mercoledì 29 maggio 2013

la guerra di piero


Dormi sepolto in un campo di grano

non hai la rosa non hai il tulipano

che ti fan veglia dall'ombra dei fossi

ma sono mille papaveri rossi



Lungo le sponde del mio torrente

voglio che scendano il lucci argentati

non più i cadaveri dei soldati

portati in braccio dalla corrente



Così dicevi ed era d'inverno

e come gli altri verso l'inferno

te ne vai triste come chi beve

il vento ti sputa in faccia la neve



Fermati Piero fermati adesso

lascia che il vento tim passi un po' addosso

dei morti in battaglia ti porti la voce

chi diede la vita ebbe i cambio una croce



M tu non l'udisti e il tempo passava

con le stagioni a passo di giava

ed arrivasti a passar la frontiera

in un bel giorno di primavera



E mentre marciavi con l'anima in spalle

vedesti un uomo in fondo alla valle

che aveva il tuo stesso identico umore

ma la divisa di un'altro colore



Sparagli Piero, sparagli ora

e dopo un colpo sparagli ancora

fino a che tu non lo vedrai esangue

cadere i terra a coprire il suo sangue



E se gli spari in fronte o  nel  cuore
 
soltanto il tempo avrà per morire

ma il tempo a te resterà per vedere

vedere gli occhi di un uomo che muore



E mentre gli usi questa premura

quello si volta ti vede ha paura

ed imbracciata l'artiglieria

non ti ricambia la cortesia



Cadesti in in terra senza senza un lamento

e ti accorgesti in un solo momento

che il tempo non ti sarebbe bastato

a chieder perdono di ogni peccato



Cadesti in terra senza un lamento

e ti accorgesti in un solo momento

che la tua vita finìva quel giorno

e non ci sarebbe più stato ritorno



Ninetta mia crepare di Maggio

ci vuole tanto troppo coraggio

Ninetta bella dritto all'inferno

avrei preferito andarci d'inverno



E mentre il grano ti stava a sentire

dentro alle mani stringevi il fucile

dentro alla bocca stringevi parole

troppo gelate per sciogliersi al sole



Dormi sepolto in un campo di grano

non hai la rosa non hai il tulipano

che ti fan veglia dall' ombra dei fossi

ma sono mille papaveri rossi.



FABER

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