uno
in piedi e uno capovolto e ce ne stanno 100, per i vuoti ci vogliono
due cassette. Avevamo due cassette per i vuoti e una piena.
Eravamo
l'attrazione del locale,veniva gente per vederci bere 100 Campari in
tre.
Una
domenica vennero due nostri “amici” di un altro bar: Jumin e
Spiota. Presero il tavolino vicino al nostro e ordinarono una
cassetta di Campari, in DUE ! Arturo portò la cassetta di Campari
soda e due cassette per i vuoti
Era
una sfida evidente, fra Bar diversi non c'era buon sangue.
Pensammo
subito che uno di noi doveva andarsene per stare alla pari ma non
riuscimmo a stabilire chi. Ma tanto avevamo perso!
Jumin
e Spiota fecero fuori tutti e cento i Campari e uscirono con le
proprie gambe.
Non
andammo più da Arturo a bere i Campari.
A
proposito di Campari mi viene in mente una cosa. A Castano si erano
fermati dei tedeschi venuti in ferie,stavano andando a casa e si
erano fermati a Castano perchè l'anziano aveva conosciuto uno del
paese,che adesso non c'era più e si erano fermati al Due Spade,che
faceva anche alloggio, già da un giorno erano su un tavolino fuori
in piazza a bere birra gli uomini e il bottiglione di bianco le
donne. Essendo della stessa razza,cioè bevitori, era destino fare
compagnia e stare sullo stesso tavolino. Nostro desiderio era vedere
qualche Tugnitt ciucco, maschi o femmine. Ma non c'era verso.
Cambiammo vino andando sul Rosso, bevevano tutto e senza nessun
effetto, non si riusciva a vederne uno ciucco. Partivano
domenica,verso le 8.30.
Ci
alzammo presto per andare a salutarli, e per salutarci ordinammo dei
Campari soda. Quando capimmo che non conoscevano il Campari,capimmo
che non sarebbero partiti. Buono questo Campari,dicevano, al
secondo facevano fatica a dire la parola, al terzo chiedevano: come
si chiama? Al terzo parlavano solo tedesco.
Partirono
al lunedì, di mattina presto.
Il
lunedì si faceva meditazione, e il Terry parlava italiano, quando
beveva parlava francese, il martedi era la sera di Bigun, che era un
nostro amico barista del Due Spade,e che adesso aveva un bar dove
finiva la strada della Lucia. Andavamo là, e il Terry e Cis per non
litigare ordinavano ognuno la sua bottiglia di wiski, a me l'Wiski
non piaceva e bevevo una bottiglia di Martini Dry, anche perchè uno
sobrio ci voleva.
Con
il Cis andavo a prendere il vino a Gattinara e per assaggiarlo
bevevamo sul posto dalle tre alle quattro bottiglie.
Quando
si andava al Ristorante, ad es. in due, ci volevano dalle due tre
bottiglie a testa,e dopo si assaggiavano le grappe della casa.
Tutte.
Avevo
degli amici che bevevano.
Ma
i paesi hanno delle abitudini diverse. Quando sono arrivato a
Buscate, avendo bisogno di un locale per la sede Avis e il Circolo lo
aveva, sono andato al Circolo per parlare con il presidente,alla
sera dopo il lavoro.
Sono
appena usciti, sono andati al Circolino,sempre del Circolo ma
all'altra parte del paese,mi disse il gestore del Circolo, dove c'era
un bar e una salumeria.
Il
Presidente era là con i suoi amici, appoggiati al bancone.
Ciao-dico- ho bisogno di parlarti. Pepin Bula, il Presidente disse al
gestore al banco: voian giò un'alter, a mi trovai davanti una tazza
di vino. Sulla tazza di vino ci sono alcune cose da dire: le tazze
erano tutte uguali, in qualsiasi circolo andavi c'erano la stesse
tazze e rigorosamente di un quarto. E dovevano essere riempite
all'orlo. IL vino era buono,Pugliese, di Trani o di Barletta.
Corposo, lo potevi
tagliare
con il coltello,13 gradi e mezzo. Erano in quattro e io cinque. Due
giri,per un totale di due litri e mezzo a testa, prima di cena.
Scoprii
dopo che era abitudine dei “clienti” del Circolo fare di questi
aperitivi. Solo vino,però. Eccezionalmente
bevevano
qualche grappa ma mai più di 4 o 5.
Un
giorno, avevo organizzato una gita a Mantova,il Pulmann si fermò in
piazza S,Giorgio proprio vicino a una portina di una osteria, gli
uomini entrarono tutti. Era un posto bellissimo,freschissimo per dei
muri di un metro di spessore. C'era un bianco secco che non sapeva di
niente come gradi ma di buon sapore.
Alla
partenza si era deciso di fare cassa comune e di affidare la cassa a
me, perchè bevevo meno.
Non
mi ricordo il numero esatto ma degli uomini era di sicuro meno di
venti, le donne e i bambini,dopo un caffè, si erano sparpagliati in
giro per Mantova.
Noi
tirammo mezzogiorno,il Ristorante era vicino,in piazza Ducale, pagai
il conto di 38 litri di vino e andammo a mangiare.
A
mangiare eravamo in 36,tolti donne e bambini:18 uomini, ho ancora il
conto, da bere c'era il Bardolino( metà acqua e metà vino, così si
diceva da noi riferendosi al basso grado alcoolico) e, non so se per
questo, nel pranzo c'era il conto di 56 litri di vino,in caraffe da
un litro.
Nel
viaggio di ritorno si comiciò a sentire odore di pesce, le donne lo
sentirono, fino a quando tirarono fuori da sotto i sedili tutti i
pesci della fontana di Piazza Ducale.
Un
ultimo dell'anno lo passammo da Sandrun alla casa delle barche, io
avevo portato Nagen, a casa da solo.
Quando
venne mezzanotte guardando le persone da salutare, non trovai Nagen.
Nel locale non c'era. Uscii a cercarlo.
Sandrun
è in mezzo ai boschi,cominciai a gridare: Nagen! Nagen! Dopo un po
che chiamavo sentii una voce: sono qua! Lo trovai e con le buone lo
convinsi a venire a casa, con fatica lo misi nella mia macchina,a
quei tempi avevo una 500 grigia, e dopo varie peripezie lo misi in
macchina,poi salii in macchina per andare a casa, e mi trovai dalla
parte sbagliata,dalla parte della guida avevo messo lui !
Il
giorno dopo, primo dell'anno trovai Nagen alla'Americana,mi si
avvicinò e disse: scusa se non sono venuto ieri ma...
Non si ricordava di essere venuto con me da Sandrun!
Quando
lo avevo preso alle nove era già ciucco.Non si ricordava di essere venuto con me da Sandrun!
A
Cis era andata peggio: aveva la Giusi e per la nebbia non si vedeva
niente, arrivò in un paese che non conosceva e saggiamente si fermò.
Dormirono.
Quando
si svegliò si accorse di essere fermo vicino alle scuole,di Castano.
A poche centinaia di metri da casa sua.
Di
noi tre, il Terry non c'è più, ultimamente quando usciva,al bar
beveva solo aranciata, e l'aranciata si sa fa male.
Erano
tempi alcoolici.
Di
questa storia non c'è neanche un bicchiere in più o in meno. Posso
aggiungere altre storie quando mi verranno in mente.
Io leggo volentieri queste storie di paese ,raccontano un mondo ancora molto sincero.Dove dopo una settimana di zappa nei campi e letame sulle scarpe la domenica al circolo era quasi un obbligo.Quindi io spero che altre storie ti vengano in mente. CIAO
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