mercoledì 15 aprile 2015

Racconto del mercoledì ZIA AGNESE


Appena compiuti i 18 anni si andava in Comune a fare la carta di identità. Pino non sapeva se si poteva fare prima ma tanto non serviva. Prima dei 18 anni si era minorenni e, corta o non carta, in certi posti non si poteva entrare. La carta ci voleva quando si doveva dimostrare che si era maggiorenni.

Natiralmente i posti più ambiti erano quelli in cui si poteva entrare solo se si era maggiorenni; c'era qualche film vietato ai minori, film magari in una scena si vedeva per un attimo un seno, e allora c'era il pienone e la gente stava dentro due volte a vedere il film; e c'erano i Casini.

Per quasi tutti la prima volta era il Casino, e se per caso uno riusciva a trovare una ragazza era sempre o in piedi, o seduti in stalla o in un angolo buio del cortile, comunque sempre di fretta e con la ragazza spaventata dalle probabili conseguenze se si veniva colti sul fatto, e dalla consapevolezza del Peccato e del male che ne conseguiva.

I ragazzi sognavano il diciottesimo anno di età. Sognavano il Casino, di potere entrare in Casino mostranndo la carta di identità alla Bagascia in corridoio, sedersi in sala, guardare

le donne sapendo che si potevano prendere tutte a scelta, anzi erano proprio loro che si offrivano, che ti invitavano, qualcuna faceva vedere la tette o le gambe fino alle mutande.

Prima di andare a Casino la prima volta lo si viveva con la mente con la conoscenza dei racconti sentiti, di questo importante avvenimento, lo vivevi centinaia di volte, raggiungendo sempre delle forti eccitazioni.

Il Casino era la donna, ma in modo diverso. A quelle del casino potevi fare di tutto anche le cose più strane, non solo quelle canoniche che facevano anche i cani. Neanche quelli sposati riuscivano a far fare di tutto alla moglie, ecco perchè andavano a casino e, per non farsi vedere nel salottino che costava molto di più. Nel salottino le donne, chiamate dalla Bagascia, arrivavano subito e si davano da fare per farti venire voglia. Se si passava dal salottino si doveva fare, come minimo, la mezz'ora e non la semplice marchetta, che a quei tempi era di 350 £, la mezz'ora 700 £. Era bello fare la doppia, così era chiamata la mezz'ora, ma era troppo cara.

Quando Pino andò per la prima volta a Casino seguì i consigli degli amici, non avendo i soldi per la doppia, per non buttare via questa grande esperienza, seguì i consigli e si fece prima tre seghe, anzi per essere sicuro ne fece una in più.

Era un sabato pomeriggio. Andarono lui e il Giulio a Legnano, era una villettina fuori mano, un posto che lui era gia andato a vedere diverse volte in attesa del gran giorno in cui sarebbe entrato.

Per Giulio era gia la seconda volta e allora, dopo avere messo le biciclette nel giardinetto sul davanti, andò avanti lui seguito dal Pino che aveva gia in mano la carta di identità. Subito dentro, seduta ad una scrivania, c'era una donna anziana a cui fecero vedere i documenti,poi mentre rimettevano il portafoglio nella tasca posteriore dei pantaloni, camminarono lungo un corridoio in fondo all quale, prima di entrare in salone, c'era la Bagascia una signora molto truccata con le mani piene di anelli, seduta su una specie di sgabello molto alto che per salire c'eranoo 4-5 scalini di legno. Veloci ragazzi- disse- non stiamo a far flanella.

La sala era una stanza molto grande con due divani e molte sedie messe contro il muro. C'erano due finestre con le persiane chiuse. Venendo dal sole dentro era buio e non si vedeva quasi niente. Di donne ce n'erano quattro, due sedute sul divano, due passeggiavano avanti e indietro in mezzo alla sala,ogni passo che facevano il vestito aperto faceva vedere tutta una gamba fino in alto. Non erano giovani. Pino subito attirato da una, piuttosto formosa, che assomigliava tutta a sua zia Agnese.

Ogni volta che zia Agnese veniva a trovare sua mamma Pino si agitava; lei non faceva niente di particolare, qualche occhiata appena appena, ma lui si agitava solamente a sentirla parlare, gli guardava le forme che, da seduta, straripavano provocanti, i capelli, che sulle tempie e sulla nuca, erano finissimi e quasi biondi, pieni di promesse e paradisi nascosti.

E, quando andava via la accompagnava in cortile per vederle le gambe mentre saliva in bicicletta. Quante volte entrava nelle sue fantasie ! Adesso era colpito dalla somiglianza di questa Puttana con la zia Agnese, e felice di potere vedere la zia senza vestiti finalmente !

Le altre tre erano più giovani e forse più belle, due erano addirittura bionde ! Gli intenditori dicevano che quella bionda è le migliore. Più bella, soffice come una gatta e questo pensiero di solito lo faceva impazzire dalla voglia, si era proposto che quando sarebbe andato a Casino avrebbe scelto una bionda. Però adesso c'era questa donna che assomigliava tutta alla zia, più guardava più gli assomigliava, sedutasi sul divano aveva persino preso la posa che prendeva sempre la zia quando, parlando con la mamma, gli dava quelle occhiate. La Puttana si accorse di essere guardata e lo invitò vicino a sé sul divano Una altra ragazza era scesa rumorosamente dalle scale, era magra con i capelli ricci, molto giovane.

La Bagascia stava bestemmiando come un carrettiere per smuovere i titubanti. Oltre a loro due ci saranno stati una decina di uomini. Avete qua il meglio che c'è e ve ne state lì imbambolati come gattoni di porcellana. Hoo, non siamo mica in chiesa ! O non siete maschi, se no con una merce così eravate più arzilli, o siete del morti di fame e venite e lustrarvi gli occhi a gratis. O su ! O fuori ! Fuori dalle palle Tu, biondino, che sembri un soprammobile di marmo, non ti piace la merce ?

Pino attraversata la sala si era seduto vicino alla “zia”

Ciao.

Ciao.

Come ti chiami ?

Carla, vieni su ?

Si. Si. Aspetta. Chissà perchè credevo che ti chiamassi Agnese.

Se vuoi mi chiamo Agnese. Allora moretto cosa facciamo ?

La Puttana era due gradini in più mentre salivamo le scale per andare in camera

Pino gli aveva messo la gonna grigia della zia Agnese e adesso gli stava guardando le gambe scoperte e si vedevano fin sopra il ginocchio, se voleva poteva anche toccarle, gambe grosse proprio come la zia Agnese, la pelle liscia tenera e bianca dietro le ginocchia ce la aveva proprio lì davanti agli occhi, e adesso quello che aveva sempre sognato si sarebbe avverato.

La c amera era grande, le persiane aperte e entrava il sole, la Puttana si tolse la vestaglia e rimase in mutande e reggipetto. Pina era la prima volta che vedeva una donna svestita e rimase senza fiato La cosa che lo colpì furono i peli, tanti peli, abbondanti, che uscivano dale ascelle e dalle mutande da parte a parte proprio in mezzo alle gambe. Non era come aveva immaginato. Credeva che così tanti peli ce li avessero solo i maschi, si sentiva tradito. Allora anche la zia Agnese aveva tutti quei peli ?

Nella camera, proprio da parte del letto, un lettone grande con un copriletto verdino,pulitissimo, c'erano un lavandino e un Bidet. Vieni disse la Puttana, spogliati. Di la verità : è la prima volta ?

Pino annuì.

La prima volta è importante Sei capitato giusto và. Sarò come una mamma,poi ripensandoci, come una zia- disse ridendo.

Di sua zia aveva anche gli zigomi pronunciati e gli occhi cerulei.

Dopo avere tolto pantaloni a mutande Pino si avvicinò alla Puttana che lo stava aspettando vicino al lavabo. Cià una bella disinfettata e poi....

Gli lavò ben bene fuori e dentro le pieghe della pelle con un sapone blù che bruciava un po'. Lo lavò accuratamente come lui non aveva mai fatto. Intanto con questa manipolazione e l'acqua calda si era inturgidito al massimo.

Ecco così mi piace ! E facciamo prima.

Facciamo la mezz'ora ?

No. No.

Non sai quante belle cose ti faccio in mezz'ora

No. No. Non ho i soldi abbastanza, mia mamma mi dà 500£ di mancia al sabato.

Allora neanche la doppia. Ho capito. Vieni qua che facciamo la marchetta. Aveva tolto le mutande e si era sdraiata sul letto. Non si vedeva niente, solo pelo. Pino era rimasto vicino al lavandino e non sapeva come procedere.

Gia che è la prima volta- disse la Puttana- vieni, vieni di sopra che ci sverginiamo.

Mi fai vedere la tette ?

La Puttana si tirò su il reggiseno e due grosse tette saltarono fuori cadendo una da una parte e una dall'altra. Pino ne prese in bocca una.

E no... per queste cose devi fare la doppia !

Ma lo lasciò fare.

Vienimi sopra- disse allargando le gambe che per come è duro va dentro da solo.

La Puttana era calda e soffice, in mezzo alle tette sapeva di borotalco.

Intanto Pino la baciava, con dei piccoli bacetti lievi, sulle tempie proprio dove i capelli diventano fini e un po' biondi. Si sentiva un buon odore di caffelatte, un po' dolce, un po' amaro.

Nonostante le seghe fatte venne quasi subito, ma era molto meglio.

Bravo ! Disse la Puttana, va a lavarti.

Pino quando si tirò indietro guardò, per vedere, per ricordare e la vide, umida e rosea in mezzo al bosco di peli.

Allora- disse il Giulio mentre andavano a casa verso Borsano e Bienate, è stato bello ?

Bello. Si, molto bello.

Ne hai presa una che non era tanto giovane però. Come si chiamava ?

Agnese.

Il giorno dopo era domenica, dopo essere stata al cimitero, verso le cinque sarebbe arrivata come tutte le feste, zia Agnese. Pino era curioso di vedere che effetto gli avrebbe fatto guardarla come al solito, ora che sapeva come era fatta sotto, a chissà se lei avrebbe capito

che lui sapeva, che la conosceva,ormai. Avrebbe ricambiato le sue occhiate guardandole le gambe e il seno non più di nascosto, per vedere la sua reazione.

Nessun commento:

Posta un commento