mercoledì 14 gennaio 2015

Racconto del mercoledì GUSTO




                                                                              

  
Si chiamava Augusto per noi,in dialetto, Gusto.

Un omaccione che sembrava un'armadio,dalla faccia già vecchia rotonda come un pallone,un occhio che andava per conto suo,un buon amico dalla risata contagiosa,sempre pronto alla rissa che risolveva quasi subito con il primo pugno,un pugno micidiale,preferiva il destro ma anche con il sinistro il KO era sicuro.

La faccia da bonaccione ingannava e gli avversari non avevano difese. Poi magari lui non c'entrava niente e interveniva in difesa di un compagno e nessuno si aspettava una conclusione così rapida. Di solito si era fuori paese e questi sistemi sbrigativi erano il meglio. Mi ricordo quella volta alla festa del Perdono a Corbetta che,per caso, fummo coinvolti in una rissa colossale : noi una ventina e loro una cinquantina che se le davano di santa ragione lui, che in quel momento non c'era perchè impegnato all'osteria, entrato nella mischia senza sapere niente li metteva giù come birilli,e rideva, rideva, di una risata gorgogliante grassa, e mentre andavano KO quasi gli scappava da ridere anche a loro. Una volta al nostro Bar di riferimento mentre stavamo giocando gli era passato vicino il figlio della barista che era appena uscito dalla cucina con in mano un panino imbottito lui aveva preso il panino e se lo era messo in bocca tutto intero,appena il bambino cominciò a piangere,prima che cominciasse a masticarlo, gli diede indietro il panino tutto intero. E il bambino cominciò a mangiare soddisfatto.

O quella volta che sfidò la Flora,un donnone di 120 kg., ad una gara a mangiare: mangiarono un coniglio in salmì e un pollo arrosto cad.e un bottiglione di Squinzano a testa, poi la Flora se lo mise in spalla come un trofeo e se lo portò su nella sua camera in cima a una scala ripida e stretta. Il Gusto gli ciondolava la testa talmente era ciucco mentre la Flora tutta fiera saliva pesantemente la ripida scala.

E quella volta che io avevo infilato di corsa il contraino e lui dietro sempre di corsa e io che avevo riconosciuto uno che da tanto non vedevo e che mi doveva dei soldi ma la gente credeva che rincorresse me e lui incespicò sul terreno di sassi e cadde a faccia in giù e io lo aiutai e quando tornammo aveva tutta la faccia insanguinata e sembrava fossi stato io e la gente che c'era mi guardava con gli occhi sbarrati. Caro vecchio Gusto! O quella volta che in un paese vicino che non andavamo mai entrammo in una osteria che era piena di gente,troppa gente, e lui infastidito disse al padrone di mandare fuori un po' di gente e alla risposta del padrone non di suo gusto se lo caricò in spalla dopo il KO e lo rovesciò in strada e invitò tutti a uscire ed a uno a uno tutti uscirono e la sua risata grassa la si sentiva tutt'intorno.

Una volta eravamo fermi all'inizio di una strada,stavamo parlando, e io vidi passare uno che stavo curando perchè mi doveva dei soldi,quando passò in bicicletta io partii di corsa per prenderlo prima che entrasse nel suo portone, Gusto d'istinto partì di corsa anche lui e nella stradina di sassi inciampò e cadde con la faccia per terra, la gente che c'era credeva che rincorresse me e quando tornammo indietro,lui con la faccia insanguinata ed io che lo sostenevo e gli mormoravo parole di incoraggiamento, mi guardò con gli occhi sbarrati. O quando a Busto entrammo nella stradina dove c'era la Pro Busto e non c'era il parcheggio e nell'ultimo libero una macchina stava manovrando per tornare a parcheggiare mi disse di suonare, suonai e loro andarono in fondo alla via per lasciarmi passare e io parcheggiai dove volevano parcheggiare loro.

Quando parcheggiai e noi due scendemmo dalla macchina 4 marcantoni scesi dalla macchina buggerata stavano venendo verso di noi per chiarire la questione,il loro sbaglio fu di stare in fila: Gusto colpì il primo e andarono giù tutti e quattro. Una grassa risata ,li seppellì. Poi, sempre la stessa sera, ci sedemmo a un tavolo e subito fummo circondati da ragazze che presero posto al nostro tavolo,evidentemente qualcuna era legata ad un tizio che venne a invitarla a venire via da noi, il Gusto riempì il locale con la sua risata, il tizio tornò poco dopo in compagnia: una decina di persone con cattive intenzioni,davanti a loro c'era un bue talmente era grosso con una faccia da vero cattivo,le sue intenzioni non lasciavano dubbi; Gusto colpì il bue proprio in mezzo agli occhi poi simultaneamente con il sinistro anche quello che stava da parte. Un cameriere spruzzò dell'acqua sul viso di tutti e due per farli rinvenire. E,come in un film, una grassa risata.

Le ragazze andarono via comunque e ce ne andammo anche noi. Però ci eravamo divertiti.

Ci voleva così poco!

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