Alla domenica sera si andava a ballare. A parte
il
mese che si andava a Mondine,a mondine si andava anche il sabato,il
resto dell'anno a ballare si andava solo alla domenica sera. A
ballare si andava anche nei matrimoni e,ogni tanto nelle rarissime
feste a casa di qualcuno.
Alla
domenica sera si andava o a Oleggio in moto,io andavo con il Guzzino
del Barziga mio
grande
amico,quasi sempre a Oleggio. Anche Oleggio era un posto pericoloso
c'era sempre da far botte ma noi siamo stati fortunati:una delle
prime volte,in un posto che si chiamava Teatro perchè era un
teatro,il teatro dove ho visto un giovane cantante che si chiamava
Adriano Celentano,una sera eravamo a bere al Bar del Teatro in una
sosta del ballo,quando un piccoletto con due grosse spalle ci urtò
tutt'e due in un colpo solo facendoci rovesciare il samuer che
stavamo bevendo. Barziga mi guardò mentre posava il suo bicchiere e
disse:cerca rogne e,posato il bicchiere,visto che ce lo aveva lui
nella posizione giusta gli mollò un sganassone con tutta la forza
che aveva. Il piccoletto con grosse spalle toccò terra prima con la
testa e poi con i piedi,dopo la solita gente che voleva tenere
quello che voleva spaccare tutto,riferito al piccoletto perchè noi
eravamo da soli, si andò a bere in compagnia del piccoletto. Si
chiamava Carlin,ed era il terrore del paese talmente era cattivo,e
forte,e capace,e tosto. La sua fama se l'era fatta sulla
strada,cresciuto a sberle e pedate nel culo era uno di poche
parole,un tipo sbrigativo anche nel parlare,
una
persona che apprezzai tantissimo e diventammo amici. Un paio di mesi
dopo ci invitò a casa sua, a cena, e conoscemmo anche sua mamma che
era una vedova di guerra e aveva cresciuto il bambino da sola. Da
quella sera a Oleggio ci rispettarono tutti,anche se eravamo soli
con noi c'era,invisibile, il Carlin, il suo carisma ci proteggeva da
tutti i giovani che tornati in paese verso le undici di sera
cercavano di litigare e fare a botte umiliati dalle ragazze che
ballavano con i Lombardi che con qualche soldo in più in tasca
potevano offrire loro una gazosa.
Con
noi c'era sempre la presenza del Carlin.
Il
Barziga fece la morosa,si chiamava Nelluska,ma quando la presentò a
sua mamma a lei non piaceva e non se ne fece niente. A me piaceva,a
parte il fatto che a quei tempi le ragazze mi piacevano tutte,ma lei
mi piaceva come amica,e come morosa del mio amico. Alta e snella,
con due occhi che sembravano deu pincirò d'uga, era, e a quei tempi
era cosa rara,elegante di natura,anche vestita di stracci sembrava
una signora. Adesso ha un Ristorante a Meina,sul lago Maggiore.
Ma
per tutti a Castano c'era il Conte Rosso. Un camion che durante la
settimana era il camion dei muratori e la domenica,dopo una scopata
alla bellemeglio, serviva come prototipo di un mezzo di trasporto per
andare a ballare. Era un camion aperto con le sponde rosse, si stava
in piedi. Partiva alle 20.30,dalla osteria Primavera dove vendevano
anche i biglietti,che costavano 15 £. Partiva ogni domenica con
qualsiasi tempo,aveva le sponde rosse e lo chiamarono Conte rosso.
Per il ritorno l'orario era incerto: quando c'erano tutti,e
l'operazione non era facile, contarsi a una cert'ora è cosa
laboriosa, si tornava. In piedi,uno contro l'altro, per pisciare uno
si spostava su un lato e pisciava fuori mentre il camion andava. Lo
stesso per vomitare. Quando si arrivava vicino al paese si cominciava
a cantare,qualsiasi canzone andava bene uno cominciava e gli altri
seguivano,in paese tutti sapevano che erano tornati: loro cantavano e
i cani abbaiavano.
Poche
ore di sonno ed era lunedì,il Conte Rosso diventava il camion dei
muratori,e riprendeva il suo lavoro di sterro.
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