mercoledì 20 novembre 2013

La Rustida


Mi ricordo quando ammazzavano il maiale, di solito alla domenica perchè gli altri giorni si lavorava. Era una festa. Veniva uno che lo faceva di mestiere “el masular” ma doveva essere aiutato, acqua bollente e un sacco di tegami. Prima cosa si raccoglieva il sangue,non si perdeva una goccia, usato per i sanguinacci, poi si toglieva l'intestino e si lavava, da usare per fare i salami, con il coltello era un piacere vederlo lavorare, il masular tagliava e buttava nei vari contenitori la carne. Divise le parti, i piscieu, le costine per la cassoeula, recuperata la cervela e la rete, messo da parte i reni e i polmoni, messo da parte il lardo, cominciava a tritare i salami: prima i salami crudi da invecchiare appesi in camera da letto fatti con la coscia, poi i salamini di piccola taglia, poi i salamini da far cuocere. poi i cotechini fatti metà carne metà cotiche, che si potevano anche mangiare fra un mese con i fasuriti cun l'ogiu, poi i marzapan, che se erano fatti come dio comanda non temevano confronti. Le donne intanto avevano,in una padella bassa e grossa, che io vedevo usare solo in queste occasioni, fatto una abbondante frittura di cipolle sedano e carote, e lì mettevano i ritagli, i reni e i polmoni. Il profumo riempiva la strada, è uno dei miei ricordi più vivi.



Tre quattro secchi da bragiuoe, facevano diventare il cortile la mensa del Re
 
 

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