sabato 4 gennaio 2014

Mei fa, o legi ma sà fa ?



                                                                    
A so talmen tantu da savé quasi nien

ma anca i ol a sann nien

al servi no a savé tantu, ma anca savé nien,

mei savé un misté che legi mila libar,

nisun 'l sa ma sa fa se 'l proa no a fal,

podi savè come se fa a fal, ma fal a l'è un'altra roba

Par fa un stecu ga voeur ul runcas

che te trueoi 'in dul buscu tel tai a lunghesa giusta

pueo tel tai in du, in quater in vott, e poeu inansi anmò

e ten fé vun.

Ma per fann mila ? Cuma a fean i nosti famili, mila a testa.

L'é bel dil ma proa a fan mila, ogni sira mila.

L'ea un misté ca sa imparaa a cuntà fina al mila.

L'ea la nosta istrusiun.

A savé dui libar l'é meno fatiga.

5 commenti:

  1. E' storia talmente vecchia che dovresti essere stufo (quasi) di raccontarla. Ti sembrerà incredibile, Antonio, ma leggere è un lavoro e "produce" anche molte cose. Certo era più facile capire quando gli intellettuali erano tipi come Leonardo o i grandi architetti come Michelangelo. In loro il fare e il leggere era tutt'uno. Anche oggi molti intelletuali si muovono così. Certo oggi come allora ci sono persone che "spacciano" solo parole, ma devo spiegare a te che scrivi ogni giorno che le parole sono un "prodotto" ? Come tutti i prodotti ci sono quelli venuti bene e quelli fallati ed è per questo che le parole vanno "lavorate" per bene, pensate, corrette. Se vogliamo che le parole abbiano un peso occorre lavorarci sopra e tanto. Vabbè poi ci sono anche i genio che scrivono di botto, ma ti assicuro che sono rari...

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  2. Beh.. io scrivo di botto,e ti assicuro che non sono un genio. Sarai stufo di sentire le solite cose, ma siccome sono opinioni si possono dire,e siccome per quanto mi riguarda trovo un muro davanti, continuo a dire una cosa molto ovvia per me, fino a quando se ne può parlare, civilmente.

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  3. E allora Antonio sei un "genio incompreso" -:))))

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  4. Incompreso di sicuro, ogni cosa che dico è sbagliata.

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  5. Sentivo una vecchia intervista a Terzani che diceva che il problema degli occidentali è questa separazione tra bene e male, tra bianco e nero, tra giusto e ingiusto, tra giorno e notte... In oriente pensano che invece bene e male sono nella stessa cosa, convivono così come il giusto e l'ingiusto ecc ecc Mi sembra un pensiero che apre nuove possibilità...

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