mercoledì 18 marzo 2015

Racconto del mercoledì CARLIN DA ULEGG


                                                                
              
Alla domenica sera si andava a ballare. A parte

il mese che si andava a Mondine,a mondine si andava anche il sabato,il resto dell'anno a ballare si andava solo alla domenica sera. A ballare si andava anche nei matrimoni e,ogni tanto nelle rarissime feste a casa di qualcuno.

Alla domenica sera si andava o a Oleggio in moto,io andavo con il Guzzino del Barziga mio

grande amico,quasi sempre a Oleggio. Anche Oleggio era un posto pericoloso c'era sempre da far botte ma noi siamo stati fortunati:una delle prime volte,in un posto che si chiamava Teatro perchè era un teatro,il teatro dove ho visto un giovane cantante che si chiamava Adriano Celentano,una sera eravamo a bere al Bar del Teatro in una sosta del ballo,quando un piccoletto con due grosse spalle ci urtò tutt'e due in un colpo solo facendoci rovesciare il samuer che stavamo bevendo. Barziga mi guardò mentre posava il suo bicchiere e disse:cerca rogne e,posato il bicchiere,visto che ce lo aveva lui nella posizione giusta gli mollò un sganassone con tutta la forza che aveva. Il piccoletto con grosse spalle toccò terra prima con la testa e poi con i piedi,dopo la solita gente che voleva tenere quello che voleva spaccare tutto,riferito al piccoletto perchè noi eravamo da soli, si andò a bere in compagnia del piccoletto. Si chiamava Carlin,ed era il terrore del paese talmente era cattivo,e forte,e capace,e tosto. La sua fama se l'era fatta sulla strada,cresciuto a sberle e pedate nel culo era uno di poche parole,un tipo sbrigativo anche nel parlare,

una persona che apprezzai tantissimo e diventammo amici. Un paio di mesi dopo ci invitò a casa sua, a cena, e conoscemmo anche sua mamma che era una vedova di guerra e aveva cresciuto il bambino da sola. Da quella sera a Oleggio ci rispettarono tutti,anche se eravamo soli con noi c'era,invisibile, il Carlin, il suo carisma ci proteggeva da tutti i giovani che tornati in paese verso le undici di sera cercavano di litigare e fare a botte umiliati dalle ragazze che ballavano con i Lombardi che con qualche soldo in più in tasca potevano offrire loro una gazosa.

Con noi c'era sempre la presenza del Carlin.

Il Barziga fece la morosa,si chiamava Nelluska,ma quando la presentò a sua mamma a lei non piaceva e non se ne fece niente. A me piaceva,a parte il fatto che a quei tempi le ragazze mi piacevano tutte,ma lei mi piaceva come amica,e come morosa del mio amico. Alta e snella, con due occhi che sembravano deu pincirò d'uga, era, e a quei tempi era cosa rara,elegante di natura,anche vestita di stracci sembrava una signora. Adesso ha un Ristorante a Meina,sul lago Maggiore.

Ma per tutti a Castano c'era il Conte Rosso. Un camion che durante la settimana era il camion dei muratori e la domenica,dopo una scopata alla bellemeglio, serviva come prototipo di un mezzo di trasporto per andare a ballare. Era un camion aperto con le sponde rosse, si stava in piedi. Partiva alle 20.30,dalla osteria Primavera dove vendevano anche i biglietti,che costavano 15 £. Partiva ogni domenica con qualsiasi tempo,aveva le sponde rosse e lo chiamarono Conte rosso. Per il ritorno l'orario era incerto: quando c'erano tutti,e l'operazione non era facile, contarsi a una cert'ora è cosa laboriosa, si tornava. In piedi,uno contro l'altro, per pisciare uno si spostava su un lato e pisciava fuori mentre il camion andava. Lo stesso per vomitare. Quando si arrivava vicino al paese si cominciava a cantare,qualsiasi canzone andava bene uno cominciava e gli altri seguivano,in paese tutti sapevano che erano tornati: loro cantavano e i cani abbaiavano.

Poche ore di sonno ed era lunedì,il Conte Rosso diventava il camion dei muratori,e riprendeva il suo lavoro di sterro.

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