lunedì 6 maggio 2013

il Marinone



Per fare il Marinone bisogna essere in due,i primi 500 metri li posso fare anche da solo, e ogni tanto li facevo per andare a prendere l'acqua alla fontana del Runcas, così chiamata per un grosso cespuglio di Runcas che vive proprio sopra la fontana. Che non è una fontana ma una polla d'acqua che sgorga copiosa sulla riva del Marinone. Fino a quella sorgente ci arrivavo anche da solo,ma era dura, per andare oltre bisognava essere in due. Se si trovava un'altro rampone si spuntonava in due e si riusciva, se no, con la corrente che c'era,bisognava scendere e tirare la barca,nei punti difficili.

Dopo la grande curva il Marinone tirava diritto,in mezzo ai boschi di castagno dove si andava a fare castagne, piccole ma buone. E lì riposava ogni tanto in slarghi,in invasi che erano il paradiso dei pescatori con trote iridee,pesci persici, e Temoli. Ma quasi nessun pescatore conosceva questi posti, e poi bisognava andarci in barca facendo gran fatica. In questi slarghi c'erano delle piccole spiaggette, a cercarli dei gamberi grigi che a farli cuocere diventavano rossi.

Prima che morisse ci andavo con mio padre.

Dopo ogni slargo una rapida, da risalire tirando la barca con i piedi nell'acqua e i sassi scivolosi che ti rompevano le caviglie.

Posti meravigliosi.

Alla destra una terra di mezzo, fra il Marinone e il Naviglio, che lì è asciutto per il canale industriale che ha preso la sua acqua per fare andare la Centrale di Turbigo,quella vecchia, e poi darla indietro indietro con il Regresso. Alla sinistra il Turbigaccio che è un isola formata dal Marinone e dal Ticino, abitata e coltivata, con campi di mais e allevamenti di bovini e di suini.

Tecnicamente il Marinone è un canale artificiale perchè ha le porte,ma a chiudere le porte 50% di acqua scende lo stesso,per le sorgenti che danno un'acqua fresca e pura che attira i pesci nobili del Ticino. Il Temolo si trova solo nel Marinone. IL Temolo, a vederlo fuori è marrone ma in acqua è nero ed è un pesce velocissimo: appena tocchi l'acqua è a venti metri di distanza, è l'unico pesce che se lo tocchi con la mano poi la mano sà di melone. In quel tratto il Marinone va diritto ma come un fiume: diritto ma sinuoso. Ad un certo punto le piante si incurvano e formano una galleria, come certi viali con gli olmi e l'acqua cheta sembra asfalto e si vede la fine come in fondo a un tunnel. Poi si apre e li c'è il guado,usato per i veicoli che vanno al Turbigaccio. 200 metri più avanti un ponticello di corda che si libra sopra la testa oscillando sopra di noi.
Foto Buscateblg

Più avanti di poco, non si vede ma si sente, l'abitazione con le stalle. Andando avanti boschi. A destra e a sinistra boschi di rugura e qualche nocciolo, qualche runcas, qualche rara pianta di Zizurliti.
Sottobosco di lamponi e more.

Dalla terra di mezzo venivano dei rivoli di acqua di sorgenti nel bosco, dei fili di acqua chi si aggrovigliavano serpeggiando tra radici erba e muschio.

Il Marinone ti impegnava sempre con la corrente del dislivello, ma la sfida era bella, contro un campione nel pieno della sua bellezza.

 
Quando si era quasi stanchi finalmente si arrivava alle porte. Sempre veniva il dubbio se alzare la barca al di là della porta e scendere sul Ticino o rifare il Marinone in discesa.

Vinceva il Marinone, e scendere era troppo bello, stando attenti ai sassi sporgenti che ti avrebbero rovinata la barca.

E rivedevi un film al contrario, ma più bello.

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