Appena compiuti i 18 anni si
andava in Comune a fare la carta di identità. Pino non
sapeva se si poteva fare prima ma tanto non serviva. Prima
dei 18 anni si era minorenni e, corta o non carta, in certi
posti non si poteva entrare. La carta ci voleva quando si
doveva dimostrare che si era maggiorenni.
Natiralmente i posti più ambiti
erano quelli in cui si poteva entrare solo se si era
maggiorenni; c'era qualche film vietato ai minori, film
magari in una scena si vedeva per un attimo un seno, e allora
c'era il pienone e la gente stava dentro due volte a vedere
il film; e c'erano i Casini.
Per quasi tutti la prima volta
era il Casino, e se per caso uno riusciva a trovare una ragazza
era sempre o in piedi, o seduti in stalla o in un angolo buio
del cortile, comunque sempre di fretta e con la ragazza
spaventata dalle probabili conseguenze se si veniva colti sul
fatto, e dalla consapevolezza del Peccato e del male che
ne conseguiva.
I ragazzi sognavano il diciottesimo
anno di età. Sognavano il Casino, di potere entrare in Casino
mostranndo la carta di identità alla Bagascia in corridoio,
sedersi in sala, guardare
le donne sapendo che si potevano
prendere tutte a scelta, anzi erano proprio loro che si
offrivano, che ti invitavano, qualcuna faceva vedere la tette
o le gambe fino alle mutande.
Prima di andare a Casino la prima
volta lo si viveva con la mente con la conoscenza dei racconti
sentiti, di questo importante avvenimento, lo vivevi centinaia
di volte, raggiungendo sempre delle forti eccitazioni.
Il Casino era la donna, ma in modo
diverso. A quelle del casino potevi fare di tutto anche le
cose più strane, non solo quelle canoniche che facevano anche
i cani. Neanche quelli sposati riuscivano a far fare di
tutto alla moglie, ecco perchè andavano a casino e, per non
farsi vedere nel salottino che costava molto di più. Nel
salottino le donne, chiamate dalla Bagascia, arrivavano
subito e si davano da fare per farti venire voglia. Se si
passava dal salottino si doveva fare, come minimo, la mezz'ora
e non la semplice marchetta, che a quei tempi era di 350 £,
la mezz'ora 700 £. Era bello fare la doppia, così era
chiamata la mezz'ora, ma era troppo cara.
Quando Pino andò per la prima volta
a Casino seguì i consigli degli amici, non avendo i soldi per
la doppia, per non buttare via questa grande esperienza, seguì
i consigli e si fece prima tre seghe, anzi per essere sicuro
ne fece una in più.
Era un sabato pomeriggio. Andarono lui
e il Giulio a Legnano, era una villettina fuori mano, un posto
che lui era gia andato a vedere diverse volte in attesa del
gran giorno in cui sarebbe entrato.
Per Giulio era gia la seconda volta
e allora, dopo avere messo le biciclette nel giardinetto sul
davanti, andò avanti lui seguito dal Pino che aveva gia in
mano la carta di identità. Subito dentro, seduta ad una
scrivania, c'era una donna anziana a cui fecero vedere i
documenti,poi mentre rimettevano il portafoglio nella tasca
posteriore dei pantaloni, camminarono lungo un corridoio in fondo
all quale, prima di entrare in salone, c'era la Bagascia una
signora molto truccata con le mani piene di anelli, seduta su una
specie di sgabello molto alto che per salire c'eranoo 4-5
scalini di legno. Veloci ragazzi- disse- non stiamo a far
flanella.
La sala era una stanza molto
grande con due divani e molte sedie messe contro il muro.
C'erano due finestre con le persiane chiuse. Venendo dal sole
dentro era buio e non si vedeva quasi niente. Di donne ce
n'erano quattro, due sedute sul divano, due passeggiavano avanti
e indietro in mezzo alla sala,ogni passo che facevano il
vestito aperto faceva vedere tutta una gamba fino in alto. Non
erano giovani. Pino subito attirato da una, piuttosto formosa,
che assomigliava tutta a sua zia Agnese.
Ogni volta che zia Agnese veniva a
trovare sua mamma Pino si agitava; lei non faceva niente di
particolare, qualche occhiata appena appena, ma lui si agitava
solamente a sentirla parlare, gli guardava le forme che, da
seduta, straripavano provocanti, i capelli, che sulle tempie
e sulla nuca, erano finissimi e quasi biondi, pieni di promesse
e paradisi nascosti.
E, quando andava via la accompagnava
in cortile per vederle le gambe mentre saliva in bicicletta.
Quante volte entrava nelle sue fantasie ! Adesso era colpito
dalla somiglianza di questa Puttana con la zia Agnese, e
felice di potere vedere la zia senza vestiti finalmente !
Le altre tre erano più giovani e
forse più belle, due erano addirittura bionde ! Gli
intenditori dicevano che quella bionda è le migliore. Più
bella, soffice come una gatta e questo pensiero di solito lo
faceva impazzire dalla voglia, si era proposto che quando
sarebbe andato a Casino avrebbe scelto una bionda. Però adesso
c'era questa donna che assomigliava tutta alla zia, più
guardava più gli assomigliava, sedutasi sul divano aveva
persino preso la posa che prendeva sempre la zia quando, parlando
con la mamma, gli dava quelle occhiate. La Puttana si accorse
di essere guardata e lo invitò vicino a sé sul divano Una
altra ragazza era scesa rumorosamente dalle scale, era magra
con i capelli ricci, molto giovane.
La Bagascia stava bestemmiando come
un carrettiere per smuovere i titubanti. Oltre a loro due ci
saranno stati una decina di uomini. Avete qua il meglio che
c'è e ve ne state lì imbambolati come gattoni di
porcellana. Hoo, non siamo mica in chiesa ! O non siete maschi,
se no con una merce così eravate più arzilli, o siete del
morti di fame e venite e lustrarvi gli occhi a gratis. O su
! O fuori ! Fuori dalle palle Tu, biondino, che sembri un
soprammobile di marmo, non ti piace la merce ?
Pino attraversata la sala si era
seduto vicino alla “zia”
Ciao.
Ciao.
Come ti chiami ?
Carla, vieni su ?
Si. Si. Aspetta. Chissà perchè
credevo che ti chiamassi Agnese.
Se vuoi mi chiamo Agnese. Allora
moretto cosa facciamo ?
La Puttana era due gradini in più
mentre salivamo le scale per andare in camera
Pino gli aveva messo la gonna grigia
della zia Agnese e adesso gli stava guardando le gambe scoperte
e si vedevano fin sopra il ginocchio, se voleva poteva anche
toccarle, gambe grosse proprio come la zia Agnese, la pelle
liscia tenera e bianca dietro le ginocchia ce la aveva
proprio lì davanti agli occhi, e adesso quello che aveva sempre
sognato si sarebbe avverato.
La c amera era grande, le persiane
aperte e entrava il sole, la Puttana si tolse la vestaglia e
rimase in mutande e reggipetto. Pina era la prima volta che
vedeva una donna svestita e rimase senza fiato La cosa che lo
colpì furono i peli, tanti peli, abbondanti, che uscivano dale
ascelle e dalle mutande da parte a parte proprio in mezzo alle
gambe. Non era come aveva immaginato. Credeva che così tanti peli
ce li avessero solo i maschi, si sentiva tradito. Allora anche
la zia Agnese aveva tutti quei peli ?
Nella camera, proprio da parte del
letto, un lettone grande con un copriletto verdino,pulitissimo,
c'erano un lavandino e un Bidet. Vieni disse la Puttana,
spogliati. Di la verità : è la prima volta ?
Pino annuì.
La prima volta è importante Sei
capitato giusto và. Sarò come una mamma,poi ripensandoci, come
una zia- disse ridendo.
Di sua zia aveva anche gli zigomi
pronunciati e gli occhi cerulei.
Dopo avere tolto pantaloni a mutande
Pino si avvicinò alla Puttana che lo stava aspettando vicino
al lavabo. Cià una bella disinfettata e poi....
Gli lavò ben bene fuori e dentro
le pieghe della pelle con un sapone blù che bruciava un po'.
Lo lavò accuratamente come lui non aveva mai fatto. Intanto
con questa manipolazione e l'acqua calda si era inturgidito
al massimo.
Ecco così mi piace ! E facciamo
prima.
Facciamo la mezz'ora ?
No. No.
Non sai quante belle cose ti
faccio in mezz'ora
No. No. Non ho i soldi abbastanza, mia
mamma mi dà 500£ di mancia al sabato.
Allora neanche la doppia. Ho
capito. Vieni qua che facciamo la marchetta. Aveva tolto le
mutande e si era sdraiata sul letto. Non si vedeva niente,
solo pelo. Pino era rimasto vicino al lavandino e non sapeva
come procedere.
Gia che è la prima volta- disse la
Puttana- vieni, vieni di sopra che ci sverginiamo.
Mi fai vedere la tette ?
La Puttana si tirò su il
reggiseno e due grosse tette saltarono fuori cadendo una da una
parte e una dall'altra. Pino ne prese in bocca una.
E no... per queste cose devi fare
la doppia !
Ma lo lasciò fare.
Vienimi sopra- disse allargando le
gambe che per come è duro va dentro da solo.
La Puttana era calda e soffice,
in mezzo alle tette sapeva di borotalco.
Intanto Pino la baciava, con dei
piccoli bacetti lievi, sulle tempie proprio dove i capelli
diventano fini e un po' biondi. Si sentiva un buon odore di
caffelatte, un po' dolce, un po' amaro.
Nonostante le seghe fatte venne
quasi subito, ma era molto meglio.
Bravo ! Disse la Puttana, va a
lavarti.
Pino quando si tirò indietro
guardò, per vedere, per ricordare e la vide, umida e rosea in
mezzo al bosco di peli.
Allora- disse il Giulio mentre
andavano a casa verso Borsano e Bienate, è stato bello ?
Bello. Si, molto bello.
Ne hai presa una che non era tanto
giovane però. Come si chiamava ?
Agnese.
Il giorno dopo era domenica, dopo
essere stata al cimitero, verso le cinque sarebbe arrivata
come tutte le feste, zia Agnese. Pino era curioso di
vedere che effetto gli avrebbe fatto guardarla come al solito,
ora che sapeva come era fatta sotto, a chissà se lei avrebbe
capito
che lui sapeva, che la
conosceva,ormai. Avrebbe ricambiato le sue occhiate guardandole
le gambe e il seno non più di nascosto, per vedere la sua
reazione.
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