La gente era come se la vedessi
per la prima volta. Guardavo tutti aspettando, certo che anche
per me, sarebbe successo qualcosa. Tutte le ragazze che vedevo: a
piedi tenendosi a braccetto, in bicicletta, o sedute sull'uscio
di casa, mi emozionavano. Un giorno mi sarei sposato e sarebbe
stato bello dire : mi ricordo una sera, era di Maggio, ti ho
vista; stavi andando in chiesa
, eri con le tue amiche, ti ho
notata subito.
Naturalmente c'erano anche le ragazze
brutte ma ero sicuro che anche loro avrebbero trovato
qualcuno.
Percorrevo via Roma,una strada
asfaltata senza marciapiedi e senza botteghe c'era solo il
salumaio e il ciclista, in fondo alla via si usciva in piazza: lunga e
tortuosa, il centro del paese. Tutti quelli che uscivano alla sera
andavano in piazza, qui c'erano i bar, la Chiesa, le botteghe.
Giovani, vecchi, ci si vedeva in piazza. Seduti fuori dai bar
guardavamo lo spettacolo della gente e gli altri guardavano
noi.
Qui, giornalmente, moriva la nostra
speranza.
Dopo una giornata d'officina una
febbre ci prendeva: il Bar e la strada da fare per andare al
Bar, erano mitici luoghi di promesse. Ci si lavava in fretta e
furia, c i ingozzavamo con il mangiare, che doveva trovarsi
pronto in tavola, se no andavamo in bestia, e via. In piazza era
il mondo. Una scrigno di tesori, ma chiuso. Poco a poco la piazza
si svuotava e restavamo solo noi del Bar seduti ai tavoli
nella piazza deserta.
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