì

e per purtal via te da purtà via anca 'l mar

BRIGHENTI

                                                     




Bigun aveva lasciato la gestione dell Albergo due Spade e si era trasferito al S.Anna,località Tornavento. Poi

aveva addocchiato un localino isolato dopo la cava e lo aveva comperato e ne aveva fatto un posto dignitoso e accogliente. Lo aveva chiamato “La Pulce”. Dall'altra parte della strada c'era un....posto dove allevavano cavalli,con una pista circolare di 500 metrì dove trottavano sempre dei cavalli,un capannoncino vicino dove costruivano Sulky. Tutto gestito dal Sergio. Noi al martedì,come al solito,si andava da Bigun,stessa sera del Sergio che veniva con i suoi operai del Sulky e gli stallieri. Si faceva bisboccia assieme, Ogni tanto dicevo al Sergio: dammi un cavallo sicuro che vado a fare una giocata a S.Siro.

Una sera il Sergio mi disse: se vuoi giocare il cavallo sicuro te lo do. Lo vuoi? Certo che lo voglio,dimmi.

Ho preso un cavallo che doveva essere soppresso per una gamba malandata,l'ho curato e adesso ho in mano un cavallo fortissimo. Domenica lo faccio correre,vince sicuro. Mi batte il record italiano del miglio, su una pista come questa che è un campo di mais. Vince sicuro

Si chiama Fiesse.

Forte come Tornese? No! Non scherziamo: Tornese è un fuoriclasse,Fiesse è fortissimo. Ma con Tornese perde.

Comunque domenica vince.

Alla domenica io e Terry mettemmo assieme 10.000 lire

e giocammo Fiesse,che davano a trenta.

Vincemmo trecentomila lire, al martedì Sergio ci stava aspettando con tutti i suoi stallieri a operai,una ventina.

Avete giocato? Si. Ovazione da parte di tutti. Quanto avete giocato? 10.000. Coosaa! Dovevate vendere la casa! 10.000 ! Siete dei miserabili.

Dopo avere mangiato, e bevuto tutti assieme,il conto della “Pulce” superava la vincita.

martedì 16 dicembre 2014

amur cumoeun

                                                                    

i  fioeu  ca  sa  basan e  sa  na  fregan  da la  genti  ca  pasa
e  ca la guarda  scandalisaa
la lur  disapruvasiun  la  fa  aumentà
la  belesa  da  quel  c'a in dree  faa

lunedì 15 dicembre 2014

vita straca


                                                                  

la  vita a l'é 'na  culana
ogni dì  'na  grana
ogni  dì 'na lacrima
ogni  dì  un penser  brutu un penser  bel  da infilà
quan la  cullana l'é  finì la  sa  buta  via

domenica 14 dicembre 2014

prévert


                                                             

tri  sufranei pisà  vun par  vun  in la  noci
vun pà videti  tuta la facia
vun pà  videti  i  oeugi
vun pa  videti  la  buca
e  tutu ul  scur pà ricurdas
intant  ca  ta  stringei in  di brascc




JAQUES  PREVERT

venerdì 12 dicembre 2014

cantilena da natal


                                                            

ghe  riva ul  tempu  da imparà
che ognun  ga  da  veghi  la  so  caa
'n  dua cun la  famiia   riparà
sa  podi  no  vivi 'n su la  straa
ul  Bambinetu  nasù  a  natal
in du'na stala la  riparaa
a  tutu 'l  mundu  la  insegnaa
ul  dirutu  d'una  caa
'n la  noci  santa  dul natal
cul  coeur sul  lì cun lur  a  brindà
cun 'na  butiglieta  da  mineral

mercoledì 10 dicembre 2014

Racconto del mercoledì IL POSTO DI LAVORO






Avevo finito le Medie alla grande,con un punteggio alto,tutti mi dicevano che dovevo fare l'Università. Ma la mia famiglia non era in grado di sostenere 5\6 anni le spese e il mancato stipendio. Il mio Papa e la Mamma erano in pensione e non erano in grado di sostenere, con le loro pensioni la mamma prendeva il minimo, due figli: io e il mio fratello più piccolo di due anni. Dovevo lavorare,per forza ! A convincermi fu un'amica della mamma che aveva un figlio che lavorava nella sicurezza di un Supermercato. Mi procurò un colloquio con un dirigente del personale e la cosa fu abbastanza facile,dopo avere guardato il curriculum, mi fece delle domande generiche e mi disse che ero assunto,per adesso tre mesi rinnovabili di volta in volta,se andavo bene non era da escludere una assunzione a tempo pieno. Il lavoro era abbastanza semplice dalle telecamere di sorveglianza si individuavano le persone da seguire, si seguivano e se si impossessavano di qualcosa, dopo le casse, si invitavano nell'ufficio dove si contestava loro il reato invitandole a mostrare quello che avevano in tasca. Di solito,anzi sempre, erano persone anziane. Gli si contestava la cosa, gli si facevano pagare il costo della derrata presa

inavvertitamente” e si rilasciavano. Di norma tre o quattro al giorno. Un Lavoro come un'altro, molto brutto certo,ma bisognava accontentarsi. Non c'era divisa,potevo andare vestito come volevo e gli orari erano buoni,si capitava ogni tanto che si lavorava alla domenica,ma la sera era sempre libera. Era brutto come lavoro perchè di solito erano anziani che non rubavano,prendevano qualcosa... Lo stipendio era di 800€ e mia mamma me lo lasciava,ma lo spendevo tutto,quando uscivo con una ragazza ci volevano e come. Anzi, alla fine del mese ero senza soldi e l'ultima settimana facevo fatica a prendere le sigarette. E mia mamma era convinta che stessi mettendo via i soldi per sposarmi! Solamente il fatto che non avevo la divisa era una spesa in più, perchè mi piaceva stare in ordine,non robe firmate ma dignitose.

Il mio Responsabile era una brava persona,pressapoco della mia età andavamo d'accordo. Un giorno pizzicammo una signora vestita con proprietà ma con vestiti che si vedeva che erano molto usati. Dopo la cassa la avvicinai- signora,sono della sicurezza,posso controllare il suo scontrino?- diventò pallida-Eccolo qua- lo controllai diligentemente- ma,non vedo i funghi,non ha mica preso anche dei funghi?- -Funghi? Noo.- -Può venire un attimo in ufficio? Ci vorranno due minuti, la prego.- La accompagnai nel nostro ufficio. -Signora,non facciamola lunga...lei ha preso anche dei funghi, vede..ci sono le tele camere,vediamo tutto. E gli indicai le telecamere su in alto.-Ma...- -Signora,lo ammetta, che è tutto finito.- -Come,tutto finito-

-Finito,tutto finito, lei tira fuori i funghi e la storia è finita.- Lentamente tirò fuori un pacchettino di funghi secchi. Una confezione di 30 gr. e me la mise in mano. Adesso lei paga la confezione e tutto è finito. -Non posso pagarla.- -Come ?- -Non posso pagarla. Avevo 20 € e ho calcolato tutto prezzo per prezzo per stare dentro i 20€,come vede sono 18.57, i funghi non ci stanno,non posso pagare.- Era presente il mio Responsabile che intervenne: Signora, non lo faccia più! Può andare. Io intervenni ma..e i funghi? Riportali sullo scaffale. Povera donna. Mentre se ne andava con il passo un po' traballante,nella sua camicetta lisa di cachemire celeste ed il collo blù, mi venne da pensare con che cosa era venuta,a piedi,in bicicletta,si era fatta portare...

Era un sabato,domani era domenica ed ero invitato a casa della mia morosa,dovevo portare qualcosa. Guardai la confezione di funghi da riportare allo scaffale e feci un pensierino, la lasciai sulla scrivania pensando la riporto dopo. Alla fine del turno la confezione non l'avevo ancora riportata per mancanza di tempo. Finito il turno timbrai e presi la confezione di funghi da portare allo scaffale ma mentre ci andavo cambiai idea e uscii dal Supermercato,domani domenica invitato a pranzo,non sarei andato a mani vuote.

martedì 9 dicembre 2014

LA PAURA



                                                                          

Più  della metà  degli abitanti  del pianeta   sono donne, come  si fa  a  non avere  paura.

lunedì 8 dicembre 2014

Tisin

                                                                    
in certi punti la par ferma

ma la và

la va suta ai niscioeur

ai runcas in dua ghé i Trutei

in mesu ai erbi a furmà i lanchi par i Tenchi

'n su i cascadei a fa giugà i Cavedan

e la và

la sa ferma mai l'é sempar noeuva

eterna

non a moeurum l'acqua l'é eterna

setà in su la spunda a spicià ca pasa ul mortu

quan cal pasa

ul mortu te se ti

l'acqua l'é la vita

ti te se 'na scoria dul tempu pasà

LA STORIA chi la scriv ?

                                                                       
nas in Italia a lé come perdi ul trenu

te ghe l'impresiun da ves foeura di gioeughi

i prublemi vegnan risolti foeura da l'Italia

a Boston, Quala Lumpur, Brasilia,

semm una pruincia

oltar tempi inveci qui dul Presidiu

a quel sensu d'aventura da cuntentessa da irespunsabilità

da la vita dul Presidiu al seum nò      seum dree a scriv la storia

un cuivun l'ea scritu 'na storia ca la  piasea

dumà a lur e nun om scritu 'na storia pusé bela

na storia diferenti cun un “ lieto fine “ la storia

la sa scrii nò cui parol ma cun la vita

un para da libar i'an già scritu

an scrivaran anmò vuna diversa da l'altra

la vera storia la cur    sa poeu no  scrivala



Nella  foto  storica  si  vedono, con La  Russa, Franco   Servello, Cristiana  Muscardini, Borsani, Emanuele  Torreggiani e, di spalle, Virginio (Mario )  Crespi,  Marchiori,  Nava,  Giancarlo  Crespi.
Per  gentile  concessione: Fabrizio  Jelmini.


sabato 6 dicembre 2014

MIRA IL TUO POPOLO


                                                                        


Quan ghea la Prucesiun a la sira

dopu 'l coldu da la giurnaa

i porti trunfanti fa cui ram da laur intresaa

ligaa a ram da Saras intresaa

volt asee da fa pasaa la Madona

e ul prufum da Rosa

e i tusaneti ca butean i petal da la Rosa

a vervi la Prucesuiun da la Madona

vistì  da celesti la Madona

da biancu i tusaneti sità danansi in mesu a cesti tucc da Rosa

l'ea precedu da 'l Praostu cul bastun dul cumandu

in mesu ai priti visti da cerigu

cun vun danansi a fa 'ndà ul Taribal

dinansi a tuci la Scoeura

tucc cui barbis visti da biancu e russ ca la virvea

la prucesiun dul mes da Mag la Madona

in dul silensi dul paes un cantu 'l sa valsea

MIRA IL TUO POPOLO O BELLA SIGNORA

CHE PIEN DI GIUBILO OGGI TI  ONORA

cantà dalle Pie donne che a metà

della procesiun fean la culona sunora

subitu dopu la Madona

ga vignea ul Sindigu cun la fasa e ul Marescial in divisa

e un groeupu da genti visti da la festa

subitu dopu la Banda da l'Uratori cun i Bass e la grancassa

poeu ga vignea le Figlie di Maria

in do fil vuna da chi vuna da là da la straa

cul vel e un muculotu in man cun la Suora

in mesu a diì ul rusari cun la vus forta e ciara

e tuci rispundean cume una vus sula

sempar in fil al bordu da la straa

ga vignea i donn cul mocul in man e 'n mesu na Suora

cuma un can pastur la 'n dea inansi e indré in mesu a la straa

poeu i Asili e i Uratori maschil e feminil ma nu insema

poeu sensa Suor né can pastur la genti ca ucupea

tuta la straa

i omm con in brascia i fioeu pisciniti cume al funeral a ucupean tuta la straa

e tuci caminean su l petal butaa giò dinansi a la Madona

da genti a vidé ga nea poca

ul Paes l'ea dree a la prucesiun da la Madona




venerdì 5 dicembre 2014

L'aquilun


                                                                   

Un di ò vistu vulaa un aquilun

vistu pasaa un fioeu sciur che so Pà al ghea un birucin

cun un omm cal purtea 'na roba strana

fai da carta rusa e verda

lunga pusé d'una bicicleta e larga mé 'n ombrela

ga somm andrà adree mi e 'l Bigela

finii la stra asfaltaa sin fermaa

e l'omm 'l guardea 'n dua tirea ul ventu dai foeui dul Saras

e 'l fea segn cui brasc in dua ìl duea cur

'l fiooeu la ciapà in man un fil e la cuminciaa a cur 'n su 'l praa

l'omm la sulevaa ul robu russ e verdu e 'l se mitù a vulaa

ul fioeu 'l se fermaa in mesu al praa

cul fil in man e l aquilun 'l se valsea

e 'n dea sempar pusé voltu

e 'l vulea vulea cuntra ventu

mai hu vistu vulà sensa Al

sensa mutur sensa elica sensa trucu

mercoledì 3 dicembre 2014

L' INTERNAZIONALE


                                                                  

Urla  il  vento  fischia  la  bufera
scarpe   rotte  eppur  bisogna  andar
a  conquistare  la  nostra  Primavera
ove  sorge il  sol  dell'avvenir

Racconto del mercoledì BEA


Mi arrivò in ambulatorio come la madonna: alta eterea,elegantissima, bellissima, un'apparizione.

Ha un appuntamento ? Le chiesi. No. Aspetto,se no mi dia un'appuntamento. Fra mezz'ora ho un buco,se aspetta... da dove viene ? Da Milano. Con cosa è qua,in treno ?

No, sono venuta in taxi. In taxi ? E andare a casa come fa? In taxi, è giù che mi aspetta. Andai sul balcone a guardare giù,un taxi era fermo sul posteggio riservato ai disabili.

Tornai dentro scuotendo la testa. Venga venga.

Tolga i collant e si metta sul lettino. Io sono venuta...lei non mi deve dire niente,io la guardo e le dico cosa è che non va. Ma... la zittii subito, è parte della terapia non fare parlare e dire che disturbi ha la persona per aquisire fiducia e partire con il piede giusto.

Aveva dei bei piedi,lunghi e magri con dita diritte,senza ombra di calli e pellicine. Evidentemente faceva la manicure ai piedi.

Non aveva nessun disturbo,i piedi dicevano che non aveva niente di niente. Lei non ha niente ! Non mi fa parlare ! Non ho malattie,mi sta venendo la cellullite e non posso avere la cellulite non posso, sarei finita. Meglio una malattia. Passai al tu: non fare la bambina di cellulite non si muore mica, ne conosco di gente con la cellulite, convivono e vivono felici e contenti. Non fanno il mestiere che faccio io, io faccio la modella e con la cellulite non si può fare la modella. Mi faccia vedere...guardai

e sulle natiche si vedeva, a premere in fuori,un po' di buccia d'arancia.

Non devi più tornare da me,io non posso fare niente, ti do una dieta che non sarai capace di fare. Io non posso farci niente, tu la puoi fare andare via e se non sarai capace sarà colpa tua. Lei non mi conosce, sono dura come il ferro e le diete le ho già fatte tutte,io vivo a dieta. Va be... la dieta è questa: mangi tre volte al giorno quello che vuoi ma una cosa sola, quel pasto deve essere di una cosa sola, perchè due si combinano e vanno in cellulite. E' una dieta da ridere,ho fatto certe diete io...

Non è una dieta da ridere mangiare una cosa sola è difficile per esempio vuoi mangiare una pastasciutta ? Deve essere solo pasta bollita in acqua senza sale, quella è “una cosa sola”. Una fetta di salame ? No perche sono diverse cose. Il pane non va bene: è composto da diverse cose farina di cereale ,lievito zucchero sale,un pane normale. Ti consiglio la frutta, ma una sola. Una belle insalatona ma tutta di una sola qualità non condita. Poi inventati te qualcosa. Ti do il mio numero di tel. Ciao auguri.

Dopo un mesetto mi telefona: mi sa che funziona ! Un mese è poco per dirlo!Ma davvero la fai,la dieta ? Certo...non sono mica una pappamolla ! Mi sembra che è calata, non si vede quasi più ! Continuo fino a quando va via tutta. Ringrazio Dio di essere venuta da lei, ci sarebbe una mia carissima amica... Bea,no! Non mi mandare nessuno,per favore. Ciao.

Mi telefonò ancora alcuni mesi più in là. Ho voglia di vederla-mi disse- non capita mai a Milano? A Milano ci vengo tutte le settimane,al lunedì,al mattino. Ecco,un lunedi che viene a Milano ci vediamo,le do l'indirizzo,mi da un colpo di telefono..

Era una casa in un vicolo dei Navigli,in un vecchio portone nascosto,ricoperto di una vetrata,che dovevi stare attento a non sbatterci il naso, c'era l'ingresso di un bellissimo appartamento di 4 \5 stanze, arredato,per quello che ne capivo io, da un genio. La Cucina: vecchie piastrelle,senza pensili,spaziosa,con un grande spazio fuochi fatto a isola, sul pavimento uno scolatoio per lavarlo con l'acqua, appese numerose padelle splendenti,mi faceva sentire a casa, il resto dell'appartamento non era da meno, con pochi quadri messi qua e là. La camera molto semplice con un grande armadio di noce e un letto bianco. Mi presentò una piccolina con degli occhi nerissimi dall'età indefinita: Giovanna la mia amica\sorella\governante.

E' quasi mezzogiorno andiamo a mangiare mi disse Bea. Mi prese per mano e mi trascinò fuori. Giovanna chiuse e ci seguì. In un altro vicolo vicino c'era una comunissima porta che sembrava di una abitazione, dentro era un piccolo ristorante con tavoli grandi e sedie impagliate. Mi accorsi che erano parenti, di Giovanna penso perchè erano anche loro piccolini con degli occhi nerissimi. Mentre mangiavamo del pane Frattau, Bea era ancora a dieta, cominciammo a parlare. Questa qua- mi disse Bea- è la mia fatina,una sorella fatina.

Qualche anno fa,con i primi soldi messi da parte,mi fa investire 30 milioni con un suo parente che mi dice di comperare un terreno a Livigno. Dopo un paio d'anni si mette in contatto e mi dice se voglio vendere e mi dice una cifra che mi vergogno a dire,non solo dei soldi non vedo,l'ombra perchè con quei soldi mi compera una vigna in Piemonte. Io non ho mai visto né il terreno di Livigno né la vigna.

Adesso c'è un ufficio Legale di via Fontana che insiste per aquistare la vigna offrendo una cifra che non voglio dirle per non offendere la società. Mi posso ritirare e sarei ricca per sempre, con un capitale molto consistente che mi assicura una vita da ricca. La sembra giusto ? E tu ti preoccupi per un po' di cellulite ? Eh sì, se la lasci andare va,aumenta sempre. Il lavoro mi piace,sono riverita dovunque, mi piace.

martedì 2 dicembre 2014

Strisciante


                                                                      

Gia  da un  po  che lo  dico, sbeffeggiato  da tutti ! C'è un fascismo  strisciante, nella nostra  gente, nelle  nostre  teste, e lo  si vede  a Castano, che è ancora il mio  paese  perché il mio cuore  è  lì. Dalla  manganellatura  ad un povero  tossico e  successivo aper-festa, dove  c'erano  i manganellatori e  la Giunta  al  completo ma  anche le  minoranze,  alla  festa  di  insediamento  del  Sindaco pacchianamente  fascista, alla  elezione di  rappresentante  dell' Istituto   Torno  di un  ragazzo  dichiaratamente  fascista (ha preso  370  voti ) che va in pellegrinaggio sulla tomba  del  Duce.
Sono  cose  che  contesto  fortemente, le ho  contestate e  nessuno  mi ha  appoggiato, nessuno  ha preso  posizione pro  o contro.
Strisciante, appunto,  schifosamente  strisciante.
A  NOI !!!