mercoledì 8 aprile 2015

Racconto del mercoledì LA BOMBOLA


Ogni tanto si andava in Valsesia, era così comodo un'ora e mezza si era ad Alagna. Alagna la nobile, Alagna la migliore.

Si lasciava la macchina al ponticello e si andava a sinistra fino a fare la lunga scalinata che portava alle baite dove c'era uno yogurt favoloso. In una specie di osteria tenuta da uno strano tipo pieno di barba si beveva un ottimo vino leggero e si mangiava uno yogurt strepitoso. Quel giorno, era una domenica di giugno, noi tre si stava decidendo dove andare e il barbapedana era lì vicino che ci sentiva, ho una proposta da farvi : volete guadagnare 50.000 lire ? Nessuno di noi era interessato, ognuno aveva il suo stipendio e alla domenica ci si svariava andando in montagna,ma per amor di discussione ascoltammo. 50.000 subito prima di partire, dovete portare una bombola di metano al Rifugio Valsesia, una piccola bombola, guardatela e la sollevò con un dito , Era piccola davvero, la metà del solito. Una cosa da niente, per tre come voi che possono rovesciare una montagna cosa è una piccola bombola?

Guarda, barba, noi alla domenica ci si diverte, di solito andando in montagna, magari si va al Gnifetti perchè no, ma se ne abbiamo voglia, capito ? Adesso andiamo al Barbaferrero, poi si vedrà casa fare, magari facciamo la cresta tre Amici, o la Parrot... si vedrà. Ecco la Parrot ! Per andarci dovete passare dal Valsesia, è sulla strada ! E , cambiando tattica, ci disse : siete gia stati al Valsesia ? Io ci sono stato, risposi. E come fate a farvi da mangiare, c'è una bombola no ? Accendete il fuoco, vi fate da mangiare e pagate secondo il tempo che avete usato la bombola, no ? Mi diceva guardandomi, si è vero, e cosa c'entriamo noi. Chi le porta su le bombole ? Non ci vanno mica da sole. Comodo usarle ma...Poi continuò, non servono solo mica solo a voi gitanti, ci sono anche i professionisti che passano per lavoro, alpinisti in diffìcoltà, gente, non ci siete mica solo voi. Il Giulio perse in mano la bombola, effettivamente... non pesa tanto. Ho anche il porta bombola, guardate sembra una zaino. Il Virginio prese la Bombola, se la mise in spalla e partì, di tre zaini ne facemmo due e partimmo all'inseguimento di Virginio che a buon passo si era distanziato, Se la porta lui non facciamo tanta fatica-dissi-.Il Giulio, pessimista e menagramo-disse- quandu sem rivaa an parlum. Al di là del Sesia si sale su un costone ripido e si arriva al Rifugio Barbaferrero, dove ci fermammo brevemente a salutare la gerente, nostra amica. E salimmo sul lato sinistro del torrente Sesia fino al ghiacciaio sporco, che attraversammo in un ora con grande fatica, la bombola, mano a mano che si andava diventava sempre piu' pesante, facevamo dei turni di venti minuti a portarla e ci sembrava sempre piu' grossa e pesante. Io, personalmente, ha maledetto il Barbapedanna un passo sì e uno no ! Ma non era ancora niente ! Attraversato il ghiacciaio cominciava un tratto di arrampicata lieve ma con dei tratti abbastanza difficili da fare con una bombola in spalla. Decidemmo di tirarla su a tratti di corda di venti metri,e non era una cosa facile perchè peso morto. La prendemmo come una sfida della Montagna, e a madonne arrivammo su', sulla balaustra del Rifugio Valsesia a guardare giu' su delle isole di ghiaccio e neve appoggiate su un mare bianco.

Il Rifugio era aggrappato alla parete con corde di acciaio che lo mettevano in sicurezza, entravi e c'era un piccolo vano con il fornello e la bombola,un piccolo tavolo per appoggiare il mangiare, poi un lungo stanzonello con dei ripiani di legno per dormire con delle coperte ripiegate ad ogni testa, in fondo un gabinetto con un rubinetto che, se non era gelato, ti potevi lavare la faccia, a guardare nel buco non si vedeva niente perchè era nuvolo.

Sul tavolino appena dentro un libro consunto : il libro del Rifugio che firmammo tutti tre come tradizione, io andai a leggere la pagina di Cino Moscatelli, dove dice di Alfredo di Dio che chiede aiuto da Domodossola. Pura storia Partigiana.

Intanto una nuvola aveva fatto sparire il Sole ed era arrivato il freddo e gelò subito. Fuori dal Rifugio c'era subito un sasso tondo con un filo di gelo da affrontare per scendere. Su quella gobba dovemmo fare subito sicurezza per iniziare la discesa, fu una discesa piu' lunga del previsto, era diventato inverno in mezz'ora. Piano piano andammo verso il piano, non ci fermammo neanche al Barbaferrero a salutare la nostra amica. Arrivammo alla macchina giu' al torrente che era sera. A causa di una bombola.

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